L’odissea di Cristian Castaldi

Licenziato per aver cercato di difendere
dei gattini crudelmente uccisi.
L’odissea di Cristian Castaldi.

 
 
Licenziato per aver cercato di difendere dei gattini crudelmente uccisi
L’odissea di Cristian Castaldi.

Da pochi giorni ho ricevuto la testimonianza dolorosa e toccante di Federica, la giovane moglie di Cristian Castaldi, giovane lavoratore interinale licenziato per aver tentato di impedire l’uccisione di alcuni gattini da parte di un collega. E’ uno scritto che merita di essere riprodotto fedelmente e letto attentamente, perché è lo specchio di questa società sempre più cruda ed indifferente.

“Salve a tutti il mio nome è Federica Funi.

 

Sono la moglie di un ragazzo di quasi 27 anni che si chiama Cristian Castaldi.

 

Mio marito gran lavoratore da quando aveva 18 anni, nel febbraio 2010 è stato assunto come interinale nella ditta AMA spa tramite obbiettivo lavoro e successivamente con manpower. Sono rimasta incinta nel luglio 2010, e da quel momento lui ha capito che quel lavoro ci serviva più di ogni altra cosa. e cosi cominciò ad abbozzare a tutti i soprusi. Questi soprusi erano anche causa dei nostri malesseri familiari, ad esempio ci chiamavano quando mio marito si prendeva un giorno di ferie per fare delle ecografie al bimbo, solo per dirci che siccome mio marito era interinale non si poteva permettere di prendersi le ferie. e tantissime altre cattiverie su me e il nostro bambino. Ma la cosa che ha fatto scoppiare tutto in me, è successa il 18 febbraio 2012, quando mio marito è tornato a casa dopo il turno delle 6.00-12.00 con la testa bassa e delle lesioni sullo zigomo, gli ho domandato cos’era successo e lui con molta paura negli occhi mi disse: nulla amore. Insistendo volendo sapere cosa sia successo, lui mi disse che era stato picchiato sul posto di lavoro, spiegandomi quanto segue.

 

Stava facendo il suo solito lavoro, quando vede tre piccoli gattini di pochi giorni, se non appena nati, vicino al nastro dove scorre la spazzatura, e vede un suo collega (uomo di 50 anni) che ne afferra uno e lo sbatte a terra. Mio marito incredulo gli dice: PEZZO DI MERDA e lui innervosito afferra un altro gattino e glielo tira addosso, dopodiché non contendo lo tira dal cappuccio rompendoglielo, e lo spinge contro il muro facendogli sbattere la testa e dandogli una gomitata sullo zigomo. Tra l’altro c’erano altri due colleghi presenti a questa vicenda che hanno negato il tutto. Salendo alla sala manovra per andare a firmare prima di staccare, il suo collega (l’aggressore), fa al capoturno: metti a rapporto Castaldi e il capoturno risponde perché? Cosa è successo? e Cristian risponde: ho preso le botte per difendere dei gattini e il capoturno risponde: SI VEDE CHE NON TI HA MENATO PER I GATTI TE LE MERITAVI. Cioè vi rendete conto? un capoturno che deve segnare tutto anche se si fa un graffietto ha detto TE LE MERITAVI!!! Io sono sconvolta, ma non è mica finita qui ragazzi PURTROPPO.

 

 

Finito di raccontarmi questa bruttissima vicenda, mi dice ora però zitta non dire nulla a nessuno perché io devo lavorare, abbiamo bisogno. Dopo  pochi minuti inizia ad avere degli attacchi di panico che quasi non respirava più… e ci siamo recati subito al pronto soccorso che gli ha riscontrato un trauma cranico, lesioni allo zigomo, e attacchi di panico crisi reattiva da aggressione. All’ospedale ci hanno obbligato ad andare dai carabinieri sennò andavano loro. Usciti di lì Cristian non voleva andare aveva paura di perdere il lavoro, ma a me non importava nulla delle conseguenze volevo denunciare il fatto e non farla passare liscia a persone del genere. La denuncia è stata fatta, subito gli hanno riconosciuto l’infortunio all’INAIL. Ed è stato sotto infortunio per ben 6 mesi, quando gli dicono che l’infortunio, anche se lui stava molto male psicologicamente doveva essere chiuso. E prima di rientrare a lavoro come tutte le aziende dopo un infortunio fanno fare la visita per vedere se può rientrare. Il 2 agosto ci rechiamo (premetto che mio marito non guida più per problemi di attacchi di panico e non esce più solo) presso la sede principale dell’AMA a via Calderon della barca, per la visita, ma a quella visita non c’era la dottoressa ma un sostituto che gli lascia un foglio con scritto ” NON IDONEO PUO’ RIENTRARE A LAVORO”  mio marito il giorno dopo si reca a lavoro ( sempre accompagnato da me) e loro paurosi che poteva succedere qualcosa sul posto di lavoro lo hanno chiuso in uno stanzino e gli hanno detto: non ti muovere di là. Mio marito non poteva neanche prendere una boccata d’aria, tornato a casa riceve una chiama dal dirigente dell’AMA che gli dice: Cristian tranquillo stai a casa, tranquillo ti mettiamo in permesso retribuito. Ma dopo 9 giorni riceve una chiamata dalla sua agenzia manpower dove gli dice che lui risulta assente ingiustificato da 9 giorni e si reca di nuovo a lavoro. Però quel giorno al lavoro una parola detta male ha fatto sentire male mio marito e hanno chiamato l’ambulanza riscontrandogli attacchi di panico gravi. Tra l’altro dei colleghi quando lo caricavano in ambulanza ridacchiavano facendo battute del tipo: non gli date l’acqua dategli del cianuro. Tornando dalle ferie la dottoressa dell’AMA  lo visita e gli dice in faccia a lui (ovviamente io in queste visite non posso entrare) che ora farà lei qualcosa per spostarlo in un posto dell’impianto migliore, mentre invece dopo qualche giorno si reca a lavoro perché nessuno gli faceva sapere se dalla visita era positiva o no. Tornando a lavoro 2 ingegneri, tra cui uno era il suo, lo spingevano fuori (abbiamo dei testimoni tra cui un giornalista Martino Villosio) dopo poche ore riceve una chiamata dalla sua agenzia di lavoro che gli dice che il giorno stesso deve recarsi lì per “una chiacchierata” beh!! quella chiacchierata era il licenziamento, ragazzi. Tanto che mio marito impaurito di non garantire più un pasto caldo chiede se ci sono altri lavori ma loro rispondono: NO. (fuori c’erano tanti annunci di lavoro) ma per mio marito NO. Cristian è stato licenziato con un cambio mansione. Perché essendo idoneo doveva tornare a lavorare ma pur di buttarlo fuori lo hanno licenziato perchè risultava autista, quando lui era un semplice spazzino. Ha vinto il ricorso avverso (articolo 41) sull’inidoneità stabilita dai medici dell’AMA e scongiurata dai medici dell’ASL.

 

Ragazzi l’aggressore è ancora tranquillo a lavoro… non era a lavoro, solo quando mio marito era rientrato quei pochi giorni (magari chissà, gli avranno anche pagato le vacanze ) e ora questa persona mi hanno appena informata che è diventato vice capo turno ci rendiamo conto? Una persona ancora indagata su quello che ha fatto VICE CAPO TURNO? Anche le promozioni? ORA BASTA VOGLIO GIUSTIZIA. Un altra vicenda è che il 27 dicembre 2012 sono passati tutti gli interinali a tempo indeterminato con AMA e li ci doveva essere anche Cristian, ma anche se ha vinto l’idoneità non è stato chiamato dall’azienda a firmare. Di cose da dire ce ne sono ancora tantissime, ma mi fermo qui.

 

 

Dopo il licenziamento è iniziato il vero e proprio calvario di Cristian.. lui è seguito da psicologi, psicoterapeuti, psichiatri dell’ Asl, dell’ospedale, e privati da dopo l’accaduto. Hanno rovinato MIO MARITO, hanno rovinato un ragazzo, un padre, una famiglia appena partita. Mio marito la notte non dorme, almeno una volta a settimana se non di più gli prendono gli attacchi di panico. Non ha più stimoli, ogni cosa per lui è negativa. Questa vicenda la segnato, anzi ci ha segnato, perché io sono con lui 24 h su 24 h e anch’io sono sotto cura da una psicologa. Cristian è sempre stato un ragazzo che aveva voglia di vivere, di confrontarsi, di viaggiare, di condividere con altre persone le gioie che questa vita ci ha regalato. Quando è nato nostro figlio era stupendo come si impegnava in tutto, il figlio è la cosa che lo sta tenendo più forte in questo momento. Vedere nostro figlio che quando si sveglia, la prima parola che dice è papà e questa parola a Cristian lo rende unico e speciale.. lui è un super papà.. ma per me è anche un super marito. E’ sempre stato vicino a me mi ha sempre regalato emozioni e amore, lui per me è un eroe anche se lui si sente tutto tranne che eroe. Lo rivoglio il Cristian di una volta, vorremmo tanto che sia fatta giustizia e che ci si dia voce di questa vicenda.

 

Quello che abbiamo passano lo sapremo solo noi. Come soffriamo lo sappiamo solo noi. E anche quello che tutti i giorni viviamo lo sappiamo solo noi. Vorrei solo avere una famiglia serena, un lavoro e tanto amore. Andare in giro con nostro figlio e potergli comprare un gioco.“

 

Questa la storia. Il resto è una sentenza che reintegra Cristian Castaldi nel suo posto di lavoro con contratto a tempo indeterminato. Disattesa. Aspettiamo gli sviluppi della vicenda, con vicinanza a Cristian, a Federica e al loro piccino.

Giovanna Rezzoagli Ganci

 

 

 

 

 


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