LETTURA DI UN’IMMAGINE: Il sogno del melograno Olio su tela (1912) Di Felice Casorati

Il sogno del melograno
 Olio su tela (1912) Di Felice Casorati
Collezione privata

Una giovane donna dorme profondamente in posizione fetale su un tappeto d’erba e di fiori. Nella mano sinistra tiene una melagrana che probabilmente ha già assaggiato. Il prato è tutto fiorito ed è un tripudio di colori: ai suoi piedi l’artista ha collocato una specie di bouquet. Anche il vestito è ricamato a fiori come il cuscino sul quale poggia la gentile e candida testa. Il volto è sereno come quello di  chi dorme il sonno del giusto. Chiude la scena in alto una siepe o festone di pampini e grappoli d’uva violetta. Un’opera in cui è evidente l’influsso della Secessione viennese, di Gustav Klimt in particolare. Nel dipinto di Casorati (Novara, 1883 – Torino, 1963) tuttavia noi non scorgiamo nemmeno un’ombra di tristezza, tutto canta la vita e la bellezza della natura e non possiamo immaginare che nel sogno della bella addormentata nel bosco possa esserci altro  che calma, lusso e voluttà. D’altronde la melagrana che tiene in mano è simbolo di fecondità, di abbondanza, di rigoglio; il suo succo evoca il sangue che ci mantiene in vita, la sua forma sferica allude al tempo ciclico e al mito dell’eterno ritorno di ciò che è stato, che è e che sarà, quindi all’eternità della vita che muore solo per rinascere. A tutto questo allude il frutto dell’albero del melograno, il quale, però, rimane fuori dal quadro. Perché? Chi ha dato il frutto alla fanciulla? L’ ha colto lei stessa? In ogni caso assaggiarlo  l’ha sottratta al tempo e allo spazio del mondo per portarla, almeno per la durata del sogno, in un nuovo paradiso terrestre.


Fulvio Sguerso

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