NON CONVIENE SPUTARE CONTROVENTO

Potrà sembrare strano al giorno d’oggi in cui tutti rivendicano il diritto di esprimersi come meglio credono e soprattutto  di pensare quello che si vuole senza incorrere nella censura di qualche magistrato bacchettone o della stampa mainstream. Vero; ma il problema sorge quando dalle parole o dai pensieri si pretende passare, come si dice, ai fatti, o di indurre qualcuno a passare  ai fatti, cioè alle azioni.
Ora si dà il caso che non tutte le azioni siano lecite o raccomandabili, così sul piano storico-politico come su quello individuale e privato. Ad esempio non è stato per niente raccomandabile dichiarare guerra alla Francia e alla Gran Bretagna, considerate le condizioni delle nostre Forze Armate e l’indiscussa superiorità aeronavale dell’Inghilterra, tanto meno provvida è stata la decisione di invadere l’Unione Sovietica per seguire il  folle piano egemonico mondiale di Hitler. Ma tant’è, quando il delirio prende il posto della ragione possiamo aspettarci qualunque disastro. Su questo, historia docet. E così come la storia ci ha insegnato che non conviene invadere la Russia, anche l’esperienza personale insegna che certi comportamenti andrebbero evitati, se non vogliamo far danno a noi stessi e al nostro prossimo.

Tanto per fare qualche esempio: se pretendo di andare in alta montagna senza equipaggiamento adeguato, rischio di scivolare e di precipitare in un burrone, e se sono legato a qualcuno con una corda rischio  di trascinarlo  con me nel precipizio. Se sono un assessore sceriffo del comune di Voghera non mi conviene estrarre la pistola con il colpo in canna per minacciare un clochard molesto perché potrebbe partire il colpo mortale per il malcapitato senza fissa dimora ed io finire agli arresti domiciliari. Più banalmente, se salgo su un treno e non ho il biglietto, non mi conviene dare in escandescenze quando passa il controllore e me lo chiede, se non voglio incorrere in guai peggiori. Insomma. come raccomanda Aristotele nella sua Etica Nicomachea, conviene ponderare bene le parole prima di parlare e agire, cercando sempre la giusta misura, cioè il giusto mezzo tra due estremi.

Ad esempio, il sottosegretario all’economia, il leghista Durigon,  ha perso il posto per non aver ben ponderato la sua proposta di ridedicare il parco di Latina ad Arnaldo Mussolini, fratello del Duce, senza considerare la circostanza che nel frattempo il parco era stato dedicato alla memoria dei giudici Falcone e Borsellino; così Salvini si è giocato il posto di ministro dell’Interno per aver chiesto i pieni poteri dalla spiaggia del Papeete; per non parlare dell’osceno video di Beppe Grillo in difesa a spada tratta dell’indifendibile figlio Ciro accusato di stupro insieme ad altri amici “per bene”, e se sono una deputata europea della Lega non mi conviene andare in televisione a raccomandare l’uso della ivermectina, un vermifugo per cavalli, se non voglio perdere la mia credibilità (ammesso e non concesso che ne avessi una).

 Insomma, la virtù della moderazione e del giusto mezzo non sembra che goda di troppa fortuna tra i nostri politici. Ultimo caso, quello della candidata leghista al comune di San Mauro Torinese, la professoressa alle Superiori Manuela Bonafortuna, che ha pensato bene (si fa per dire) di paragonare se stessa e i no vax, no mask, no pass, in un comizio a Torino nel giorno del No paura day, nientemeno che ad Anna Frank, la fanciulla ebrea morta a sedici anni di tifo esantematico, insieme alla sorella Margot, nel lager di Bergen Belsen, nel marzo del 1945. Sentite: “Siamo come topi, in attesa che vengano a stanarci. Ci riconosciamo tra di noi. Manco fossimo Anna Frank nascosta nella soffitta, aspettiamo che vengano a stanarci. ‘Vi staneremo’, ha detto Figliuolo. Ma vai a cagare Figliuolo!”. Ora io non so che cosa insegni la professoressa, ma deduco dal suo modo di esprimersi che ha poca dimestichezza con la lingua italiana, con la storia, con l’onestà intellettuale e anche con la buona educazione. Ci vuole un bel coraggio a paragonarsi ad Anne Frank dal palco di una manifestazione di no vax urlanti e plaudenti a qualunque boiata pseudoscentifica e antistorica, significa semplicemente che non ha letto (o, se lo ha letto, non lo ha capito) il suo Diario;  inoltre il generale Figliuolo non ha mai detto “Vi staneremo tutti”, ha detto, a “di Martedì”, intervistato da Giovanni Floris “Ancora tanti over 60 senza vaccino? Chiaramente noi ora dobbiamo andare a terminare queste classi di età (over 80 -70 -60) andandole a intercettare in una maniera più proattiva rispetto a quanto fatto oggi”.

Di “topi da stanare” avranno parlato altri, non è corretto attribuire a qualcuno parole mai pronunciate per esporlo al pubblico ludibrio. Ma la professoressa, candidata  a sostegno della destra nella lista ”Uniti per San Mauro”, capolista Paola Bonetto – che, tra parentesi, la difende con zelo dal prevedibile e ormai immancabile “linciaggio” mediatico –  ha deciso di lisciare il pelo ai no-vax, pur rifiutando questa qualifica. Che dire? La professoressa, già nota per le sue sortite fuori dalle righe, ha scritto sul suo profilo Facebook, dopo aver partecipato anche all’ultima manifestazione no pass  organizzata da Variante Torinese: “Mi sono recata presso una farmacia del mio comune per informarmi circa le modalità di esecuzione dei tamponi in vista del rientro a scuola. Ho spiegato la situazione, e cioè che non si tratta di ricerca di patogeno (sic!) ma di un puro ricatto vessatorio per lavorare. Ho chiesto delicatezza nell’esecuzione (?). Mi è stato risposto con cattiveria e crudeltà. Sono stata violentata dalle parole brusche e dal sadismo del farmacista che mi ha giurato  che non mi avrebbe risparmiato alcuna sofferenza. In fondo noi docenti siamo fortunati perché possiamo scegliere. Loro (loro chi?) non hanno potuto. Abbiamo solo da vaccinarci…”. Se questo non è delirio di persecuzione  che cos’è? Ma quello che più mi preoccupa non è tanto il delirio egoico della professoressa quanto la folla che lo applaude. E dire che l’uso improprio e blasfemo dell’immagine di Anne Frank era già costato caro al presidente della Lazio Claudio Lotito. Scherza coi fanti, verrebbe da dire alla professoressa candidata a San Mauro Torinese, e lascia stare i santi. E soprattutto ricorda, tu come l’assessore di Voghera, come Matteo Salvini, come l’ex sottosegretario Durigon, come  Beppe Grillo,  come la deputata europea della Lega Francesca Donato,  che non conviene sputare controvento perché lo sputo ti ritorna in faccia.

FULVIO SGUERSO

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