Lettura di un’immagine: Famiglia di saltimbanchi

LETTURA DI UN’IMMAGINE 80
Famiglia di saltimbanchi
Olio su tela (1905) di Pablo Picasso
National Gallery of Art. Chester Dale Collection – Washinton

LETTURA DI UN’IMMAGINE 80
Famiglia di saltimbanchi
Olio su tela (1905) di Pablo Picasso
National Gallery of Art. Chester Dale Collection – Washinton

 Quest’opera è considerata la più significativa del cosiddetto periodo rosa (o anche “del circo”) di Pablo Picasso (Malaga, 1881 – Mougins, 1973). La scena si apre su un gruppo di saltimbanchi che, pur vicini, anzi, stretti l’uno all’altro – salvo una giovane donna che se ne sta seduta in disparte per conto suo – non si guardano e ognuno è come chiuso in sé stesso con lo sguardo rivolto lontano. E’ come se dicessero: “In questo momento siamo qui, ma vorremmo trovarci altrove”. Il luogo dove si trovano nel dipinto, infatti, è quanto mai indefinito, desolato e inospitale: non si vede un albero né un cespuglio né un filo d’erba, né traccia di presenza umana. Sullo sfondo, sopra le dune, si intravede un cielo azzurro dietro nuvole chiare. Vediamo sulla sinistra cinque personaggi: un arlecchino in piedi, una bambina di schiena in abito di scena; nel mezzo del gruppo un omone in tuta rossa con un sacco sulle spalle. Alla sua sinistra uno smilzo ragazzetto in costume che tiene un bidone sulle spalle magre, al centro del quadro un bambino infagottato in un abito di un blu che richiama l’azzurro pallido del cielo, che guarda verso la giovane donna seduta a destra in atteggiamento pensoso e nostalgico. I colori vanno dal blu, al rosso, al marrone, all’azzurro, al rosa con varie tonalità e sfumature nelle nuvole; ma il colore più visibile è l’ocra del terreno e delle dune sullo sfondo. Tutti i personaggi hanno un’aria infelice ma non disperata come quella dei mendicanti del periodo blu. Qui il tema è l’emarginazione e la solitudine dei girovaghi circensi, figure care, in quanto simboliche della condizione esistenziale degli artisti, a pittori come Honoré Daumier, Georges Seurat, Marc Chagall e il nostro Antonio Donghi e a poeti come Baudelaire, Rimbaud, Apollinaire, Rilke e Giuseppe Ungaretti, la cui poesia intitolata appunto “Girovago” sembra quasi una interpretazione poetica dello stato d’animo dei personaggi di Picasso: “in nessuna parte di terra  mi posso accasare A ogni nuovo clima che incontro mi trovo languente che una volta già gli ero stato assuefatto E me ne stacco sempre straniero Nascendo tornato da epoche troppo vissute Godere un solo minuto di vita iniziale” . 

FULVIO SGUERSO

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