Noli

 L’intervento in consiglio di Rinaldo Tissone  taciuto per 4 giorni
            Dopo un anno anche i giornali scoprono
      che  via Belvedere di Noli è un dramma annunciato 
Ora si parla di “peccato originale”, ma perché solo Trucioli scriveva del caso?
Il rimbalzo di responsabilità tra ditta costruttrice e Comune ha dell’incredibile

L’intervento in consiglio di Rinaldo Tissone (vedi…) taciuto per 4 giorni
Dopo un anno anche i giornali scoprono
che  via Belvedere di Noli è un dramma annunciato
Ora si parla di “peccato originale”, ma perché solo Trucioli scriveva del caso?
Il rimbalzo di responsabilità tra ditta costruttrice e Comune ha dell’incredibile

Noli – “Sono il sindaco di Noli, eletto dalla maggioranza dei cittadini, e come il nostro presidente del consiglio Berlusconi, e di tanti altri più illustri di me, mi avvalgo della facoltà di non rispondere per dare il buon esempio e dimostrare che non abbiamo nulla da temere né dall’inchiesta dell’autorità giudiziaria, né dal fatto che i cittadini nolesi benpensanti sono tutti, diciamo tutti, dalla nostra parte”. Avvertiamo i lettori che questa dichiarazione è chiaramente provocatoria, perché quella che passa il “convento ufficiale” della libera informazione (zitti per oltre un anno) è assai più stringata e riferita al commento fatto nel parlamentino locale dal capogruppo ed ex sindaco di minoranza, Giuseppe Niccoli, che rappresenta il partito del Popolo della Libertà savonese.

Eccola, dunque: “Il sindaco si è avvalso della facoltà di non rispondere”.  Cronaca assai scarna ed incompleta informazione di una riunione consiliare al termine della quale (dopo aver ascoltato tutto e tutti) la maggioranza dei cittadini presenti è tornata a casa più frustrata, più disorientata e più indignata di prima.

E si, perché dopo un anno anche i giornali locali scoprono che la frana di via Belvedere, i danni ed i disagi provocati a decine di cittadini incolpevoli e vittime, si sta rivelando il più grave “scandalo-scempio” della storia politico-amministrativa della cittadina. Mai si era arrivati a tanto. A scelte ed atteggiamenti politici scellerati, anche se la decadenza  “morale-politica” era iniziata proprio con operazioni socialmente discutibili sul fronte edilizio-urbanistico già nel primo governo Niccoli. Peraltro poi bocciato due volte dall’elettorato.

Non siamo interessati ai processi giudiziari. A giudizi sommari. Non ci interessa sapere – non è nostro compito – se una sentenza proverà o meno l’esistenza di reati, di responsabilità penali. Se la giustizia civile si concluderà (tra decenni?) e sentenzierà chi dovrà pagare per eventuali errori, inadempienze, responsabilità, corresponsabilità.

Devono semmai preoccupare le conseguenze che hanno e avranno sul futuro della città, della sua economia, delle generazioni a venire. Sono in ballo cifre ingenti, scenari da allarme sociale per una piccola realtà come Noli.

Chi dovrà rispondere per gli errori? Lo scaricabarile, già ampiamente iniziato, con cause e citazioni, non può finire sulle spalle della comunità! Ognuno, prima che sia davvero troppo tardi, si assuma fino in fondo le sue responsabilità. Anzi, se ne vada a casa, tolga il disturbo, renda subito giustizia alla cittadinanza.

La vicenda di via Belvedere potrebbe diventare la punta di un iceberg, di un affarismo trasversale ingordo e sfrenato. Occulto? Quello che sta mettendo in ginocchio vaste aree dell’Italia sacrificate dal disprezzo dell’etica pubblica. A livello nazionale le cronache ci offrono esempi sconvolgenti. Scandali su scandali, arresti su arresti, corruzione su corruzione. Ma soprattutto anche disinformazione di massa. Un’impunità diffusa ed elevata a sistema. Una corruzione dilagante, corsa all’arricchimento personale senza freni. Con l’ultimo baluardo della giustizia messa quotidianamente alla berlina dalla classe politica dominante. Dai tanti complici.
L’alta diserzione alle urne documenta la crescente sfiducia dei cittadini. Anche e soprattutto in questa provincia, hanno confermato le elezioni provinciali e regionali.


Il sindaco Repetto

Assistiamo a continui fuochi d’artificio per questa o quella vicenda, in una catena perpetua senza fine. Segue sistematicamente una cappa di silenzio, il sepolcro del dimenticatoio. L’uomo della strada confuso, disorientato, spaventato, rassegnato.

Eppure non è cronaca di tutti i giorni che proprio a Noli, un pubblico amministratore, eletto nello schieramento di centro destra, senta il bisogno di leggere nel parlamentino locale una riflessione-constatazione che si commenta, come si suole dire, da sola. Drammatica e sconvolgente nella sua lucida e puntuale esposizione. Mortificante per le coscienze di chi legge, si interroga, si domanda. E non riesce a darsi risposte logiche, razionali, oneste.

Questo avviene – anche per quanto riguarda i mass media, lo ripetiamo – ad un anno dai primi allarmanti campanelli d’allarme per via Belvedere e dintorni.  Già nell’aprile 2009 e addirittura molto tempo prima c’erano stati dei moniti, richiami, appelli al senso di responsabilità. A prevenire prima che fosse tardi.

 Trucioli Savonesi, lo ricordiamo per completezza di cronaca, è stato il primo e l’unico piccolissimo strumento di informazione a dare notizia di quanto stava accadendo. Dopo mesi e mesi di silenzio cupo, melmoso. Menefreghismo acuto?

Nessuno sapeva? Nessuno parlava? Nessuno sentiva il bisogno – non c’entrano scandalismo e denigrazione personale – di informare compiutamente il consiglio comunale, in primis e poi l’opinione pubblica? Chi aveva il dovere morale e politico di non tacere e dimostrare che tutto avveniva alla luce del sole? E perché bisogna proprio finire in un tourbillon legale giudiziario che vede impegnati un piccolo esercito di avvocati alle prese con una guerra giudiziaria di cui si conosce l’inizio, non la fine? In un tunnel buio, tra sorprese e totale incertezza?

Oggi abbiamo di fronte uno scenario agghiacciante, dalle conseguenze difficilmente immaginabili e quantificabili. Nessuno può dire quali saranno le ripercussioni sulla comunità e sul Comune, sui cittadini. Chi, alla fine dei conti, sarà chiamato a saldare. Oggi stanno pagando e subendo sicuramente coloro che non hanno colpa alcuna. Una mostruosità che, ci sia perdonato il vecchio detto, “grida vendetta al cospetto di Dio”. Al di là della giustizia dell’uomo che spesso, lo dimostra la storia, si trasforma in “grande ingiustizia”.

Un sommesso suggerimento. Non sia preso a bersaglio soltanto il Comune di Noli che è poi la “casa del cittadino”. Se sussistono motivi siano chiamati personalmente in causa – prima ancora dell’intervento possibile della Corte dei Conti – quei pubblici amministratori, quei funzionari pubblici, a tutti i livelli, dal Comune, alla Provincia, alla Regione, alla Soprintendenza che non hanno impedito il tragico evento franoso  a catena.  Perché?

Il consigliere comunale Rinaldo Tissone, dipendente Piaggio, ha letto in consiglio un documento che pubblichiamo integralmente e che contiene amarissime testimonianze: “Ho purtroppo vissuto questo brutto periodo in prima persona ed è per questo che mi sento di censurare il comportamento di questa amministrazione, un comportamento alquanto ambiguo in quanto sin dalle prime avvisaglie  di questo dissesto (dicembre 2008), l’amministrazione si è sempre tenuta lontana dai problemi che gli sfollati hanno dovuto affrontare, e ancora oggi il rimbalzo di responsabilità tra il Comune e la ditta costruttrice ha dell’incredibile. Non basta dichiarare che finalmente si è concluso l’iter per la sistemazione definitiva degli sfollati residenti. Ora chiedo come si intende tutelare anche gli altri proprietari, persone che contro la propria volontà si trovano a dover rinunciare ad un bene che hanno profumatamente pagato, tasse comunali comprese, e che oggi si trovano un bene svalutato almeno del 40 per cento, inoltre con riferimento alle sconcertanti ordinanze del dicembre 2009, gennaio e marzo 2010, magari, dovrebbero anche sobbarcarsi le spese per la messa in sicurezza dell’edificio…”.

Palazzo comunale di Noli La vergognosa prova del silenzio (complicità morale di media inclusi che avevano ricevuto notizia, sollecitati a “informare”) arriva con queste righe di Tissone: “..Sicurezza. Questo è quanto tutti i proprietari hanno chiesto e scritto a dicembre 2008 (avete letto una riga? Ndr) , lo hanno richiesto e sottoscritto ad aprile 2009 (avete letto qualcosa Ndr) ricevendo la stessa risposta “Ma quelle crepe ci sono sempre state, ora si sono leggermente accentuate per assestamento naturale”. Poi a novembre 2009 solo l’intervento dei Vigili del Fuoco (questa volta abbiamo letto, a case evacuate Ndr) ha smentito quelle sconcertanti ed umilianti risposte e hanno confermato che non erano chiacchiere di paese, ma erano grida di dolore che richiedevano verifiche e controlli più approfonditi.

Verifiche e controlli perché non sono stati mai fatti? O meglio perché quando sono stati richiesti non ci siamo attivati con tempestività? Perché non una consulenza al di fuori delle parti, come d’altronde vi avevo anche richiesto, inoltre dice niente la parola conflitto di interessi o questo è valido solo per altri.”.

Un altro passo significativo dell’intervento di Tissone che è venuto alla ribalta solo quattro giorni dopo la riunione consiliare. La prima cronaca era stata sintetizzata in una breve e 4 righe. La seconda in una notizia minuscola. E un giorno vi racconteremo cosa ha provocato e perché la diffusione raccontata e documentata del grido d’allarme, a tutta pagina, in cui si fa sapere, finalmente, che il dramma della frana era stato annunciato con largo anticipo. Quale? 

Ha letto ancora Tissone: “ Nella delibera del consiglio comunale del 29 ottobre 2007, l’allora consigliere di minoranza, Bertoli, disse “cito le sue stesse parole…La mia preoccupazione come cittadino di Noli, per questo nuovo progetto che si va ad approvare chiedo che sia prestata molta, ma molta attenzione alla fase di progettazione, questa richiesta la faccio al sindaco in quanto noi, gli uomini, cambiano però le cose rimangono e quindi mi permetto di insistere, chiedo che il progetto rispetti tutti i canoni della sicurezza e quindi mi permetto di insistere, chiedo che il progetto  rispetti tutti i canoni della sicurezza senza lasciare nulla al caso…A questa richiesta il sindaco, con l’ausilio dell’assessore ai lavori pubblici rispose “cito le loro parole….La progettazione di quell’area va avanti ormai da gennaio 2007 quindi sono dieci mesi di studio di progettazione e rivisitazione del progetto, io non entro nel merito ma ci sono gli strutturisti che hanno controllato tutto, sui tre piani, sulle tenute, sulle falde, insomma ci sono tutte le garanzie…A seguire interviene l’assessore Penner che cito le sue parole dice che l’accordo di programma prevedeva certi parametri che bisognava rispettare e che quindi bisognava trovare un progetto che dava anche un utile di impresa, quindi la Z & R lo ha progettato, visto e rivisto e fatto vedere a tutti gli uffici della Regione e della Provincia….lo scavo verrà fatto tutto e tutto in roccia, perché è roccia tutta via Belvedere….sempre l’assessore Penner ed il sindaco ribadiscono che la Z & R se non avesse potuto fare tutti i 178 box si sarebbe sicuramente ritirata  …e ci rimangono sulla schiena tutti gli scavi archeologici con un ben contenzioso che qualcuno doveva pagare ed il sindaco “pagavamo noi”….”.

Conclude Tissone: “Questa amministrazione avrebbe dovuto e potuto tutelare  maggiormente  queste persone…perché oltre ai danni, alle spese, alla svalutazione degli immobili, esistono i danni morali e questi si che sono veramente pesanti”.

Conclusione finale. Con questo documento l’amministrazione Repetto potrebbe far causa a Trucioli Savonesi che, con la firma dell’ex sindaco democristiano Carlo Gambetta, ha scritto diversi articoli sulla vicenda di via Belvedere, ricevendo in cambio derisione, disprezzo ed altro. Non ci siamo lasciati condizionare o peggio intimidire, facendo prevalere l’interesse ad informare i cittadini. Nessun atto di eroismo, ma anche questo i nolesi hanno diritto di sapere.

R.T.    

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