LILIANA SEGRE A CELLE

La Senatrice a vita, bambina, veniva in vacanza a Celle. Nella foto la vediamo che si diverte con un amichetto sulla spiaggia dei Piani nel 1937. Un anno dopo inizieranno le tribolazioni a causa delle leggi razziali, con trasferimenti di domicilio, fughe e cambio di documenti di identità e pure tentativo di espatrio in Svizzera, riuscito attraverso i monti, con l’aiuto di contrabbandieri, ma fermata dalle guardie di frontiera elvetica e consegnata a quelle italiane, e qui arrestata. Unitamente al papà, fortemente legati, anche per la mancanza della mamma, morta poco dopo la sua nascita, e per tutte le vicende condivise. Il papà che non vedrà più alla discesa dal treno ad Auschwitz-Birkenau. Il campo di concentramento di destinazione di entrambi, dalla partenza a febbraio del 1944 dal tristemente famoso binario 21 della Stazione Centrale di Milano (*), qui brutalmente caricati e piombati in vagoni per oltre 700 de- portati. Liliana Segre, il papà, ed altri detenuti direttamente trasferiti dal carcere di San Vittore, dopo essere passati da altri due.
Dall’inferno al ritorno! Quasi un anno e mezzo di patimenti e atrocità indicibili e miracolo la sopravvivenza: a 13 anni, compirà i 14 il 10 settembre. Poi, a gennaio 1945, trasferimento forzato dalla Polonia al campo di Malchow, a nord di Berlino: il cosiddetto ‘viaggio del- la morte’, buona parte a piedi, con cadute ad ogni passo e pochi giunti a destinazione. Qui, le ben note e terribili regole e trattamento, con sorpresa, giorno dopo giorno cominciarono ad attenuarsi, lasciando intravvedere segni di apparente smobilitazione, mentre in lontananza si sentivano rombi di aerei e tuoni. Notizie tra- pelate nel campo davano l’avvicinamento di americani da una parte e russi dall’altra. Tre mesi di speranza, rigore e disciplina allentati, cancelli spesso aperti, lento ritorno all’umanità e il primo maggio la liberazione! Ancora tre mesi e nel mese di agosto il ritorno a casa, trovata chiusa. Anche i nonni deportati e uccisi.
Per tanti anni Liliana tiene per sé gli orrori passati, scambiati con quello che diventerà suo marito, anch’egli, militare, passato ad esperienza di internato. Poi riesce ad allontanare il ‘mostro’ e inizia a raccontare a grandi, giovani e scolari la sua sopravvivenza…per non dimenticare!

(*) Il Binario 21, sotto la stazione Centrale di Milano, a piano strada, è ora struttura museale: Luogo della Memoria, con la scritta INDIFFERENZA, a grandi lettere ad altezza della parete in un lungo tratto della galleria… da combatterla tutti per non dimenticare. Su altra parete i nomi proiettati dei 704 depor- tati nei primi due treni partiti dal famigerato binario. Nel secondo era trasportata Liliana Segre.

A Civetta

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One thought on “LILIANA SEGRE A CELLE”

  1. Ho letto con le lacrime agli occhi. Impossibile non commuoversi. Eppure ci sono dei miserabili che non solo non si commuovano ma addirittura la insultano. Che cosa dobbiamo pensare di questi odiatori anonimi? Se esiste l’inferno, a meno che non si pentano e non facciano penitenza (magari con qualche annetto di carcere duro), il loro destino è segnato.

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