Libertè

LIBERTE’

LIBERTE’


Quando sono nate le mie figlie, sapevo che avrei dovuto impegnarmi per loro, lottare insieme a loro per una società migliore in cui credere, difendendo le idee e le proprie convinzioni; sapevo di dover combattere per il territorio e l’ambiente dove avrebbero vissuto, per la qualità dell’aria che avrebbero respirato, per l’acqua che avrebbero bevuto, per la loro istruzione e per la qualità della vita che avrebbero vissuto.

Mai e poi mai avrei pensato di dovermi impegnare per la loro libertà.

Nel crescerle ed educarle insegnavo loro a difendere la libertà di pensare, di esprimersi, di credere e difendere le proprie idee, di amare e appassionarsi senza condizionamenti, ma non pensavo di dovere preoccuparmi della loro libertà di vivere in pace.

A cinquant’anni dalla liberazione nazi-fascista non avrei mai creduto che avrebbero dovuto imbattersi ancora in una guerra, diversa, strisciante, delirante, odiosa  e subdola ma tremendamente devastante, soprattutto perché finalizzata ad inculcare il terrore.

Non avrei mai pensato che avrebbero dovuto convivere con la paura di prendere un aereo, una metro, di visitare un museo o di andare a un concerto, di assistere a una partita allo stadio o di cenare a un tavolino di un ristorante.

Non avrei mai pensato di dover convivere con la paura di vederle uscire di casa per un viaggio e non vederle  rientrare, di vederle penzolare appese ad una finestra mentre dentro si spara, di vederle scappare ferite da un luogo dove erano andate per passare una serata con amici, di piangere davanti alla morte di persone inconsapevoli nell’evidente realtà di un mondo malato.

Oggi, dopo Parigi, mi trovo nuovamente impreparata a questa ennesima prova d’insana follia e mi chiedo chi stia cominciando questa nuova, strana guerra mondiale e chi abbia interessi a sostenerla. E mentre mi pongo tante domande e mi assalgono dubbi, temo che quel che è successo mi  porti ad annullare ogni sana logica nel mio quotidiano vivere, rinnovando quel senso d’angoscia che mi scava dentro quando sento parlare di terza guerra mondiale, di stato d’emergenza e di coprifuoco.

 

Poi penso che sono anche madre e che tutte le madri e i padri hanno il compito di essere ancora più forti  e possono dimostrarlo solo andando avanti con le loro vite. Non possono e non devono chiudersi, sospettare di tutto e di tutti, cambiare abitudini e darla vinta proprio a chi ha impostato una guerra su questo. Non deve accadere. I nostri ragazzi devono poter continuare a uscire per strada, ad ascoltare musica, a visitare mostre e musei, viaggiare, ballare, stasera e le prossime sere, in tutte le città del mondo.

14 novembre 2015                                     

                                           ANTONIA BRIUGLIA

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