MARONZY E MARCHIONZY

 

MARONZY E MARCHIONZY
All’orizzonte la “Padania 2” con l’amico Gheddafi.

 E gli operai di Melfi?

Espulsi come i Rom, nonostante la chiara sentenza esecutiva

MARONZY E MARCHIONZY
All’orizzonte la “Padania 2” con l’amico Gheddafi. E gli operai di Melfi?
Espulsi come i Rom, nonostante la chiara sentenza esecutiva

Il Presidente della Repubblica francese, Sarkozy, si è inalberato dopo avere letto, ci dicono fonti precarie, il pezzo “Un Canon” pubblicato il 25 luglio scorso sul numero 257 di “Trucioli”: “Comman? Je fascio tenerésa? Te lo fascio vuar muà che fascia ferosce che ce l’ho!”

    Egli, approfittando dell’assenza di Carlà, impegnata con l’attività cinematografica e Woody Allen, ha deciso di risolvere i problemi della sicurezza di sessantuno milioni e mezzo di francesi (dei quali due milioni circa, forse, di origine celtica), espellendo dalla “grande Patrie” di 544.000 chilometri quadrati ben ottocento zingari occupanti circa mezzo ettaro di territorio .

   La cosa ha fatto andare in bestia il nostro preclaro Ministro degli interni, il berleghista Roberto Maroni, non per il fatto in sé, ovviamente, ma perché non gli si è riconosciuta la primogenitura dell’idea: l’ideale padano della cacciata di tutti gli zingari come atto iniziale della cacciata ed espulsione di tutti quelli che non sono padani, o che non lo vogliono diventare (anche perché non si sa bene di che cosa si tratti), dal Nord Italia : “Ha imparato da me e nessuno lo ha ricordato!”

La politica dell’Inaccoglienza poi, come corollario anticostituzionale dei principi berleghisti, deve essere riconosciuta come un suo appannaggio. Che gliene frega al Nostro di quello che succede a migliaia di profughi africani in Libia? Gheddafi è un amico disinteressato e religiosamente folcloristico (come molti berleghisti) e sta per essergli concessa la nebulosa cittadinanza padana perché anche la Libia ha una bella pianura.

Pare che ad essa sarà dato il nome di Padania 2 con un prossimo protocollo d’intesa, da sottoscriversi alla presenza di un migliaio di ragazze raccogliticce pagate, per l’occasione, ben 100 euro l’una. La decisione è stata presa dopo che il “Trota”, reduce da possenti studi di approfondimento, si è precipitato davanti alla dirigenza leghista, riunita d’urgenza a fronte del pericolo turco, strillando: “Papà, papà, non c’è problema, anche la Libia è al Nord, Nordaffrica!” “Avete visto che genio el me’ fiòl?” ha concluso Bossi.

Ma come che sia, a noi pare che la primogenitura, in questo vile attentato ai diritti dell’uomo, debba essere concessa a Sarkozy. Non ci racconti il Nostro che l’ungaro Presidente francese ha imparato da lui. La tradizione della destra francese, sempre perdente, non ha certo bisogno –da Pétain a Le Pen– di imparare nulla da nessuno, figuriamoci dal padan Maroni !

   Egli dunque si sbaglia. Del resto, che la dirigenza berleghinante delle nostre località di frontiera abbia subito accolto la lezione sarkozista ce lo racconta l’intervento del sindaco di Sanremo, Maurizio Zoccarato, che , nel mentre un centinaio di “Rom” (cioè Zingari) espulsi dalla Francia sono stati allontanati dall’area camper di Pian di Poma, ha dichiarato di volere una legge simile a quella francese (vedasi “Il Secolo XIX” 27-8-2010 pag. 7).

    La cacciata, la persecuzione e il genocidio degli zingari in Europa hanno segnato il punto più alto con il nazismo (almeno 500.000 persone eliminate nei famigerati campi di sterminio). La reviviscenza della persecuzione portata avanti, con violazione dei principi costituzionali delle moderne democrazie, da settori politici della destra Europea, oltre ad essere un crimine, è un segnale pessimo per la libertà di tutti . Con queste iniziative i responsabili dei partiti dell’ “ordine” sono alla ricerca di “alibi” che coprano la loro fallimentare politica sulla tanto vantata sicurezza e altre simili penose distorsioni della realtà sociale.

    In tal senso il Presidente Sarkozy è un campione difficilmente superabile.

Non ci venga quindi Maroni a berleghinare di essere il maestro. Certo, oggi, egli deve fare i conti persino con gli ultras di Bergamo. Ma ci ha già pensato Sarkò con gli interventi in Banlieu, da Parigi a Grenoble, a mostrare come si fa . La “questione sociale” non esiste : si tratta di “cattivi” che non hanno compreso quali sono i loro veri interessi.

Dunque, Maroni si metta il cuore in pace, è lui l’allievo: Maronzy !

Anche Marchionne, manager della FIAT, è lì a farci capire come si risolvono i problemi con i “dipendenti” all’interno dell’azienda, specchio verace della società, dove occorre raggiungere un nuovo “patto” che metta nel nulla le conquiste dei lavoratori in nome di una modernità consistente nell’interesse unico e sacro del profitto.

Ma che diciamo mai! non c’è più classe operaia, non c’è più il “capitalismo”, “siamo tutti soci”, come diceva un nostro conoscente socialdemocratico, dal cospicuo portafoglio, per definire il socialismo. La signora Marcegaglia, poi, ci spiega che ha ragione la FIAT, quello che si fa – licenziare alcuni lavoratori- è nell’interesse di tutti gli altri , non reintegrarli dopo la sentenza non è una palese violazione della legge ma è la prassi (!?).

    Eppure il caso Melfi è semplicissimo: tre lavoratori sono stati licenziati; hanno impugnato dinanzi al Giudice del Lavoro il licenziamento; il Giudice ha dichiarato il licenziamento illegittimo e li ha reintegrati. La sentenza è ESECUTIVA nonostante appello; la FIAT ha appellato ma non ha ottenuto la sospensione della esecutività della sentenza di primo grado; i tre lavoratori –in attesa della sentenza d’appello- devono essere rimessi nella identica posizione di lavoro occupata prima del licenziamento.

    Ma Marchionzy non ottempera alla sentenza! Con una spocchia e con un comportamento illecito (altro che prassi!) che dimostrano in quale rispetto si tengano da codesti nuovi “padroni” la Legge e le Istituzioni, i tre operai non sono stati reintegrati e si fa leva, con ipocrisia e calcolo, sul caso per attuare un attacco subdolo ai diritti fondamentali di tutti i lavoratori, sponsor la Confindustria in persona della sua Presidente.

    Espulsi, gli operai di Melfi, come i Rom. Basta incominciare… Fermiamo la slavina!

 

                                                                                 BELLAMIGO       

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.