NOI ”GIARDINIERI”!!!!!!!

NOI ”GIARDINIERI”!!!!!!!

Forse sarà la volta buona come qualcuno sostiene, o lo sarà solo per pochi, ma oggi, poter parlare di politica, di nuovi corsi, di rinascite, di un’etica attesa da troppo tempo, di lavoro, di un nuovo tipo di sviluppo e di una nuova economia sembra un’impresa impossibile

NOI ”GIARDINIERI”!!!!!!!

Forse sarà la volta buona come qualcuno sostiene, o lo sarà solo per pochi, ma oggi, poter parlare di politica, di nuovi corsi, di rinascite, di un’etica attesa da troppo tempo, di lavoro, di un nuovo tipo di sviluppo e di una nuova economia sembra un’impresa impossibile.

Un pluricondannato che continua a ricevere personaggi, politici e non, come un “padrino” che si rispetti e che nella decadenza della sua parabola personale e non solo politica, continua a sentenziare cin largo spazio dei media su rinnovi di governo e riforme elettorali.

Ex Ministri e politici di vario rango che al pari di affiliati continuano a parlare di persecuzione personale di giudici comunisti continuando a gettare discredito sulla Magistratura.

“Neghittosità” di Ministri e Sindaci su “disegni criminosi” che hanno permesso l’emissione di veleni dalla combustione di carbone che ha prodotto morti e malattie tra le gravi omissioni della politica.

Liste elettorali che tra campagne acquisti e squallide manovre vanificano sempre più l’espressione del cittadino.

Cos’altro? Meglio fermarsi qua. Sarebbe un interminabile elenco che continua, giorno per giorno, ad aggiornarsi.


 

E’ vero incolpare il sistema è rassicurante, perché ci sente giustificatamente estranei, ma ormai è chiaro che questo  sistema, di fatto, è fallito, ma continua a perseguire i propri errori, di fatto, funzionali ad alcuni che indiscutibilmente ne beneficiano.

Io non mi sono mai uniformata, mai sentita parte di questo sistema, non tanto perché sia stata più lungimirante di altri ma perché il mio modo di vedere il mondo e le cose non era compatibile con quello che generalmente mi chiedevano di avere.

La voglia di vedere il percorso e non solo il risultato, la voglia di rompere il prodotto per farne altro uso invece di contemplarne il risultato, mi ha sempre portato ad essere quelli che Cassidy Dale nella sua divisione del genere umano  identifica in “giardinieri”, coloro più interessati alla crescita dell’uomo che alla sua vittoria nei conflitti, più cara ai “cavalieri”.

Non mi sono mai stancata di seguire i miei sogni e non ho mai rinunciato al mio orgoglio, anche se posso dire che non mi sia costato.

Sono sempre rimasta sorda alle promesse di vario genere che avrebbero dovuto ricompensare il mio adattamento, se mi fossi comportata come mi chiedevano. Questo succedeva da ragazza quando mi ribellavo alla famiglia, alle istituzioni e poi da adulta, nella scuola dove lavoravo e che avrei voluto cambiare, oppure quando facevo politica con l’ambizione di cambiare le cose.

Ho continuato a farlo da genitore, quando pensavo all’educazione dei miei figli opponendomi alla loro vendita a una società dei consumi che avrebbe divorato il loro senso di libertà, la loro voglia di conoscenza, di creatività, cercando di tenerli lontani da questo sistema che li avrebbe funzionalmente anestetizzati.

Adesso che è il loro turno, vorrei che il loro successo nella vita stesse nella qualità delle loro idee, nello scoprire la parte migliore di loro, nella loro determinazione a fare ciò che hanno in testa e che sappiano battersi contro chi cerca di distoglierli dai loro progetti.

Voglio figli “giardinieri” e non “cavalieri”, perché penso che solo così potranno salvarsi.

A me nessuno ha regalato niente, ho conquistato con convinzione una laurea in architettura che ho imparato ad amare, studiandola, frequentandola, conoscendola, non solo dietro un tavolo di uno studio che ho lasciato vent’anni fa, quando mi nacque la seconda figlia. Ho conquistato il mio lavoro quando ancora si vincevano con fatica le cattedre nei concorsi e non mi sono mai sentita arrivata, ma ho continuato a studiare, a cercare di più.


Qualunque cosa io abbia fatto ho sempre pensato ci fosse uno spiraglio per cambiare le cose e questo mi ha portato anche a conoscere gente speciale, talvolta pronta a camminare insieme a me , dandomi la forza di ignorare quella  pronta ad ostacolarmi per motivi non sempre nobili.

Ho tuttavia sempre pensato che non sia mai stato tempo perso. Che se non ero io a lasciare qualcosa, era quell’esperienza a lasciare qualcosa a me.

Dopo più di trent’anni di lavoro, conservo fortunatamente ancora la stessa energia, la stessa euforia che mi permette di amare ancora il mio lavoro, di voler scrivere, di voler ancora studiare, di essere ancora me stessa.

E se non mi riesce di spezzare il “silenzio”  per condividere le mie idee, coltivo la mia rivoluzione con il rinnovamento continuo di ciò che insegno, oppure con la voglia di dire ciò che penso e  di tenere accesa quella luce  che può fare la differenza.

Qualche volta sembra non funzioni come vorrei, ma sono riuscita col tempo a capire che ciò sia normale e che non devo permettere a nessuno di cancellare la mia voglia di sperimentare un nuovo modo di lavorare, di essere.

 

Non sarà sempre innocuo, accomodante, accattivante e simpatico a tutti, ma non ho mai cercato il successo assicurato, o preteso la benevolenza di tutti e non avrebbe potuto essere altrimenti.

Ma io continuo a star bene con me stessa, perché sono convinta che le vie più semplici non portino a nulla, a nulla di prezioso. Questo dico ogni giorno ai miei figli e ai miei studenti.

Dobbiamo sentirci liberi di percorrere strade rischiose, spaventose se sono le uniche a portarci a qualcosa che ci sta veramente a cuore.

L’attuale crisi economica, etica e politica è il fallimento di un sistema ma anche di un modo di essere.

 Non ci siamo ancora svegliati da un torpore che ci rende condizionati, indottrinati , in attesa che qualcuno ci dica cosa fare, che ci dica di cosa avere paura e in cosa sperare.

Non ci siamo accorti che forse è il momento giusto per fare qualcosa di straordinario senza che alcuno ci autorizzi a farlo: cambiare la nostra vita credendoci.

 Io ho sperimentato sia il solo modo per star bene con se stessi.

Quante volte mi è stato detto di essere caustica, spigolosa, troppo diretta, impaziente, ma i miei dubbi duravano poco più di un secondo, e oggi più di prima, mi auguro di vedere figli, studenti, cittadini e politici solo “GIARDINIERI”.

ANTONIA BRIUGLIA 

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