Lettura di un’immagine: Resurrezione

LETTURA DI UN’IMMAGINE 118
Resurrezione
Affresco a tempera (1458-1474) di Piero della Francesca Museo Civico di Sansepolcro

LETTURA DI UN’IMMAGINE 118
Resurrezione
Affresco a tempera (1458-1474) di Piero della Francesca
Museo Civico di Sansepolcro

Lo spazio scenico di questo affresco, definito da Aldous Huxley addirittura “la più bella pittura del mondo”, è racchiuso tra due colonne rastremate in stile corinzio, da un basamento in cui compare un’iscrizio ormai illeggibile, e, in alto, da un architrave con scanalatura. In questo spazio geometricamente e idealmente scandito in tre rettangoli e in un triangolo equilatero in cui è in parte inscritta la figura del Cristo risorgente dal sepolcro che occupa il centro dello spazio scenico dividendo in due parti il paesaggio circostante: quello alla sua destra brullo e invernale quello alla sua sinistra è invece nel pieno del rigoglio estivo, entrambe sullo sfondo di un cielo albeggiante e solcato da innocue nuvolette. Tutta la scena è divisa in una parte superiore e una inferiore; le due parti sono raccordate dall’asta che reca in cima il vessillo con la croce. La Resurrezione è correlata al tema del sonno e della veglia, messo in evidenza dalla netta separazione tra la parte sopra il sarcofago dominata dal Risorto e quella inferiore in cui i soldati posti a guardia del sepolcro sono vinti dal sonno. Uno di questi, il soldato appoggiato con la schiena al sarcofago, è probabilmente, l’autoritratto del pittore dormiente. Lo schema geometrico dell’opera rende tutte le figure dell’affresco monumentali, in particolare quella del Cristo il cui corpo sembra modellato come quello di una statua greca. Non è un Cristo perdente: ha il piede sinistro saldamente appoggiato sul bordo del sepolcro scoperchiato, tiene con la mano destra il vessillo dei crociati in segno di vittoria sella morte e ci guarda fisso negli occhi così intensamente da farci quasi paura, come se mettesse la nostra anima a nudo

 

      FULVIO SGUERSO  

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