Nel nome del progresso. A Spotorno che se ne fanno di un muro così?

Nel nome del progresso
A Spotorno c’è un vecchio muro, uno di quei muri che hanno ispirato cantautori cappelloni amati da tutti, uno di quei vecchi muri costellati da cocci aguzzi di bottiglia, si insomma un muro che delimita una Crêuza de mä. Beh, a Spotorno che se ne faranno mai di un muro così?

Nel nome del progresso

Forse solo pochi sanno che tra i residenti di Spotorno figura a giusto titolo anche Pinocchio. Pinocchio quel ragazzino che si ficcava sempre nei guai e col vizio di dire bugie o meglio, come si dice oggi, col pregio di aggiustare un poco la verità. Beh guarda caso la simpatica canaglia risiede proprio su un muro. 

Sono passata di lì qualche giorno fa quando il grillo e le cicale lo sgridavano ben bene.

Ma per capire il seguito del romanzo di Collodi bisogna fare una piccola premessa, inquadrare un attimo i fatti. Certo non possiamo mica addossare tutta la responsabilità a lui che da anni e anni dall’alto del muro osserva il degrado inesorabile di quella cittadina.

Che ne può lui delle beghe di palazzo per accaparrarsi l’ambito assessorato all’urbanistica? Ed è certo che di un buon amministratore gli spotornesi avrebbero bisogno dopo le tre opere incompiute nel centro del paese. 

Pinocchio deve aver pensato che in fondo il vecchio muro sul quale abita è solo un vecchio muro scomodo e che abbatterlo, spostarlo un più in là e sostituirlo con uno di cemento armato rivestito di pietre arrivate da chissà dove non avrebbe fatto la differenza; lui invece avrebbe avuto il vantaggio di stare un poco più comodo. Pare che l’amministrazione, contattata dai progettisti in via informale, non abbia avuto niente in contrario. 

Avrebbe fatto solo una raccomandazione, mangiafuoco avrebbe detto alla nota testa di… legno “Mi raccomando Pinocchio fai quel che vuoi ma non dirlo a nessuno, guai a te. La gente ha la memoria corta ma quel muro rientra nella zona di vincolo paesistico legata al vecchio borgo del castello”. E infatti il Castello e l’Oratorio di Santa Caterina sono proprio lì a pochi passi.

Ma Pinocchio nel cervello ha solo pochi trucioli, potrebbe essere altrimenti essendo un burattino di legno? Vuoi mica che sostituisca la parola vecchio con antico, in fondo vendette l’abbecedario per andare al circo.  Così lasciate che vi racconti io di quel muro.

E’ un vecchio muro, ma di quelli proprio vecchi sapete, uno di quei muri che hanno ispirato cantautori cappelloni amati da tutti, uno di quei vecchi muri costellati da cocci aguzzi di bottiglia, si insomma un muro che delimita una Crêuza de mä. Beh, a Spotorno che se ne faranno mai di un muro così?
Qualcuno forse passeggia ancora nella crêuza pensando di calcare le orme del poeta Sbarbaro che abitava a poche centinaia di metri da lì? Qualcuno forse pensa che sui quei sassi vivano ancora i licheni che lui censiva? Certo che no, quella via altro non è se non un pisciatoio per cani e, in un mondo di auto, un ostacolo per raggiungere comodamente casa.
Il pensiero di Pinocchio si sintetizza così “Certo che sarebbe comodo abbattere qualche vecchia pietra, stendere un bel manto d’asfalto che mi porti dritto dritto verso casa, e magari, ora che la strada c’è pensare anche ad un bel garage interrato. Sai, ora che basta interrare si costruisce di tutto… Sul progetto scriviamo autorimessa, poi tra qualche tempo al lavandino aggiungo una piastra elettrica, metto tendine alle finestre ed voilà mi ritrovo una bella tavernetta. Si vabbè che importa se a catasto c’è C2 e qui alla fin fine ho un piccolo monolocale non è mica abusivo. Ho l’autorizzazione firmata io!!”


Così deve avere pensato Pinocchio. In fondo lui non ha memoria, solo segatura. Che vuoi che ne sappia del Decreto Ministeriale 1077 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 1965? Vuoi che ci pensi che anche il pittore Gigetto Novaro sarà passato di lì per raggiungere casa? Vuoi che gli salti in mente che così facendo anche la casa dello scrittore Lawrence è stata abilmente ristrutturata e un altro pezzo di storia Spotornese è sfumato?

Il grillo dopo aver frinito per bene, temendo una nuova martellata, ha lasciato Spotorno.  Lui la briga di leggere il decreto se l’era presa e alle parole “Antico nucleo legato al castello di Spotorno di eccezionale valore per la spontanea concordanza e fusione della varia morfologia del terreno con l’architettura tradizionale di carattere tipicamente ligure. Complesso di grande rilievo per l’aspetto vario e pittoresco che conferisce all’insieme una non comune bellezza e degno di essere adeguatamente tutelato al fine di conservare e valorizzare gli elementi di alto interesse ambientale” si era anche un po’ commosso.

Vogliamo forse dargli torto se partendo era anche un po’ schifato?

Non sappiamo se sarà riuscito a convincere Pinocchio certo è che a Spotorno più che pensare alla valorizzazione del territorio si opera per la sua disgregazione.

 LEGGI la gazzetta ufficiale del 1965

 LEGGI il supplemento della  gazzetta ufficiale del 1985

 

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