L’Europa che piace.

L’Europa che piace. 

L’Europa che piace.

Sono stato recentemente a Bruxelles per un convegno sui lavori conclusivi di un processo durato circa 7 anni durante il quale sono stati realizzati progetti di efficienza energetica e soluzioni “smart” in genere per l’energia. Dal 2005 l’Unione Europea nel contesto dell’iniziativa UE CONCERTO (http://concerto.eu) ha cofinanziato 22 progetti in 58 città nei quali si trattava di costruire e ristrutturare in base ai principi dell’efficienza energetica e di applicare un mix intelligente di fonti di energia rinnovabili. Un impegno che ripaga, come ho potuto constatare anche io.

Nel percorso che porta alla Smart City le città e i comuni europei possono trarre vantaggio da questa iniziativa perché colleziona in unico punto di accesso le esperienze, il sapere tecnico, economico e politico sviluppatosi nelle 58 città pilota che verranno elaborati e resi accessibili al pubblico.

Si, anche il sapere politico ha una valenza fondamentale in questa esperienza che può insegnare molto su come intraprendere un percorso virtuoso in quest’ottica.

Non nascondo che mi ha colpito con molto interesse l’intervento politico e strategico con cui è stato aperto il meeting tramite Žydrune Juodkiene, Vice-Ministro per l’Energia della Repubblica Lituana, per conto dell’Union Europea alla cui guida semestrale ora vi è proprio la Lituania, e Marie Donnelly, della Commissione Europea, Direttore del Dipartimento Generale dell’Energia.

 Ambedue, in estrema sintesi, hanno dato conto di quale sia l’indirizzo strategico dell’Unione da qui al 2020 ovvero la progressiva e costante ricerca di soluzioni di efficienza energetica per ridurre i consumi su tutte le tipologie di insediamenti oltre che una decisa riduzione della dipendenza dai combustibili fossili. 

Ciò conferma che dal punto di vista energetico, almeno a livello Europeo, abbiamo una strategia chiara, degli strumenti operativi, dei meccanismi economici di finanziamento e delle normative che progressivamente daranno le linee di indirizzo da adottare nei vari paesi Questo fa ben sperare che gli strumenti racchiusi nei prossimi piani di sviluppo europeo, come Horizon 2020, siano pronti per essere operativi e guidati da una serie di elementi che raccolgono le positive esperienze pregresse.

Le principali risultanze del lavoro svolto in questi anni sui progetti pilota in giro per l’Europa dimostrano e portano alcuni elementi chiave per il successo:

– Si può ottenere risparmio di costi e di emissioni in tempi accettabili con investimenti che hanno un ritorno economico a medio termine, variabili a seconda del contesto.

– E’ fondamentale che dietro a delle politiche di sviluppo ci sia una strategia di sviluppo, inclusiva di tutte le componenti necessarie ovvero cittadini, amministratori, imprese, enti di ricerca ed università.

– In questo caso si può in effetti parlare di concertazione (non quella dei sindacati), e non è un caso che l’iniziativa europea conclusasi si chiami Concerto: un orchestra in cui tutti gli elementi coinvolti suonano all’unisono.

– Il principale compito della “politica” è quello di avere una visione a medio-lungo termine, “sostenibile”, dove si possa progettare lo sviluppo e la riqualificazione con dei driver costanti quali riduzione dei consumi e degli sprechi energetici, mobilità sostenibile e processi virtuosi della gestione dei rifiuti: proprio come a Savona, no?

– Il coinvolgimento attivo della cittadinanza è FONDAMENTALE ed è fattore determinante per il successo.

– Le soluzioni di “energy efficency” applicate con successo dimostrano che l’approccio vincente è un mix di diversi interventi tecnologici, più incisivi che un solo tipo di intervento.

Che cosa serve adesso? Che la politica locale e nazionale lavori per creare le condizioni affinché tutto questo sapere e queste esperienze positive, le cui informazioni sono a beneficio di tutti e facilmente accessibili, diventino strumenti di pianificazione e sviluppo a beneficio delle comunità.

E’ necessario inoltre mettere fortemente in discussione un modello dove si segue lo sviluppo solo e necessariamente secondo ciò che dice il mercato: il mercato non ha al centro del proprio interesse l’uomo ma il profitto ed è questo il motivo per cui, ad esempio, il carbone è tutt’oggi una fonte energetica molto diffusa. Il prezzo della materia prima infatti lo rende molto profittevole per chi produce energia ma se questa d’un tratto divenisse più cara, con un livello di tassazione differente, gli equilibri potrebbero invertirsi contro una tassazione estremamente favorevole per le rinnovabili, senza per questo arrivare agli incentivi a pioggia che distorcono il reale fabbisogno.

Il punto di equilibrio si può trovare, le tecnologie ci sono, gli esempi e i dati anche, grazie anche alla spinta propulsiva dell’Unione che guarda caso ha trovato gli esempi migliori nel Nord Europa dove l’efficienza energetica ed un certo tipo di cultura da cui dovremmo prendere spunto è maggiormente presente.

Questa è quel lato di “Europa” che piace

Andrea Melis

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