Noli

I protagonisti che hanno operato dal 2007 e la “strana” Conferenza dei servizi
Ricorso al Presidente della Repubblica per la frana di Noli
Sconvolgente cronaca di “disastro colposo”descritto da un avvocato
Errori, negligenze, superficialità di amministratori, funzionari e professionisti
Ma in consiglio comunale nessun gesto di orgoglio. Qui è “vietato”dimettersi

I protagonisti che hanno operato dal 2007 e la “strana” Conferenza dei servizi
Ricorso al Presidente della Repubblica per la frana di Noli
Sconvolgente cronaca di “disastro colposo”descritto da un avvocato
Errori, negligenze, superficialità di amministratori, funzionari e professionisti
Ma in consiglio comunale nessun gesto di orgoglio. Qui è “vietato”dimettersi
  

Noli-   Per i cittadini di Noli la speranza è che il “padrone (ovvero il Comune) che ha chiuso la stalla quando i buoi erano scappati”, possa dimostrare di aver comunque rispettato la legge ed i doveri della diligenza, scrupolo, imparzialità. Compiuto delle scelte, preso decisioni importanti, nell’interesse della comunità e non di singoli.

Se così non fosse, sarebbe la più grave disgrazia, sciagura che possa abbattersi su un ente pubblico; costretto a far fronte ad un’ingente (milioni di euro) richiesta danni e spese legali a seguito di controversie in materia civile, penale, amministrativa. Fatti avvenuti tra il 2007 ed il 2010.

Non è frequente leggere un ricorso legale dai contenuti così inquietanti, devastanti all’immagine di una giunta comunale e non solo. In ballo, inoltre, la reputazione di professionisti ed imprese, impegnati a difendere onorabilità e prestigio.

La vicenda, dolorosa comunque la si guardi, è quella della “frana di via Belvedere” che coinvolge fino ad oggi 34 parti in causa.

Il documento – uno dei tanti del robusto dossier – è stato inviato al Presidente della Repubblica e notificato all’amministrazione comunale. (Lo pubblichiamo integralmente… vedi le 15 pagine a fondo pagina… ognuno potrà farsi un’idea, e soprattutto essere informato). Per mesi, infatti, solo Carlo Gambetta, già sindaco Dc e Trucioli Savonesi sono stati impegnati in una solitaria campagna di informazione, fino a quando la situazione non è precipitata con sequestri, avvisi di reato, interrogatori.

Bisognerà attendere tempi lunghi dell’epilogo finale? C’è una delicata inchiesta penale, peraltro senza scossoni politici in quanto maggioranza di sinistra e minoranza di destra sembrano in sintonia, con un paio di eccezioni. Ci sono degli indagati che si proclamano tutti innocenti. Diverse controversie civili, in Tribunale a Savona e davanti al Tar di Genova. Forse domani al Consiglio di Stato, a Roma. O alla Procura della Corte dei Conti. E il desolante spettacolo dello scaricabarile.

Per questo è utile sottoporre ai cittadini un documento che appare significativo, seppure di parte. Descrive con chiarezza ed efficacia il percorso di un vero e proprio dramma-disastro quasi annunciato per molte famiglie, ed è in gioco una consistente fetta delle risorse finanziarie del Comune. Denaro dei cittadini-contribuenti.

Sul fronte politico “non ci sono parole”. Fatti e comportamenti si commentano da soli. Un sindaco ed un assessore di sinistra che davanti ai magistrati inquirenti si “avvalgono della facoltà di non rispondere”, come accade spesso e volentieri seguendo le cronache, a loro colleghi di centro destra di questa provincia. Uniti in una strategia facoltativa sul piano penale, assai poco benemerita ed ammirevole sul terreno etico e del tanto sbandierato rinnovamento. E che “bella figura” in materia di questione morale!

Considerazioni che si impongono dopo aver letto e riletto il ricorso in via straordinaria, del 15 giugno scorso, a firma dell’avvocato Giovanni Gerbi, tra i più quotati amministrativisti di Genova, per conto dei 15 inquilini dello stabile di via Belvedere 18, i più danneggiati. Il loro immobile, secondo alcuni tecnici, dovrebbe essere demolito e ricostruito. A spese di chi? C’è chi sostiene che il fardello ricadrà sul Comune per motivazioni giuridiche (fatto e diritto), non esclusa la mala-amministrazione.

E c’è già un tentativo abbastanza maldestro, via mass media, di iscrivere gli stessi danneggiati nella lista degli approfittatori. Mica possono pretendere una nuova casa! Devono accontentarsi.

LE PRINCIPALI TAPPE ACCUSATORIE DEL RICORSO

  1. Nella prima fase dei lavori vengono trovati importanti reperti archeologici. Noli ha un patrimonio antico e storico, noto da sempre. Stranamente al momento dell’approvazione del piano particolareggiato non vennero svolte adeguate analisi del suolo e del sottosuolo. Perché non emerse nulla? Visto i risultati e le conseguenze. Chi si è assunto la grave responsabilità?
  2. La parziale indagine iniziale ha comportato un restringimento dell’area interessata ai lavori, e con una variante del piano particolareggiato si è consentita una maggiore profondità degli scavi, incrementando il numero dei boxes. 
  3. La nuova variante non sarebbe stata preceduta, né accompagnata da idonei studi e analisi geologico-geotecnici, come risulta inequivocabilmente dagli atti dell’iter procedurale.
  4. Esiste, a questo proposito, l’indagine geologica-tecnica esecutiva che fa parte della variante stessa al piano particolareggiato, approvata in Conferenza dei Servizi deliberante il 23 novembre 2007. Neppure in quella sede si sono accorti delle anomalie, chiamiamole cosi. Chi ha preso parte, aggiungiamo noi, a quella Conferenza dei servizi? Conoscere nomi e cognomi, ruoli pubblici ricoperti, note a verbale, può essere utile per meglio chiarire il colossale “pasticcio”. Chiamiamolo pure col suo nome: scandalo ai danni dei nolesi. 
  5. Il permesso a costruire è del 7 marzo 2008. Con le prime perforazione, con la tecnica delle percussioni, per posizionare i micropali sottostante il muro di sostegno di via Belvedere, al civico numero 18, si verificano le prime fessurazioni nelle murature, nei pavimenti degli alloggi situati ai piani inferiori e sulla muratura esterna. Il condominio, con un proprio consulente legale, denunciava immediatamente il fatto con tre raccomandate al Comune (11 dicembre 2008, 20 e 27 aprile 2009). 
  6. Il Comune soltanto dopo quasi dieci mesi dal primo allarme decide di intervenire con diffida alla società che realizza il progetto: la Z & R Srl, intimandole di sospendere la posa dei tiranti nel sottosuolo. Si avvia il procedimento per accertare le condizioni del cantiere di lavoro e dello scavo, oltre al pericolo della pubblica incolumità su immobili, persone e cose prospicienti l’area di cantiere e a monte dello scavo, secondo nota del responsabile comunale dell’area tecnica. 

    7.“Tra le contestazioni, mosse nel ricorso, è scritto: Il Comune si limitava incredibilmente a chiedere la redazione di una perizia tecnica strutturale giurata e asseverata da parte di professionista abilitato che attesti l’attuale stabilità e le condizioni statico-strutturali dei luoghi e dell’area di cantiere…che scongiuri (sic!) ogni fenomeno progressivo di dissesto…e al fine di confutare le obiezioni (sic) avanzate da privati che con esposti hanno accusato le operazioni di scavo e infilaggio di tiranti come causa di fessurazioni e dissesti negli immobili di altri privati ubicati a monte dello scavo dell’autorimessa…”. 

8.  Una sferzante contestazione contenuta nel ricorso, biasima il comportamento di “chi provava a chiudere la stalla quando i buoi erano scappati e chiedeva a chi li aveva fatti scappare di confutare quelle che qualificava “obiezioni” con una semplice “perizia tecnica” che avrebbe addirittura da sola dovuto scongiurare ogni fenomeno progressivo di dissesto. Ecco un ulteriore passaggio accusatorio “… Non solo il Comune continuava ad omettere di accertare- come avrebbe dovuto fare, per legge, prima di approvare il piano particolareggiato e prima di approvare il progetto esecutivo – le condizioni geologiche e geotecniche, ma affidava al responsabile di una situazione cosi drammatica l’accertamento di tali condizioni”.

9.  Nel volgere di due giorni, l’ingegner Giovanni Delfino, direttore del cantiere, cioè la società esecutrice dell’opera che non si era neppure rivolta al un tecnico perito terzo, consegnava al Comune perizia tecnico strutturale giurata e asseverata. Attestava la stabilità del versante e che non vi sono fenomeni di dissesto in atto dovuti alla realizzazione dell’autorimessa.

10.  Il Comune fa sua questa perizia di una parte interessata – cioè chi costruisce i boxes – e attraverso il suo responsabile dell’area tecnica dichiarava, il 16 ottobre 2009, che vengono meno le limitazioni imposte, mentre permaneva il divieto a riprendere lavori di scavo e messa in posa di tiranti nell’area sottoposta a vincolo idrogeologico, fino all’ottenimento del nulla osta della Comunita Montana.  

11.  Altra grave contestazione del ricorso legale. “Non solo erano mancate quelle indagini e analisi geologiche e geotecniche che non avrebbero dovuto mancare, ma pur in presenza di un vincolo idrogeologico, neppure è stata chiesta ed ottenuta l’autorizzazione al movimento del terreno tanto che essa si rendeva necessaria in sanatoria”. E, altra perla, lo stesso atto dirigenziale autoassolve il Comune laddove scrive “…pertanto si manleva il Comune da ogni responsabilità, attuale e futura, circa ogni accadimento…”

12.  Il commento sarcastico dell’avvocato Gerbi: “Poiché il soggetto direttamente responsabile della grave situazione di danno e di pericolo aveva scritto che non vi era pericolo, l’Amministrazione comunale autorizzava la prosecuzione dei lavori…e si assolveva pretendendo di auto-esonerarsi da qualsiasi responsabilità”.

13.  Il 14 dicembre è dovuta intervenire una squadra del Comando vigili del fuoco di Savona che ha subito provveduto ad inviare un fonogramma al sindaco, ….causa le profonde e diffuse lesioni riscontrate….orizzontali e verticali…provvedendo ad evacuare i condomini ai civici 18- 14 e l’abitazione al civico 12….scollegare le utenze elettriche, gas, acqua e l’interdizione al transito per l’accesso …con la richiesta di indagini geologiche del sito…

      14. Il 16 dicembre la Procura della Repubblica, a tamburo battente, dispone il sequestro del condominio 18, al fine di “conservare lo stato dei luoghi…”.

15.  Solo allora (16 dicembre) il sindaco emetteva oridinanze contingibili urgenti, con provvedimenti per monitorare costantemente le lesioni e predisporre la messa in sicurezza….

16. Nuova censura al Comune dell’avvocato Gerbi: “Un provvedimento, quello del sindaco, palesemente illogico e confuso…invece di ordinare quello che occorreva si limitava a chiedere i più opportuni accertamenti ed indagini…ciascuno con rispettiva competenza e responsabilità in solido”…. Destinatari la società Z & R, l’impresa Zoppi, esecutrice dei lavori, il direttore dei lavori, il direttore del cantiere, la proprietaria dell’abitazione al civico 12, gli amministratori del condomini 14, 18 e l’abitazione 16 bis. Messi tutti sulla stessa barca. Senza distinzione.

    17.  Con separata ordinanza il sindaco imponeva ai proprietari delle costruzione danneggiate ed in pericolo, di non utilizzare i locali di proprietà fino a quando non verranno approntate tutte le misure di tutela a salvaguardia della pubblica e privata incolumità.
    18.  La società Z &R, titolare dell’intervento edilizio, ha impugnato l’ordinanza del sindaco, mentre il condominio di via Belvedere si è costituito in giudizio ed ha chiesto che il ricorso del privato (impresa costruttrice) venga rigettato.

IN SCENA IL GEOLOGO FILIPPI, EX ASSESSORE IN PROVINCIA

19.  Il condominio 18 chiede l’intervento dell’ingegner Renato Testa che compie diversi sopralluoghi tra il 3 dicembre 2009 ed il 26 gennaio 2010. Esamina il progetto di autorimessa (boxes) approvato dal Comune il 7 marzo 2008, in particolare la relazione geologica-tecnica esecutiva redatta nel febbraio 2007 dal dott. Giampiero Filippi di Savona (all’epoca era assessore in Provincia ndr), giudicata non approfondita, né conforme alle normative di riferimento. …L’ingegner Testa, con gli apporti tecnici del prof. Sebastiano Pelizza e dell’ingegner Valter Peisino di Torino, evidenziava tra le altre cose che lo stato di dissesto in cui versa il fabbricato civico 18 è talmente grave da non “ritenere fattibile il mero consolidamento dell’edificio…qualunque intervento determinerebbe il mantenimento in essere di una struttura di potenziale elevata vulnerabilità, essendo stato costruito alla fine del 1950…che si sviluppa su 7 livelli, con 15 alloggi e cinque autorimesse…”.

    20.    Il 15 febbraio 2010 lo stesso condominio si rivolge al Tribunale di Savona chiedendo di accertare le responsabilità della società Z&R, dell’impresa esecutrice, dei progettisti, direttori lavori e condannarli all’esecuzione di opere necessarie, oltre al risarcimento danni.
    21.    Ricevuta la perizia asseverata dell’ingener Testa, il responsabile comunale del procedimento, geometra Cinoglossa, ha chiesto consulenza allo Studio di Ingegneria e di Geologia di Andora. Con relazione di una pagina (17 febbraio 2010) ha convenuto che i civici 16 bis e 18 erano inagibili, contestando però la sussistenza del pericolo immediato della stabilità complessiva dei fabbricati. Pur essendo la frana in atto, non vi sarebbero stati segni premonitori di collassi immediati.
    22.   L’11 marzo 2010, visto il progetto di messa in sicurezza presentato dalla “Z & R”, si è ordinato alla società stessa, all’impresa Zoppi, al direttore lavori, ai proprietari degli appartamenti – vittime del dissesto franoso – “ciascuno per la propria competenza e responsabilità in solido, di eseguire i lavori e le opere di cui al progetto di messa in sicurezza presentato il 19 febbraio 2010, eseguendo esattamente le lavorazioni ivi indicate e nel rispetto del cronoprogramma dei lavori….ciò al fine di eliminare la situazione di pericolo”. 23    Altro commento dell’avvocato Gerbi:E’ facile capire quale caos si produrrebbe se una tale ordinanza venisse eseguita dalla moltitudine di soggetti ai quali è stata indirizzata, gravando ogni destinatario di una responsabilità solidale”. Un atto ritenuto dal legale illegittimo, posto che le ordinanze contingibili ed urgenti non presuppongono accertamenti di responsabilità. Lo stesso sindaco ha fissato 14 mesi per adempiere l’ordinanza stessa.

LE COLPE PIU’ EVIDENTI DEL COMUNE?

    24.   Conclude Giovanni GerbiNon vi è chi non veda che si è approvato il progetto definitivo, ritenuto più conveniente (per se) dalla Società che, con il Comune, ha dato causa della situazione. Non si è fatta un’ordinanza contingibile ed urgente per fronteggiare, nell’immediato, la situazione di pericolo, ma si è disposto l’assetto definitivo del rapporto e degli interessi”. E ancora “Il progetto che il sindaco di Noli ha ordinato di eseguire non è quello che sarebbe necessario (ma anche sufficiente) per un immediato intervento imposto dalla impellente necessità di provvedere ad una situazione imprevedibile ed urgente di pericolo.”

Insomma si era approvato un progetto di scavi per realizzare 177 boxes senza conoscere in modo approfondito le condizioni geologiche e geotecniche dell’area. Mettendo a repentaglio beni immobili e sicurezza delle persone. Con una catena impressionante di danni e disagi ai cittadini (incolpevoli). Obbligandoli di fatto a ricorrere a spese legali e tecniche per difendersi da provvedimenti amministrativi ( del Comune) ritenuti illegittimi.

Il sindaco, nell’ultimo consiglio comunale, ha detto che evitava di dare delle risposte ai quesiti… in quanto non voleva compromettere… l’ufficio tecnico.

Che, a sua volta, speriamo, possa illustrare presto il proprio operato. Non vogliamo crocifiggere, mentre spetterebbe alla politica trarre alcune logiche e forse doverose conclusioni. La credibilità della giunta esce malconcia. E nessuno si è finora assunto le sue responsabilità (politiche).

R.T.















Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.