Margonara

Margonara –  Tredici anni per bocciare definitivamente un porto
 e c’è chi pensa di progettarne già un altro
L’ARROGANZA DEL POTERE

Margonara –  Tredici anni per bocciare definitivamente un porto
 e c’è chi pensa di progettarne già un altro
L’ARROGANZA DEL POTERE
 

Tredici anni per bocciare definitivamente un porto e c’è chi pensa di progettarne già un altro. Dopo la definitiva bocciatura dell’ultimo progetto sulla Margonara da parte di Regione Liguria, la cordata Gambardella sostenuta dall’Autorità Portuale, tenta di riaprirne un’altra, spostando l’ obbiettivo sul territorio savonese, sul molo del “faro verde”, accanto a Mondomarine, proprio poco distante da Margonara o forse ancora lì.

Non ci si arrende all’evidente improponibilità di un disgraziato progetto di cementificazione della costa, l’ultima rimasta a Savona, e si rilancia.

Un’idea, quest’ultima, che potrebbe però non essere gradita al Sindaco di Albissola Marina che alle sue cubature non vuole rinunciare, visti gli oneri che l’operazione gli potrebbe fruttare.

Potrebbe, però, essere ancora più sponsorizzata ( se non suggerita) dall’ Autorità Portuale e quindi da Canavese, che non vedrebbe modificato il Prg portuale e quindi salvi anche gli interventi di cementificazione alle funivie che sarebbero azzerati col porto a Miramare.

Insomma, anche a Savona, i veri poteri, coloro che si sentono in diritto di decidere per tutti e su tutti, non si arrendono e rilasciano, come usano fare ormai, da tempo, dichiarazioni in maniera scomposta, minacciando, annunciando di ricorrere al Tar contro la Regione, la massima amministrazione pubblica del territorio.

Il potere economico, le cosiddette”cordate”, si sentono vittime, chiedono giustizia e diritti, stravolgendo il concetto di ragione e di torto, proprio in linea con quanto è in uso sostenere anche parlamentari, ministri e presidenti del Consiglio.

Non il territorio vilipeso e saccheggiato da anni e non certo per altruismo, non i diritti dei cittadini e le loro istanze di una qualità della vita lontana da “colate” , speculazioni e audaci manomissioni del territorio, ma imprenditori che ultragarantiti da anni sulle loro aspettative di profitto si sentono defraudati di un loro diritto.

Si sente così, Gambardella in persona dichiarare addirittura che un amministratore regionale, l’assessore Briano non conosca” le cose” e che al suo posto saranno i giudici a decidere. Ribaltando, proprio in questi giorni, le convinzioni di un settore della politica italiana che ritiene la Magistratura inadatta a dirimere le vicende giudiziarie.

La mancanza di solidità sulle analisi economiche del nostro territorio rimane, poi, una costante dove: prima si sponsorizza la nautica, poi si dichiara la necessità di dovere rispondere a ulteriori richieste di posti barca e addirittura di maxi- yacht, riuscendo a far brillare gli occhi anche a politici della sinistra storica, assessori allo sviluppo, e infine si propinano colate di cemento prima diffuse, poi concentrate in un’unica e tormentata torre, per tornare poi diffuse. Conservandone, però, sempre il peso, la consistenza e l’incompatibilità ambientale.

Di ambiente nessuno ne vuole sentire parlare o ne vuole parlare, mentre si parla di mercato della nautica potenziale, dello sviluppo del territorio auspicato con altro cemento, magari con vocazione turistica.

Negare le Delibere Regionali, la loro evidenza diventa l’esercizio verbale di questi giorni.

Giovanni Gambardella
” Non è così lo vedrete! Sono chiacchiere bucoliche! Non mi faccio prendere in giro!” e più tardi ” farò un porto ancora più grande!!!!” e si torna così all’arroganza degli epiteti. I savonesi diventano così prima “nani, provinciali, pantofolai” (Fuksas e i suoi sostenitori) oggi “romantici e affezionati ai campi, pastori”.

 

Le cordate di privati che decidono quale soggetto istituzionale interpellare per garantire i loro affari e quale ignorare per non “passare per scemi”.

E i cittadini che da lunghi anni si sono opposti, hanno protestato in vario modo, hanno puntato il dito sull’insostenibilità e sull’inutilità di un intervento che trasformerebbe in modo scellerato, una fetta di territorio ancora libera e straordinariamente bella della costa ligure, manifestando con iniziative sul territorio, ai Consigli comunali, con pubbliche prese di posizione: quelli non esistono, non contano.

Cosa conta sono gli interessi di chi si sentiva ormai sicuro di poter puntare su un’ampia fetta di territorio demaniale, e quindi pubblica, da sfruttare anche con l’aiuto di finanziamenti in parte pubblici, in un’operazione che di pubblico non ha nulla.

 Poi l’arroganza di chi vuole esercitare il suo potere imprenditoriale compie un passo avanti e lo fa quando minaccia di abbandonare il timone operativo “ per potersi “esprimere nel mondo politico e operare per lo sviluppo”.

Il contributo di alcuni imprenditori, per lo sviluppo dell’economia ligure e savonese, è ormai noto ed è sicuro che abbia portato allo sviluppo degli interessi di quei pochi a svantaggio dei cittadini e del loro territorio.

Gli imprenditori si sono accaniti, da decenni, sul territorio non certo per altruismo, ma pensando con la complicità delle Amministrazioni, che fosse una vacca da mungere per risanare bilanci comunali e nello stesso tempo, difendere interessi di privati che tutto sono stati, meno che benefattori.

Curiose, le asserzioni di un imprenditore, del settore dei megayacht, sui “piccoli privilegi”. Quelli delle “mamme che pretendono di portare i bambini a spiaggia” ( neanche fosse un delitto!),o dei proprietari delle baracche( come fossero barboni) e dei “ politici furbacchioni in cerca di voti” ( come se non fosse il compito di un politico rappresentare le istanze dei cittadini del suo territorio per il quale è stato eletto).

L’imprenditore Silvio Rossi sembra confondere il mandato amministrativo che il politico ha per elezione dei cittadini su un programma elettorale con la connivenza che alcuni politici hanno col mondo imprenditoriale servendolo fedelmente proprio umiliando e barattando la vera azione del mandato politico stesso.

 

L’arroganza del potere tocca il patetico, poi, quando torna a perpetrare il ricatto occupazionale e qui gli esempi sono infiniti e talvolta raccapriccianti.

Si farnetica anche per Margonara, parlando di 1500 posti di lavoro e di “1000 persone imbarcate su 650 barche che poi mangiano, si divertono e fanno acquisti creando indotto. I politici che dicono che un approdo turistico come quello della Margonara non produce nulla, forse non sanno di cosa parlano e dimenticano che per pagare i servizi sociali è indispensabile lo sviluppo”.

 

Un’aberrante e arrogante mentalità, quella che propaganda lo sviluppo fondato proprio sul consumo di quel che rimane di un territorio, saccheggiato da decenni, contribuendo proprio alla mancanza di benessere per tutti i cittadini che lo abitano, con ricatti sulla qualità della vita.

Lo sviluppo è proprio qualità della vita che ormai la gente reclama come diritto imprescindibile per sé e per i suoi figli e nulla ha a che fare con 650 posti barca, con colate di cemento che azzerano territorio, mare e salute dell’ambiente.

Un’aberrante mentalità che purtroppo continua ancora a essere condizionante nella gestione del territorio delle nostre città e che sta producendo anche motivi di tensione, forse perché cominciano ad essere molti coloro che sostengono che essere contro l’aggressione e lo sfruttamento del territorio da parte di industrie impunemente inquinanti o di cementificazioni inutili e incompatibili non sia proprio da “perdenti”.

La vicenda Margonara non è ancora finita, su questo non ci sono dubbi, ma chi ha a cuore quest’ultimo tratto di costa non sembra arreso.

Sarà romanticismo, o volontà di rivendicare ciò che libero da cemento o da pontili, è, e deve rimanere patrimonio di tutti.

 

                                                               ANTONIA BRIUGLIA

 

Domenica 23 gennaio alle ore 15  Margonara , una bicchierata per i sostenitori!

 

PROSSIMO APPUNTAMENTO
CIMENTO CONTRO IL CEMENTO!
DOMENICA 20 FEBBRAIO 2011 – ORE 11.00
SPIAGGIA DELLA MARGONARA!!!!!!!!!

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