NOIO VULEVON SAVUAR

Caro don Farinella, in Liguria il record mondiale di spiagge privatizzate…
NOIO VULEVON SAVUAR
E il ‘bordello Province’: la ripulsa di Vaccarezza per Genova.
La sortita della sindachessa di Albenga.
 E Avogadro e Totò, personaggio che appartiene a tutti

Caro don Farinella, in Liguria il record mondiale di spiagge privatizzate…
NOIO  VULEVON  SAVUAR
E il ‘bordello Province’: la ripulsa di Vaccarezza per Genova
 La sortita della sindachessa di Albenga
 E Avogadro e Totò, personaggio che appartiene a tutti 
  

Il mese di Agosto, durante il quale ci intestardiamo a voler prendere le cosiddette vacanze, è stato, anche quest’anno, stracolmo di eventi e interventi  grandi e piccoli, tragici, tragicomici, comici.

  Inutile ricordarli qui sono stati più che risaputi e dibattuti. Ne scegliamo alcuni per il nostro pezzo iniziale del dopo-ferie,  con riguardo più a provincialissimi fatti della nostra regione che  ad altri, pur condizionanti gli atti e le intelligenze (si fa per dire) delle classi dirigenti, politici ed economisti in apertura di lista.

 

Almeno in questi “eventi” c’è un minimo di chiarezza, totalmente persa nel marasma dell’attuale sgovernamento centrale berleghista.

  In primis vorremmo rivolgere un affettuoso saluto alla memoria di Totò, come i nostri quattro lettori avranno già capito dal titolo di questo pezzo,  tratto dal noto dialogo con il “Ghisa” milanese, in piazza Duomo, dal film “Totò, Peppino e la Malafemmina”.

 Infatti un ex senatore della “Lega nord per l’indipendenza della Padania” (ilarità), ora divenuto Sindaco di Alassio però non per la sullodata Lega,  da lui abbandonata al suo destino, ma per una  civica compagine di benpensanti, ha deciso di rimuovere nome e statua di Totò, spontaneamente collocati da precedenti amministratori, ammorbidendo, pare,  poi la decisione (sua e della sua Giunta) con uno spostamento dell’omaggio al grande comico italiano (ohilà,  ad Alassio esiste una schiatta napoletana scandalizzata, giustamente, dalla decisione, e che si è fatta sentire!) in diverso sito.

   La questione è stata poi ripresa ampiamente dalla stampa e se ne è ormai parlato abbastanza. Noi vogliamo solo sottolineare come Totò appartenga a tutti, sia presente nella cultura  e nel costume d’Italia in tutte le sue latitudini e come, pertanto, dichiararlo estraneo, in qualsiasi luogo del nostro beneamato (almeno da noi) Paese, costituisca una spernacchiabile sciocchezza.

  Il Cinema ha accompagnato la nostra ligure infanzia e giovinezza e Totò, tuttora attualissimo, veniva annunciato spesso così  sul cartellone delle nostre sale: OGGI TOTO’ (a prescindere… dal titolo del film!). Con questo non vogliamo togliere nulla ad emeriti benefattori di Alassio; pensiamo che, nell’estesa cittadina, si potevano trovare altri siti da dedicare al conte Morteo senza fare la figuraccia di revocare il ricordo di Totò. 

  Abbiamo letto su “ la Repubblica” (Genova) alcuni giorni or sono, un intervento di Don Paolo Farinella (che seguiamo con simpatia) il quale si è dichiarato scandalizzato per aver scoperto che a Varazze i tenutari degli stabilimenti balneari la fanno da padroni, la legge sugli accessi al mare (che è di tutti) è disattesa ecc.

Ci pare di aver compreso che il nostro amato opinionista non sia mai stato un frequentatore di spiagge perché, altrimenti, il suo odierno sdegnato stupore sarebbe incomprensibile. Del resto le spiagge non sono luoghi consigliabili ai sacerdoti, assoggettati alla nota mala-educazione sessuofobica della Chiesa Cattolica, perché, citando Bacigalupo, come a Troia in fiamme (Nicolò Bacigalupo –Eneide-I- ottava 88)  in esse si contempla:

         “…üna môstra de cheûscie  e de tettin

         da fâ perde ô cervellô a ün capüssin.” 

Don Farinella

E peraltro, sono almeno SESSANT’ANNI  che in Liguria la PRIVATIZZAZIONE  delle spiagge cresce e imperversa senza pietà, ambìto business, agevolato da tutte le amministrazioni aventi una qualche competenza in merito. Ricordiamo di avere sollevato, molti anni or sono, attraverso attacchi rabbiosi alla Democrazia Cristiana, le questioni che, improvvisamente, sono apparse attuali a Don Farinella. 

Almeno a Loano, si è raggiunto l’obbiettivo di avere  alcune spiagge aperte –gestite dal Comune- ove si può accedere, se non si vogliono altri servizi (comunque a prezzi molto popolari), del tutto liberamente e gratuitamente.

  Anche in altri Comuni esistono alcuni tratti di spiaggia libera ma i cosiddetti “corridoi” (ne ricordiamo ad Alassio) sono rarità malviste. Il  grosso del litorale balneabile, in Liguria, E’ PRIVATO, con inizio dagli anni ’50 del secolo scorso, caro Don Farinella, ed è persino accaduto che guardiani dei tenutari abbiano allontanato persone che nuotavano davanti agli stabilimenti in quel mare …di tutti.

 In nessun’altra parte dell’Italia e del Mondo (all’estero i nostri criteri di concessione balneare  sono sconosciuti)  esiste un tasso di privatizzazione delle spiagge come in Liguria; per questo la sortita  di Tremonti sulla …vendita del Demanio marittimo ci ha fatto morir dal ridere. Noi siamo maestri e precursori  in questo campo e desta stupore che non sia un ligure, appartenente alla maggioranza berleghistoide, sottosegretario a cotale mangiatoia (o lo è e non ce ne siamo accorti). 

  A cavallo di ferragosto, quando, come scriveva Giovannino Guareschi, il sole batte forte sulle teste di noi tutti, anche se non siamo della  “bassa padana”,  nell’occasione della proposta tremontiana di abolizione delle Province, abbiamo assistito ad un florilegio di esplosive implosioni fantasmagoriche ( nelle quali si è segnalato, come sempre, il nostro Presidente Vaccarezza) del ponente ligure aventi come comun denominatore l’avversione a Genova e l’auspicato amplesso con il basso Piemonte e perché no il nizzardo ( e perché no …la Savoia?). Si fatica a comprendere questa ripulsa per Genova (lo abbiamo già scritto in altre occasioni) dove abbiamo studiato, dove ci siamo formati, che è il cuore della Liguria, uno dei più grandi porti conosciuti in Europa, della quale, malgrado tutte le arretratezze culturali vandeane del ponente ligure, restiamo figli: solo con la difesa e lo sviluppo di Genova noi liguri (perché noi siamo liguri, o no?) abbiamo una speranza e un  avvenire.

 Credere che Nizza (Francia!) o Cuneo possano minimamente sostituire Genova  è una distorsione costituzionale, istituzionale, ottica, geografica e politica dannosa, oltreché utopica e insensata.

 Questo evidentemente non significa che gli enti territoriali del ponente ligure (quelli che resteranno dopo la falcidie dei provvedimenti in corso di definizione, ma chissà quando se ne tratterà seriamente…) non possano o non debbano trovare intese con quelli del basso o alto Piemonte o con la stessa Nizza marittima, per la mole di interessi e di storia che pure li collegano. Ci mancherebbe altro! Ma non c’è alcuna contraddizione tra la genovesità di tutti noi (Loano poi, inventata praticamente dai genovesi!) e queste ulteriori prospettive di larghe intese amministrative per lo sviluppo dei rapporti interregionali.

  E siccome abbiamo visto che la sindachessa di Albenga, Rosalia Ia, auspica che la città da lei (per ora) governata diventi la capitale di una nuova futuristica Provinciona (la “Granda+Imperia+Albenga”) che prenderà nome  GRANDIMPERIAL, le chiederemo, alla Totò: “Noio vulevon savuàr se verament batterà monet, ya?”  (vedi Bellamigo: Bordel Line -3 luglio 2011), come previsto dal Presidente Vaccarezza.

Perché, in tal caso, da intemerati collezionisti, ci prenotiamo per il primo conio del  céntaro nelle tre pezzature e di almeno dieci rosalini.

“  Ci facia conténti, néh!”

  BELLAMIGO                       4 settembre 2011

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