Mario Magnetto

LA STORIA/
Loano, dieci anni fa ci lasciava un pioniere
Mario Magnetto ed il suo “Garden Lido”
Ma voleva realizzare un’isola galleggiante 

 LA STORIA/
Loano, dieci anni fa ci lasciava un pioniere
Mario Magnetto ed il suo “Garden Lido”
Ma voleva realizzare un’isola galleggiante 

Loano –   NellaCitta dei Doria” è stato coerente pioniere del turismo alberghiero, pur essendo un ‘forestiero’. Eppure Loano non gli ha riservato l’onore ed il ricordo che merita. Sono trascorsi 10 anni dalla scomparsa di Mario Magnetto, all’età di 82 anni, Cavaliere del Lavoro, imprenditore siderurgico partito dalla gavetta e di umili origini, fondatore e proprietario, con la moglie Anna Reinaudo, del Grand Hotel Garden Lido,  il primo albergo a 5 stelle della provincia di Savona. L’inaugurazione avvenne il 19 giugno 1968.  

 Sul quotidiano La Stampa, domenica 12 febbraio 2012, negli spazi riservati ai necrologi (vedi….) due ricordi: “Nel decennale della scomparsa di Mario Magnetto, con immutato rimpianto e nostalgia, i suoi cari lo ricordano nella S. Messa che verrà celebrata nella parrocchia Natività di Maria Vergine di Almese il 15 febbraio alle ore 18”. Il secondo: “Dipendenti CLN ricordano con stima il cav. Mario Magnetto. Caselette”.

 Ormai non sono rimasti molti, a Loano, ad aver conosciuto ed apprezzato la figura, soprattutto la statura umana, morale e sociale, di Magnetto. Assai ben descritta e raccontata, anche attraverso testimonianze dirette, di quanti l’hanno conosciuto e frequentato, nel libro-biografia di Lorenzo Gianotti. Titolo: “Mario Magnetto. Una volontà d’acciaio”. L’unica figlia, Aurora, ha ricordato: “Papà ha lasciato un vuoto incolmabile. Ma i suoi consigli, le sue opinioni, i suoi esempi potranno per sempre orientarci”.

Ed un amico, esimio avvocato di fama nazionale,  Franz Grande Stevens, ha detto: “Magnetto, uomo di fatti più che di parole, conciso, anzi essenziale nel suo discorso, sentimentale senza volerlo apparire, solido nel carattere e nei comportamenti, con una vena di timidezza che era un segno della sua sensibilità. Il lavoro, l’azienda, la famiglia, la fede religiosa erano le ragioni della sua vita operosa. Possedeva un alto grado le virtù tipiche dei piemontesi (nato ad Almese ndr) e, fra queste, anche la sobrietà dei costumi. Apparteneva all’esigua schiera di uomini che nelle generazioni famigliari e nella costruzione dei centri di lavoro lasciano un segno concreto ed originale…Una personalità tanto ricca di doti quanto generosa”.

Il rapporto con Loano è un piccolo compendio di queste testimonianze. Poi ci sono altri aspetti meno noti, in particolare alle nuove generazioni. Magnetto è stato l’unico imprenditore che ha operato a Loano, costretto dal Comune, a realizzare un albergo, anziché due palazzi seguendo l’esempio di  chi ha contribuito a cementizzare, nel bene e nel male, la cittadina. Negli anni ’60 esplodeva il boom della “rapalizzazione edilizia” che peraltro è proseguito fino ai nostri giorni, in forme meno aggressive, ma più intriganti.

I coniugi Magnetto frequentavano Loano, come turisti; avevano acquistato una “seconda casa” in corso Europa, dall’imprenditore Prato – fu lui il patron, ideatore dell’intero piano di costruzione, decine di palazzi – che venne ucciso a fucilate, in strada (via Stella), da un acquirente deluso. L’inizio di una Caporetto per gli eredi Prato ed una procedura fallimentare protrattasi per decenni.

Un momento dei partecipanti alla benedizione del nuovo hotel Garden Lido nel 1968

 Elice sindaco di Loano, città natale, che partito dal nulla era diventato uno dei primi ‘fornitori di bordo’ d’Italia. Magnetto sindaco della natia Almese, esordio da rigattiere, culminato con un piccolo impero di aziende sparse in tutto il mondo e la creazione di migliaia di posti di lavoro.

Elice quando si rese conto che nel cantiere edile del lungomare Nazario Sauro, anziché un albergo stavano sorgendo due edifici, e nonostante qualche pressione persino dalle alte stanze del Vaticano, con determinazione  e piglio, mobilitò l’ufficio tecnico del Comune, il comandante dei vigili (Ripamonti).

 Partirono diffide e perentori ordini di demolizione per lavori in difformità. Nel cantiere operava la storica impresa edile dei fratelli De Francesco. Una mattina da Palazzo Doria, l’ultimo avvertimento. “ Se entro….non si provvede, il sindaco provvederà a far abbattere le opere abusive…”. A Mario Magnetto non restò che precipitarsi a Loano e dare le disposizione necessarie.

Da quel giorno, ebbe inizio una difficile partita per assicurare a Loano una grande struttura alberghiera, sempre gestita dalla famiglia ed affidata a direttori d’albergo.

Un’altra testimonianza, presa dal libro.  Eccola: “Quella di Luciano Corrado, giornalista professionista di lunga lena che conosce i segreti della Liguria di ponente.  Racconta. Nel 1965 quando Magnetto venne a Loano, la prima cosa che fece fu di mettersi in contatto, oltre che con il sindaco ed il vescovo, con il giornalista del posto, vale a dire con me. Mi chiedeva informazioni su quello che capitava e mi incoraggiava a scrivere articoli che valorizzassero la città. Diventammo proprio amici, pur nel rigoroso rispetto dei ruoli”.

E in quel confronto-collaborazione, nacque un’idea-progetto per rendere Loano più attraente sul campo nazionale ed internazionale. Proporre al sindaco Felice Elice di  costruire in un’area non lontana dal porticciolo (allora di piccole dimensione e realizzato sotto l’amministrazione del sindaco Ciarlo) un’isola galleggiante nel mare,  e sopra una torre con ristorante, bar, sala da the. Un progetto ambizioso, all’avanguardia, che fu poi copiato nel principato di Monaco con la costruzione del quartiere di Fontvielle, ricavando spazi nel mare, appunto.

Ciò che in  modo assai più invasivo sarà permesso, da altri sindaci, all’imprenditore siciliano Salvatore Ligresti, col nuovo maxi- porto edificato e la concessione su aree demaniali per la durata di 80 anni.

Magnetto, né Corrado, peraltro giovanissimo collaboratore anche del sindaco loanese, riuscirono a convincere Elice, il cui sogno era mantenere integre, per il suo paese, le caratteristiche di “cittadina marinara”, pur nella peculiarità  innovativa e della vocazione turistica.

Elice contribuì di fatto ad assicurare che Loano disponesse di un albergo di classe, con piscina, piccolo parco alberato, parcheggio, garage, accesso alla spiaggia. E su quest’ultimo fronte Mario Magnetto si ritrovò a combattere una lunga, incredibile battaglia. Dapprima ottiene una modesta concessione demaniale da riservare ai clienti dell’hotel, ma si scatena una guerra sotterranea e il confinante rag. Italo Giannoni, tenace e battagliero presidente della locale Associazione Bagni Marini, con incarichi  a livello provinciale, riesce a far lobby e mettere in discussione l’assegnazione.

Il giorno dell’inaugurazione dell’hotel: da ds, Cencin De Francesco, Mario Panozzo, l’allora sindaco Mario Rembado, Mario Magnetto, il vescovo Alessandro Piazza. Dietro, l’avvocato Rembado senior.

 Non è un mistero: all’epoca, al ministero della Marina Mercantile e alla Capitaneria di Porto di Savona, “volavano” bustarelle. E Magnetto, inizialmente, dovette subire l’affronto, con la revoca della concessione. Non fu facile il ripristino, negli anni, della legittimità e degli interessi puliti, a beneficio della più importante struttura alberghiera del comprensorio.

 Il tempo, a volte, è galantuomo. Gli eredi di Mario Magnetto, e qui veniamo agli anni recenti, hanno reso onore al loro congiunto. Sono diventati gli unici proprietari- concessionari  (oltre che degli originari Bagni Garden Lido), con l’acquisto dello stabilimento (molto ampio)  Bagni Lido Sole, proprio dagli eredi di Giannoni. In precedenza era  stata acquisita la concessione dei Bagni Varesina.

Nel corso dei decenni, i coniugi Magnetto, sono rimasti fedeli a Loano. Il commendatore, così veniva chiamato in città, anche in vacanza si alzava di buon’ora. Era abitudinario. Faceva il giro dai pescatori appena rientrati con il prodotto fresco.  E nel pomeriggio le passeggiate fino ai confini con Borghetto. Nelle giornate di vento e di pioggia si aggirava negli antichi carrugi, con  visita prediletta al barbiere di corso Roma ed al ciabattino di via Garibaldi.

Ancora la testimonianza del giornalista Corrado: “Magnetto è sempre stato un uomo esigente, che pretende, ma dà fiducia e riconosce i meriti. Non ama, anzi detesta gli yes men,  apprezza la gente di carattere e del fare, dei risultati, battaglieri, anziché delle chiacchiere. Tra le poche amicizie e persone che stimava il dottor Maurizio Strada, uomo rigoroso, per 35 anni consigliere comunale di opposizione, assai scomodo nelle sue battaglie soprattutto in campo edilizio e contro la speculazione selvaggia, le corruttele dilaganti. Puoi stare tranquillo che tutte le volte che Magnetto veniva a Loano, la sua seconda telefonata era per Strada…”.

Il Garden Lido è rimasto una realtà unica ed importante nel tessuto alberghiero e turistico cittadino, provinciale. Dopo la morte del capostipite, per un certo periodo ha fatto capolino un giovane legato agli ambienti di Forza Italia (è stato segretario cittadino) e della destra che aveva preso saldamente le redini della città, delle clientele, degli affari, delle cooperative bianche.

Gli eredi Magnetto si erano affidati per qualche anno a Marco Ponziglione che era pure stato presidente della locale associazioni albergatori, quando papà Mario (fu presidente provinciale della categoria) e mamma ingegner Ester Guerrini, persona colta, preparata, capace, gestivano il loro albergo: il  G. H. Moderno, 4 stelle, 86 camere, 151 posti letto, con la ‘sfortuna’ di essere appena sopra l’Aurelia, dietro il Continental.

Si trattava di una struttura qualificata, importante, certo non era facile far quadrare spese ed introiti. Sta di fatto che alla fine i giovani eredi Ponziglione hanno preferito vendere, un bel gruzzolo favorito dalla trasformazione in seconde case. Come è del resto avvenuto, sempre col consenso dell’amministrazione di centro destra, per il confinante Continental (72 camere 120 posti letto, 3 stelle), dopo la morte di Gianangelo Panizza che fu pionere del primo supermercato alimentare sorto a Loano.

Nell’attesa che dopo 20 anni di annunci e promesse sbocci la nuova zona alberghiera (?)  delle Vignasse (per chi non lo sapesse, tra gli anziani loanesi, viene definita la “Siberia” e la dice lunga la lungimiranza urbanistica), il Garden Lido da quest’anno rimane l’unico 4 stelle della provincia ad aver mantenuto un’apertura di 12 mesi. E nei programmi del futuro, sono previsti nuovi interventi di ristrutturazione ed innovazione. Si parla di trasferire il ristorante, con la costruzione di un quarto piano, fronte mare. Portando a buon fine l’opera di rinnovamento, iniziata nel 1993 da Alessandro Corrado e proseguita negli anni successivi che hanno conosciuto il periodo di maggiore ‘splendore’ dell’hotel, sia sul fronte dell’occupazione camere (con punte annuali del 76 per cento), sia occupazionale e di professionalità (un massimo di 53 dipendenti), e della qualità della clientela. Con tanti ‘bei’ nomi – tra i clienti – del mondo imprenditoriale italiano ed  europeo, ma anche personaggi vip televisi, dello sport nazionale, della cultura, dello spettacolo, della musica.

Altri tempi, soprattutto per Loano. Senza dimenticare le benemerite  ed ammirevoli famiglie che si contano sulle dita di una mano, rimaste fedeli alla “cultura” alberghiera, evitando di abbandonare mura e gestioni. E’ il caso della famiglia Panozzo-Garassini Garbarino, gli eredi Andina, i Delbalzo-Cha, i De Giovanni-Caltagirone e da ultimo Roveraro-Cappelluto.

R.T.          

 

19 febbraio 2012

 

Un incontro nel 1981 tra Magnetto, l’allora sindaco Eliodoro Garassini, il presidente dell’azienda di soggiorno notaio Giacomo Burastero, funzionari del ministero del Turismo di Roma ed il direttore dell’albergo, all’epoca, Luigi Negro 

 

 

La copertina del libro-biografia su Mario Magnetto

Mario Magnetto e la consorte Anna Reinuaudo, in una delle ultime foto al Garden Lido

 

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