Nella “riffa” dei collegi gli elettori non contano nulla

Per cercare di vincere le elezioni con un quorum che garantisca la maggioranza assoluta in parlamento, i partiti si vedono costretti a mettere in campo coalizioni che a volte vedono insieme soggetti che poco hanno da esprimere unitariamente, malgrado i soliti programmi fatti da centinaia di pagine che nessuno leggerà. 

La pessima legge elettorale, il famigerato “rosatellum”, che finora non è mai stata in grado di garantire una maggioranza di governo il giorno dello spoglio delle urne, ma anzi ha portato alla creazione di strane e contraddittorie maggioranze, purtroppo anche questa volta terrà lontano gli elettori che, proprio a causa di questa legge, infatti non vengono coinvolti. Per cercare di vincere le elezioni con un quorum che garantisca la maggioranza assoluta in parlamento, i partiti si vedono costretti a mettere in campo coalizioni che a volte vedono insieme soggetti che poco hanno da esprimere unitariamente, malgrado i soliti programmi fatti da centinaia di pagine che nessuno leggerà. Sia il centrodestra che il centrosinistra ancora oggi, a due mesi dal voto, non sono in grado di mettere in campo una proposta credibile ed esaustiva. Ed allora l’elettore si vedrà costretto a votare nel collegio un candidato, sicuramente espressione della coalizione ma non appartenente ad un partito che l’elettore avrebbe scelto. Anche per quanto riguarda la porzione proporzionale la scelta per l’elettore è obbligata.  I nomi vengono decisi dalle segreterie dei partiti e l’elettore non ha nessuna possibilità di esprimere una preferenza per inviare in parlamento un rappresentante di cui ha fiducia. E’ molto difficile, visto il poco tempo a disposizione ed il periodo estivo, che si possa dar vita a nuove espressioni politiche. L’astensione, in tutte le competizioni, è sempre più alta e rischia di diventare il partito di maggioranza. Con questa legge elettorale i cittadini saranno sempre più lontani dal Palazzo e si sentiranno sempre più esclusi dalle scelte di indirizzo e di governo. E poi manca il sogno.

Roberto Caputo  da PENSALIBERO

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