Migranti a Pogli: una riflessione di Don Arrigoni

 
I migranti a Pogli di Ortovero
Una riflessione del parroco di Pogli don Italo Arrigoni
a margine della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato

 

I migranti a Pogli di Ortovero
Una riflessione del parroco di Pogli don Italo Arrigoni
a margine della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato

La canonica della parrocchia di Pogli di Ortovero, (le case canoniche sono di proprietà dell’Ente parrocchia) era stata richiesta per ospitare quattro persone che risiedevano nel convento degli Agostiniani di Loano, che sarebbe passato all’associazione del CEIS (Centro Italiano di solidarietà) dal primo dicembre.

Quindi la curia deteneva le chiavi per poter fare il trasloco.

A causa di alcuni problemi burocratici con l’amministrazione Comunale di Loano, il CEIS chiedeva di spostare a Pogli, per circa un mese, dieci ragazzi (in effetti sono dei ragazzi), comunque “migranti”, il parroco avvisava immediatamente il vicesindaco e il sindaco che esprimevano le loro giuste perplessità, il responsabile locale del CEIS nella serata del 6 dicembre spiegava tutti i motivi dell’operazione.

La popolazione veniva convocata dal sindaco per la serata del 7 dicembre per informare giustamente la popolazione, che pur esprimendo molta preoccupazione si è adeguata alla, per alcuni, scioccante realtà.

Occorre dire che nelle nostre comunità la percentuale di frequentanti è molto bassa, varia tra il 5 e il 10 per cento, quindi è difficile parlare dei valori cristiani, come la solidarietà o le opere di misericordia (ero forestiero e mi avete accolto), valori che fondano le nostre confraternite, ma se non si ascolta la parola della Chiesa non è facile dire che il vangelo non si mette in pratica con delle belle e lunghe processioni, ma esercitando la carità e, soprattutto, la carità nei confronti degli “ultimi”.


Alle sette del mattino i ragazzi sono arrivati a Pogli, c’erano i carabinieri, le autorità, i dirigenti del CEIS. Nel pomeriggio ho celebrato la novena dell’Immacolata nella chiesetta che è proprio vicina al luogo dove nel 1912 il ragazzino Cesare Pisano (Frate Ave Maria) perdeva la vista.

Eravamo già nel vespro della Immacolata, con i parrocchiani ci siamo affidati alla Madonna, così come faceva san Luigi Orione, fondatore degli Eremiti ciechi della divina provvidenza, congregazione religiosa dove Frate Ave Maria era stato accolto nel 1920.

Proprio la Madonna Immacolata ha segnato un gesto di grande carità e accoglienza, i “ragazzi” sono saliti alla chiesetta per la Messa e si sono fermati a salutare la popolazione, bisogna dire che dieci ragazzi di colore tutti insieme, schierati come ad una premiazione olimpica, nessuno mai li aveva visti a Pogli, per primi sono stati i chierichetti che hanno cominciato a stringere le loro mani, poi il parroco e i parrocchiani.

Così per le altre celebrazioni nella chiesa parrocchiale, dove la percentuale di frequenza alla santa Messa è salita del trenta per cento, bisogna dire che ho ricevuto delle belle testimonianze di persone che mi dicevano che questa presenza era una grande occasione di esercitare la carità e la misericordia, proprio a conclusione del Giubileo, un altro mi diceva che ha un appartamento libero a Pogli e lo avrebbe messo volentieri a disposizione, un gruppo di ragazzi che parlano bene l’inglese ha trascorso con i ragazzi la sera di Natale, la Messa e la tradizionale “cioccolata calda”, anzi nel pomeriggio di Natale hanno chiacchierato insieme, ecco anche il dono delle lingue che ci fa sentire davvero fratelli.


Da parte mia ho preparato del materiale che cerca di dare spiegazione di queste situazioni: la mappa delle tante guerre (la triste realtà della guerra mondiale a pezzi), la riflessione della chiesa italiana sui migranti, il bel mensile della caritas, dove, tra gli altri, un ragazzo di Ortovero, che frequenta il liceo, raccontava la triste vicenda dei migranti morti al largo di Lampedusa.

Proprio per dire anche a quelli che non frequentano la Chiesa e non conoscono il Vangelo la bellezza di quell’accoglienza che era alla base nei nostri paesini dell’entroterra, quando da poveri si diceva che dove mangiano cinque possono mangiare anche sei e nessuno era escluso, poveri ma gran signori e buoni cristiani.

Ora i ragazzi vanno a Loano, i carissimi amici del CEIS li accolgono e vorrei ringraziare tutti loro, anche perché li ho tempestati di telefonate e mi hanno sempre risposto con delicatezza e carità, aiutandomi a vivere questi momenti di pura grazia.

Questa è la mia interpretazione, al di là degli accenti di natura sociale  o politica, che conosciamo bene, vorrei ringraziare l’amministrazione di Loano perché ha dato a noi di accogliere Gesù, chi accoglie voi, accoglie me. Anzi vi dirò di più, proprio come ho spiegato ai miei parrocchiani, questa situazione è nata dalla Divina Provvidenza, nel segno della Madonna e sotto la guida di san Luigi Orione, proprio perché a Pogli è nato Frate Ave Maria.

Così dico agli amministratori di non avere paura di accogliere Gesù, ai confratelli preti di Loano chiedo di andare a trovare Gesù, lì in quel santo luogo, il monastero di sant’Agostino, dove abiteranno i dieci ragazzi, agli operatori dei mass-media chiedo di conoscere ancora di più e meglio questa grazia dell’accoglienza, andate anche voi alla grotta a conoscere il bambino Gesù.

Anzi i dieci Gesù, e vi chiedo di ripetere quel gesto dei miei chierichetti, stringetegli la mano e commuovetevi un po’, nel giudizio finale il Signore vi dirà: ero forestiero e mi avete accolto.

Un’ultima commovente parola, il mercoledì 11 gennaio, uno dei “ragazzi”, “migranti”, ma meglio ora dire, nostri parenti, ha scritto un bellissimo saluto, in francese, dicendo grazie per l’accoglienza a braccia aperte, dicendo che gli rimarremo nei cuori e benedicendo tutti i pogliesi, bè, insomma, direi che una riconoscenza così bella è veramente una grande dono di Dio.

Grazie “ragazzi”!

L’appuntamento è per il concerto in sant’Agostino del 21 gennaio, alle 19, concerto di benvenuto ai migranti.

Don Italo Arrigoni

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