Lettura di un’immagine: La morte del giovane Bara

LETTURA DI UN’IMMAGINE 5
 “La morte del giovane Bara”  Olio su tela, 1794,
di Jacques Louis David. Musée Calvet, Avignone.

LETTURA DI UN’ IMMAGINE 5

“La morte del giovane Bara”
Olio su tela, 1794, di Jacques Louis David.
Musée Calvet, Avignone.

 Joseph Bara, tamburino dell’esercito rivoluzionario repubblicano, figlio quattordicenne del guardiacaccia del principe di Condè, ucciso il 17 dicembre 1793,  durante gli scontri avvenuti a Jallais tra i vandeani ribellatisi alla Convenzione Nazionale giacobina e le truppe governative , perché si era rifiutato di gridare “Viva il re!”. Questo atto eroico impressionò particolarmente Robespierre, che definì il giovinetto “un esempio dell’amore per la gloria, per la patria, per la virtù”, e incaricò Jacque Louis David di organizzare la cerimonia funebre dovuta a un martire della Rivoluzione degno di essere tumulato al Pantheon insieme agli eroi caduti per la Patria, e d celebrare l’eroico giovinetto con un’opera  che ne tramandasse la memoria nei secoli a venire.  Il dipinto doveva aprire il corteo che avrebbe accompagnato il carro funebre  dalle Tuileries  al Pantheon. Il progetto non si realizzò a causa dell’arresto e della condanna a morte di Robespierre e dei suoi. Ci è rimasto tuttavia il dipinto celebrativo, anche se non del tutto compiuto. In questo quadro David rappresenta il giovinetto morto come se dormisse nudo sulla terra nuda, come assorto nel suo sogno di gloria divenuto realtà; i lineamenti dolcissimi del volto dal profilo neoclassico, la capigliatura finemente disegnata e il corpo efebico lo fanno assomigliare a una divinità pagana dell’antica Grecia. Il giovinetto dormiente sotto il sole mattutino occupa quasi interamente la scena: sulla sinistra della tela si intravede appena l’ombra di una bandiera,  e sembra quasi di udire l’eco dei passi dei vandeani che si allontanano lasciando il corpo spoglio del fanciullo al suo destino sotto il cielo.  Quel corpo acerbo e bellissimo  di adolescente sta nondimeno lì a significare. nell’intenzione del pittore,  la purezza ideale della Rivoluzione: è simbolo di quella virtù intatta che cominciava però a vacillare  in personaggi della statura di Danton, di Hebert e di Fabre d’Eglantine. La purezza del fanciullo martire consentiva al Comitato di Salute pubblica guidato da Robespierre di rilanciare il culto degli eroi del  popolo, come Marat e Le Peletier, anch’essi martiri della Rivoluzione immortalati da David. In questo quadro vediamo la trasfigurazione ideale del giovane Joseph Bara in un eroe senza tempo, completamente nudo se non fosse per quella coccarda tricolore e quella lettera misteriosa che si stringe sul cuore. 

 FULVIO SGUERSO 

 

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