Lettura di un’immagine – Ricordo di un dolore

LETTURA DI UN’IMMAGINE
Ricordo di un dolore
(Ritratto di Santina Negri) – Pellizza da Volpedo
Olio su tela – 1889 – Accademia di Carrara – Bergamo

LETTURA DI UN’ IMMAGINE

Ricordo di un dolore

(Ritratto di Santina Negri) – Pellizza da Volpedo
Olio su tela – 1889 – Accademia di Carrara – Bergamo


La raffinatezza tecnica del disegno e della pittura, la sapiente ed essenziale scansione dello spazio prospettico,  la nitida e delicata geometria con la quale sono dipinti il volto e il collo della giovane donna, lo schienale e i braccioli della sedia, i fogli bianchi del quaderno aperto sulla gonna azzurra e, insomma, tutto l’impianto compositivo di questo stupendo ritratto fa pensare all’opera di un artista maturo, se non anziano, che abbia ormai raggiunto il culmine della sua parabola creativa. E invece, quando Pellizza ha dipinto questo quadro, aveva appena ventun anni e, come si vede,  era già un grande  e geniale artista, formatosi soprattutto alla scuola di Giovanni Fattori all’Accademia di Firenze e di Cesare Tallone all’Accademia di Bergamo (Pellizza, il pittore dell’immortale Quarto stato, purtroppo, morirà suicida non ancora quarantenne). Con questo quadro si conclude in bellezza il periodo realistico-ottocentesco dell’artista, che passerà poi alla nuova maniera divisionista sotto l’influsso di Giovanni Segantini e Plinio Nomellini.

 Il dolore per la morte improvvisa della sorella minore Antonietta, a Volpedo, avvenuta mentre egli si trovava Parigi per visitare l’Esposizione universale, è all’origine di questo ritratto; come il pittore scriverà all’amico e critico Vittorio Pica: “di ritorno, colpito dalla morte di una sorella, volli ricordare il mio dolore con una mezza figura intitolata appunto il ‘ricordo di un dolore’, il quale fu il primo di una serie di altri lavori”. Pellizza quindi ha voluto esprimere quel suo dolore proiettandolo nell’immagine di una giovane donna che ricorda un avvenimento doloroso appena letto (o riletto) in un quaderno rimasto aperto sul suo grembo, tra le pagine del quale è posata una viola del pensiero.

Questo tocco di colore viola si armonizza mirabilmente con l’azzurro della gonna, il giallo della fascia che le cinge la vita, il bianco della camicia, il marrone chiaro del pavimento, il verde cupo della sedia e il colore lucente degli occhi della modella Santina Negri. E sono proprio quegli occhi tristi persi nel ricordo di un dolore a noi ignoto ma presente e vivo nell’anima di quella giovane donna il punto focale di questo dipinto dove l’artista ha rappresentato, tramite quegli occhi, l’invisibile mistero di un immedicabile dolore.     

FULVIO SGUERSO 

 

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