Ma…un altra risposta a Silvio Rossi

MA…UN’ALTRA RISPOSTA A SILVIO ROSSI

 Ma caro mio ex collega di Circoscrizione e ora combattivo consigliere della Lega Nord nel Consiglio comunale cittadino…

MA…UN’ALTRA RISPOSTA A… SILVIO ROSSI

 Ma caro mio ex collega di Circoscrizione e ora combattivo consigliere della Lega Nord nel Consiglio comunale cittadino, capisco la sua imperiosa necessità di rivendicare la fondatezza delle sue prese di posizione ideologiche e pragmatiche a fronte delle critiche – più o meno garbate, ne convengo, ma non è che il vostro leader ricami discorsi polemici in punta di fioretto! – che piovano addosso al suo partito da tutto quello che al tempo della Prima Repubblica si chiamava “arco costituzionale”; ma proprio per questo lei dovrebbe, mi scusi la franchezza, documentarsi meglio prima di lanciare i suoi J’accuse contro gli avversari politici, nella fattispecie contro il sottoscritto (peraltro divenuto “cane sciolto” da qualsivoglia partito o partitino, salvo il mio convinto sostegno al gruppo non partitico di Noi per Savona, come ho già dichiarato).

Ad esempio: lei non poteva sapere che io appartenessi ai militanti di Rifondazione Comunista per il semplice fatto che non sono mai stato un militante di quel partito bensì, come le ho pur precisato nella mia precedente risposta, di Sinistra Ecologia e Libertà di Nichi Vendola, provenendo dalla corrente interna ai fu Ds che faceva capo a Fabio Mussi. Lei mi potrà obiettare che ho pur sempre militato in un partito di sinistra alleato, nelle ultime tornate amministrative, oltre che nelle politiche del 2013, con il Pd sempre più di centro (destra) e sempre meno di sinistra, e quindi corresponsabile del degrado di Savona imputabile “principalmente” alla mia parte politica.


 Questa accusa sottintende che la sua parte politica, invece, avrebbe amministrato molto meglio la nostra città, risanando il bilancio, rilanciando l’economia, incrementando il turismo e valorizzando i beni culturali e paesaggistici ancora presenti – ma fino a quando? – nel nostro territorio, difendendo l’ambiente e quindi la salute dei cittadini, migliorando i servizi sociali…Purtroppo manca la controprova; comunque, ora sta a voi dimostrare con i fatti che avevate ragione, e ne riparleremo  (sempre se  saremo ancora vivi) tra cinque anni. E veniamo all’ affaire Margonara: che cosa vuole che le dica? Anch’io come tanti cittadini savonesi ritengo che continuare a cementificare la  nostra riviera con un altro porticciolo turistico e, magari, con annesso borgo ligure nella località Margonara non sia la scelta migliore per creare nuovi posti di lavoro e per la salvaguardia di un ecosistema già abbastanza saturo e inquinato; poteva forse rappresentare un’attrattiva turistica e culturale la famigerata torre-grattacielo di Massimilano Fuksas che si sarebbe avvitata su se stessa come una tromba d’aria visibile anche da Genova, ma l’impatto ambientale su quel tratto di costa sarebbe stato devastante, tanto che lo stesso Fuksas ha deciso di ritirare il progetto, anche  in ragione dell’ ostilità e delle ironie dei savonesi  riguardo a quella torre tortile che richiamava la forma di un gigantesco fallo.

Tra l’altro, come lei sa, molti si chiedono perché, se un’area da riservare a nuovi posti barca si dimostrasse così necessaria, non si possa trasferire il progettato porticciolo dalla zona della Margonara  a quella attualmente occupata dagli impianti delle Funivie in via di smantellamento? Possibile che Italia Nostra, il WWF, i Verdi, Noi per Savona, Sinistra, ecologia e libertà, Rifondazione e altre formazioni politiche (o antipolitiche come il M5S) abbiano preso una grossa cantonata nel difendere lo scoglio della Madonnetta tanto caro ai vecchi e ai giovani savonesi? Per l’ingegner Gambardella sicuramente sì; ho sott’occhio una sua intervista ormai datata (16 gennaio 2011), ma non per questo meno esplicativa degli interessi in  gioco, rilasciata al Secolo XIX online, nella quale  minaccia di trascinare in tribunale la Giunta regionale e non so quanti e quali altri oppositori del suo progettato porto turistico per utenti di lusso: “Non solo il ricorso al Tar ma anche al tribunale civile e persino penale, con l’annuncio-minaccia, in caso di vittoria al Tar, di tornare a realizzare il primo progetto previsto alla Margonara, quello maxi da 800 posti barca e palazzotti sul mare.

 

 ‘E’ quello il progetto per cui abbiamo vinto il bando pubblico tredici anni fa e a quello torneremo’ tuona Giovanni Gambardella, ex manager Iri, Ilva e Ansaldo che ieri ha rotto gli indugi ed è sceso in campo annunciando la battaglia su tutti i fronti dopo la bocciatura del porto da parte della Regione”. Ma perché Gambardella è sceso sul piede di guerra contro la Regione? Perché, pur adeguando di volta in volta ben cinque progetti alle richieste della Giunta Burlando, alla fine lo liquidano “con poche righe bucoliche (?)  sul sito della Regione” dicendogli che “il porto non si fa perché ormai ci sono abbastanza ormeggi in Liguria. E pensavano che io me ne stessi bravo dopo tutto quello che ho speso per accontentarli, persino scegliendo l’archistar che volevano loro? Ma credono di essere Gheddafi o siamo in democrazia?”. Fuksas l’avevano scelto loro? Chiede l’intervistatore: “Volevano un archistar, io ne ho proposti quattro ma non andavano, qualcuno (?) mi ha  detto Fuksas ed è venuta poi la sua torre che per fortuna non è andata avanti”. Il ‘fallo’ non le piaceva? “Era antieconomico da realizzare”. Chi aveva chiesto Fuksas? “Lasciamo stare”….Ha già conteggiato i danni? “Cinque progetti, compreso il carissimo Fuksas, più due-tre persone che da tredici anni lavorano a questa pratica. Fate voi”. E chi pagherebbe? “Tutti quelli che hanno scritto, firmato e sbagliato negli anni. Molti”. Ecco, la risposta alla sua domanda su chi dovrebbe pagare i danni gliel’ha data lo stesso ingegner Gambardella fin dal 2011. 

Ma nella domanda secca che lei mi rivolge su chi pagherà i danni è implicita una altrettanto secca risposta: noi. O mi sbaglio? Che dire a questo punto? Chi vivrà vedrà. Quanto alla sua risposta alla domanda che le ponevo sull’evoluzione (o involuzione, secondo i punti di vista) in senso nazionalistico-patriottico del suo partito, la trovo, mi scusi anche qui la franchezza, alquanto confusa: infatti lei sostiene, in buona sostanza, che voi leghisti, essendo democratici e rispettosi delle “vigenti leggi dello Stato e delle opinioni degli altri”, invece di passare all’azione (armata?) aspettate fiduciosi  la “maturazione” della maggioranza dei “padani”.


 Già, e nell’attesa che quella maggioranza si converta al federalismo e all’indipendentismo vi alleate con Forza Italia, con i Fratelli d’Italia e, all’occorrenza, con i militanti di Forza Nuova e di Casa Pound? Mah! Riguardo poi alle tesi – che lei  peraltro condivide  con Marine Le Pen e con gli altri agitatori populisti europei, Salvini incluso – sul pericolo incombente dell’islamizzazione dell’Europa a causa dell’immigrazione massiccia di musulmani nei nostri territori non posso che rinviarla alle cause storiche che hanno provocato, e continuano a provocare, queste migrazioni che a buon diritto possiamo definire bibliche, e che non saranno certamente i muri invocati dai nazionalpopulisti a fermare. Le ricordo che, come ha detto anche papa Francesco, si sta combattendo su vari fronti la terza guerra mondiale ed è una pia illusione quella di non subirne anche in Europa le tragiche conseguenze. Su questo punto sono certo che il nostro comune amico Giampiero Nani concorda, come anche concorderà senz’altro, essendo poeta, nel giudicare di pessimo gusto le volgarità salviniane contro la Presidente della Camera Laura Boldrini: si può benissimo dissentire senza insultare, non crede?

Un saluto da

Fulvio Sguerso

 

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