Lettura di un’immagine: Grande torre di Babele

Grande torre di Babele
Olio su tavola (1563) Di Pieter Bruegel il Vecchio
Kunsthistorisches Museum – Vienna

In questa celebre tavola dipinta da Bruegel il Vecchio (Breda, 1530 circa – Bruxelles, 1569) possiamo ammirare una grandiosa rappresentazione del mito biblico della Torre di Babele, narrato in Genesi 11, 1-9. La grande torre non ancora completata  si erge imponente e quasi minacciosa al centro di un paesaggio  fantastico e insieme  realistico  – ma di un realismo che, storia dell’arte novecentesca permettendo, potremmo chiamare “magico” o “onirico” – con la linea prospettica dell’orizzonte collocata sopra la metà dello spazio totale del dipinto, ragione per cui il punto di vista dell’osservatore-spettatore è come situato sella cima di un monte invisibile  prospiciente su tutto quel panorama allegorico. In primo piano, in basso,alla sinistra di chi guarda, scorgiamo a mala pena il superbo re babilonese Nembrod, personificazione della tracotanza umana, circondato da cortigiani e soldati, ritratto nel momento in cui l’architetto gli presenta il disegno della torre , mentre gli umili laboratores si prostrano ai suoi piedi. A mezza costa dell’ enorme torre è situato il cantiere vero e proprio dell’impresa che, come sappiamo, doveva raggiungere il cielo. Nel cantiere si muovono minuscole figurette umane che vanno su e giù per le rampe e per le cornici delle ciclopiche  mura già costruite. Il lato sinistro della costruzione è completato e ci ricorda le mura e gli archi dell’ Anfiteatro Flavio o Colosseo, mentre la parte centrale è ancora simile a una rovina e sul  iato destro gli scalpellini stanno lavorando alacremente per incorporare un roccione alle massicce mura esterne del gigantesco edificio che sale a gradoni stile ziggurat assiro-babilonese. La cima della torre è ancora scheletrica ma così alta da attraversare una nuvola. La grande torre incompiuta sorge in riva ala mare: in basso a destra notiamo un porto in piena attività. Nella pianura a sinistra della torre biancheggia un fitto agglomerato urbano e una campagna coltivata si estende a perdita d’occhio fino alla linea dell’orizzonte frastagliata da una catena azzurrina di monti che separa le terra da un cielo luminoso dove navigano nuvole chiare.  Dall’insieme balza all’occhio la sproporzione   tra le dimensioni della torre incompiuta e le figure umane che compaiono nel dipinto. Il messaggio è chiaro: uomini, la scalata al cielo vi porta all’abisso infernale.


Fulvio Sguerso

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