L’odio di sé

L’ODIO DI SÉ

L’ODIO DI SÉ

 “C’è un odio di sé dell’Occidente che è strano e che si può considerare solo come qualcosa di patologico; l’Occidente tenta sì, in maniera lodevole, di aprirsi pieno di comprensione a valori esterni, ma non ama più se stesso; della sua storia vede oramai soltanto ciò che è deprecabile e distruttivo, mentre non è più in grado di percepire ciò che è grande e puro. L’Europa ha bisogno di una nuova – certamente critica e umile – accettazione di se stessa, se vuole davvero sopravvivere.”

 


Benedetto XVI, il papa “auto-deposto”

Non posso che condividere queste sagge parole da parte di Benedetto XVI, la cui scomparsa dalla scena pubblica mi lasciò perplesso. Forse queste sue altre parole possono fornire un utile indizio: “La multiculturalità, che viene continuamente e con passione incoraggiata e favorita, è talvolta soprattutto abbandono e rinnegamento di ciò che è proprio, fuga dalle cose proprie.”

Ratzinger vedeva nel relativismo e nel multiculturalismo il pericolo incombente di una “non critica né umile accettazione di se stessa” da parte della religione cristiana e quindi la sua progressiva disgregazione, cedendo il passo ad altre religioni, animate da spirito di conquista e sottomissione di un’Europa miscredente e orbata della sua identità religiosa e culturale.

La “strage degli innocenti” di Manchester, nella sua moderna versione islamica, è stata vista da alcuni come frutto di una scelta non casuale. Il concerto di Ariana Grande, la sexy cantante “lolita”, al pari di altri laici rituali, all’insegna del clamore di massa, degli abiti succinti, della trasgressione al limite dello sballo, sono visti dai fondamentalisti dell’Isis come contrari ai casti costumi predicati dal loro profeta: sono il simbolo estremo della dissolutezza morale di un Occidente che non crede più a se stesso, avendo smarrito i suoi fondamenti identitari, culturali, religiosi. Ecco l’ultimo choccante esempio…LEGGI … (E l’UK è la nazione europea che nei decenni ha maggiormente aperto i suoi confini agli immigrati islamici, che sono maggioranza in tante sue aree anche a causa della loro fertilità: una bomba demografica a lento innesco. Non sottovalutiamo l’esortazione di Erdogan ai turchi in Europa a fare almeno 5 figli per coppia!).


Troppo sexy per l’Isis, che però rapisce e stupra studentesse minorenni

Senza più tali fondamenti, siamo portati ad alzarci in piedi, pieni di sensi di colpa e di impulsi di espiazione, per lasciar posto a sconosciuti che pretendono di venire a comandare a casa nostra; ma, lungi dal contrastarli. noi ci inchiniamo, in un rinnovato post 8 settembre 1943, quando salutammo come truppe di liberazione, anziché di occupazione, le colonne americane in ascesa dalla Sicilia (e tuttora ben presenti sul nostro (?) territorio).

Non siamo più capaci di vigorosa opposizione, né contro gli invasori né contro quei politici che ne esaltano gli arrivi come “risorse”, equiparandoli ai nostri emigrati in America, quasi si trattasse dello stesso fenomeno.

Tornando a papa Benedetto XVI, non posso che condividere i suoi sentimenti alla luce dei fatti cui stiamo assistendo impotenti. E forse possiamo oggi spiegarci la sua inopinata sostituzione con un papa che, a parte un dichiarato francescanesimo nei confronti della natura, esprime concetti diametralmente opposti a quelli del suo predecessore: anche la Chiesa, anche il Conclave, nonostante l’asserita illuminazione dello Spirito Santo, hanno voluto adeguarsi ai dettami della grande finanza, elogiando l’abdicazione ai nostri valori, l’ingresso indiscriminato in una casa sempre meno nostra di uomini di culture lontanissime dalla nostra, la perdita dei confini e quindi del senso di nazione -già di per sé traballante-, i privilegi concessi agli stranieri, perlopiù clandestini, a detrimento degli italiani, in un razzismo alla rovescia.


Egitto: l’ultimo eccidio di cristiani, in un ritorno al Medio Evo

Ebbene, io osservo questo degrado accelerato dell’Italia da parte di governanti italiani agli ordini di potentati finanziari stranieri con crescente sgomento. Sono cresciuto con una classica educazione cattolica, un forte senso etico e la chiara percezione del peccato. Devo tuttavia riconoscere che l’accento esagerato della Chiesa sui peccati sessuali, che oggi neppure più chiamerei tali, hanno col tempo sviluppato dentro di me un’avversione verso il considerare peccato tutto ciò che concerne il sesso. Anche perché “al sesso non si comanda”: ognuno ha le tendenze che ha, non per sua scelta, quindi non per sua colpa. In questo campo mi schiero senz’altro con la tolleranza verso qualunque tendenza sessuale, purché rispettosa dell’altro (mentre rifuggo dalle ostentazioni).

Ciò premesso, devo ammettere che le discoteche hanno sempre suscitato in me un senso di marcato disagio per gli eccessi che vi dominano, dall’assordante rumore agli orari da fancazzisti alla diffusa assunzione di droghe; per cui le rare volte che ci sono entrato, non ho potuto fare a meno di assimilarle a un bordello sui generis, al passo coi tempi (pur facendo salve, per incomprimibile maschilismo, le mise “peccaminose”delle ragazze).


Discoteche: l’avanposto dell’inferno, secondo l’Isis

Gli estremisti dell’Isis vanno oltre e le considerano pezzi di inferno in Terra (salvo poi incorrere essi stessi in peccati sessuali orrendi, quali il ratto e lo stupro di ragazze in età puberale). E, per similitudine, bollano come luoghi di perdizione anche gli oceanici assembramenti di giovani ai concerti di cantanti che più esprimono il nichilismo odierno, che cancella ogni residuo senso del peccato: chi non ricorda le “viziose” performance e tenute di Madonna, “blasfema” già nella scelta del nome d’arte?  

L’Isis rappresenta la condanna in blocco dei costumi occidentali. Una condanna istintivamente, quanto intimamente, condivisa da tanti di noi.

In altri termini, siamo privi di meccanismi di difesa dall’offensiva di chi è animato invece da una parossistica fede in un ideale, più abominevole nelle azioni che ne conseguono che nella fede cui si ispirano.

La storia è tuttavia, in ultima analisi, la vera matrice della nostra attuale impotenza interiore, camuffata da “buonismo”: i forti credi, che hanno animato tutto il Medio Evo, hanno portato a troppi sanguinosi scontri e persecuzioni in nome delle diverse religioni; ed è proprio il loro ricordo il principale motore dell’attuale tolleranza verso “l’altro”, fino ai limiti di un compiaciuto masochismo, verso la dissoluzione di ogni identità, come persone e come nazione. Senza l’accettazione di noi stessi, come individui e come collettività, non sopravviveremo, come ben dice il papa “nascosto”. Del resto, già oggi siamo scaduti a sudditi disorientati in una colonia marginale della finanza predatrice, che uccide i più deboli, come l’Isis, ma senza spargimento di sangue: solo per fame.

     Marco Giacinto Pellifroni      28 Maggio 2017 

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