Lettera alla Regione Liguria

Lettera alla Regione Liguria

Lettera alla Regione Liguria

 La nostra Regione è splendida. Per tanti anni ho vissuto e lavorato fuori regione: mi mancava il mare e mi mancava la possibilità unica offerta dalla Liguria di avere, girato l’angolo, colline e montagne. Un entroterra verdissimo, ricco di natura e piccoli borghi caratteristici, angoli di mare da cartolina. Un sole caldo nella bella stagione, vento e acqua a volontà che possono diventare energia rinnovabile e sostenibile.


Ma la Liguria è anche la regione con il più alto tasso di disoccupazione del Nord Italia, con un’età media della popolazione fra le più elevate, con delle sacche di insediamenti inquinanti che hanno negli anni consumato irrimediabilmente ampie aree del territorio e del mare con evidenti lacune in tutto il processo di controllo, pensiamo solo ai casi dell’area provinciale di Savona quali l’Acna, Tirreno Power e la Cokeria di Bragno, per citarne alcuni.

In Liguria, dopo la Lombardia, sono state consumate percentualmente le più ampie aree del territorio con una cementificazione selvaggia, volgare e arrogante sponsorizzata da aree politiche spesso conniventi con organizzazioni illegali. Ponente, Levante, l’area metropolitana di Genova ed il relativo entroterra sono in equilibrio precario ed il rischio idrogeologico non è più un rischio ma una assoluta certezza ogni qualvolta piove: si piove, incredibile chi lo avrebbe mai detto e potuto prevedere.

La Regione ha ampie e fondamentali competenze nel comparto Sanità e molto del suo bilancio è dedicato a questo, insieme ai trasporti. Oggi stiamo vivendo nel silenzio assordante promosso volutamente da partiti come il Partito Democratico una precisa strategia di “ritirata” del pubblico da tutti i settori fondamentali, un progressivo smantellamento dei presidi sanitari, i pronto soccorso che erano distribuiti in maniera capillare sul territorio, alle specialità disponibili sui diversi ospedali. La media dei posti letto ogni 1000 abitanti è in costante diminuzione, ci sono evidenti criticità laddove viene instillato il messaggio che è necessario inserire i privati pagati dalla Sanità Pubblica facendo evidente abuso dell’intramoenia oramai fuori controllo. Non perché il privato non debba operare, ma perché se pagato dal pubblico avrà certamente un costo maggiore contro un identico servizio fornito direttamente dal pubblico. All’interno di una riorganizzazione e di una riduzione degli sprechi e delle inefficienze, è possibile e doveroso pretendere una sanità pubblica “eccellente” insieme ad una valorizzazione importante del personale che opera nel settore che deve essere fornito di tutti gli strumenti formativi necessari.

La Liguria è il fanalino di coda nella raccolta differenziata e per questo a costante rischio sanzioni da parte dell’Unione Europea, ma come tutta la politica ambientale ligure che negli anni di gestione burlando è stata fallimentare. Ho scritto tante cose che non vanno che sono evidenti agli occhi di tutti ma forse non del tutto a chi non vuole vedere con obiettività come stanno le cose, o forse perché è direttamente o indirettamente coinvolto.

Le responsabilità sono evidenti e in Liguria non è difficile identificare nomi e cognomi perché sono i soliti noti da anni, decenni…. Io credo che ci si debba concentrare su pochi e chiari obiettivi e tentare di raggiungerli cambiando completamente metodi e persone. Non dobbiamo dimenticare che la Regione ha potere di legiferare ovvero “leggi regionali” con le quali è possibile incidere realmente e cambiare in meglio la vita di tutti i cittadini, facendola conoscere a tutti, rendendola trasparente e facendo in modo che sia bella, intelligente e “smart”, un posto dove poter far crescere i nostri figli, sicuro, dove potranno avere delle opportunità di studio e di lavoro al pari o anzi meglio di altre regioni. Dove possiamo disporre di cure eccellenti tramite un servizio pubblico funzionale e funzionante. Dove è possibile non solo fare impresa con il turismo, da valorizzare ben di più di quanto fatto fino ad oggi, ma anche imprese nuove, innovative, che sanno conciliare virtuosamente ambiente e persone: sgravi fiscali e aree in cui concentrare e favorire start up, terziario avanzato, operatori nel settore delle energie rinnovabili e nell’efficienza energetica.

Il dado è tratto.

ANDREA MELIS

 

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