L’esempio tedesco

 
LA CRISI ECONOMICA ITALIANA VISTA
DA UN SAVONESE EMIGRATO IN GERMANIA   

L’ESEMPIO TEDESCO

Il rilancio dell’economia italiana
04 “L’esempio tedesco”
05 “Il cittadino italiano imprenditore”
06 “Il modello tedesco che non c’è
LA CRISI ECONOMICA ITALIANA VISTA 
DA UN SAVONESE
EMIGRATO IN GERMANIA

 L’ESEMPIO TEDESCO

Prendiamo come esempio la “cultura tedesca”

Che ogni acquisto del cittadino sia di fatto un trasferimento di ricchezza, lo si insegna in Germania fin dall’infanzia, per continuare poi lungo il corso di tutta la vita…

Nell’età scolastica

Ecco qui un mio aneddoto: mia figlia aveva allora otto anni. Eravamo a comprare in un supermercato ed io avevo scelto delle mele. Lei con un atteggiamento quasi sdegnato mi disse:

– No papà, dobbiamo comprare queste. A scuola ci hanno detto che dobbiamo sostenere gli agricoltori tedeschi -.

Io fui allibito. Un concetto, che a noi italiani non ci è mai assolutamente passato per la testa!

Noi compriamo le mele più belle, quelle che ci piacciono di più o quelle a più buon prezzo! Ma da dove esse provengono non ci interessa proprio per niente!

Nella pubblicità

E questo “indottrinamento a comprare prodotti nazionali” viene perpetrato quotidianamente nella vita dei tedeschi, per esempio con la pubblicità.

Ecco qui un esempio della Liqui Moly tedesca, di cui Vi traduco il testo:

Noi produciamo gli olii LIQUY MOLY esclusivamente in Germania. Anche le nostre tasse le paghiamo qui. Noi creiamo nuovi posti di lavoro e di apprendistato. In tutto il mondo gli automobilisti si affidano alla qualità superiore dei nostri prodotti. Io Vi prego cordialmente: usate esclusivamente gli olii della LIQUY MOLY.

Nella politica

E perfino i rappresentanti politici inculcano al cittadino questa “filosofia”!

In Italia tutti conoscono i nomi delle Veline di “Striscia la Notizia”, però quasi nessuno sa chi sia Günther Oettinger.

Günther Hermann Oettinger è un politico della CDU tedesca originario di Ditzingen nel Baden Wurttemberg ed è stato eletto nel 2005 Presidente del Baden Wurttemberg, incarico che lui ha espletato fino al 2009.

Ebbene guardate che cosa dichiarò nel 2007, come Presidente della Regione del Baden Wurttemberg, alla riunione annuale della CDU tedesca:

Oggi chi guida(!) una macchina giapponese tradisce di fatto il Baden Wurttemberg” –

 

E Günther Oettinger ha fatto anche carriera! Nel 2010 è stato nominato, su proposta di Angela Merkel, Commissario Europeo per l’Energia.

Un ruolo che ha mantenuto fino ad oggi proteggendo gli interessi delle case automobilistiche tedesche nell’ambito delle riduzioni delle emissioni, bloccando o annacquando le risoluzioni presentate dalla commissione europea.


Eccolo qui in una fotografia attuale sul tema: “Adesso Bruxelles parla tedesco”.

È proprio di questi giorni la notizia che l’entrata in vigore nel 2015 dei limiti di emissione previ-sti dal Parlamento Europeo è stata posposta a data da definire.

Forse ci siamo dimenticati cosa successe al nostro povero ministro degli esteri Rinaldo Osso-la, il quale durante la crisi del 1977 osò invitare gli italiani a “comprare italiano”? 

“Comprate prodotti italiani!”

 Il governo italiano, nei suoi tentativi di risanare l’economia italiana, ha fatto partire la campagna “Comprate prodotti italiani”. Il ministro del commercio estero, Rinaldo Ossola ha dichiarato a Roma, che gli italiani che comprano auto straniere, sono “snob male informati”. Oltre che automobili, il ministro vorrebbe distogliere i suoi concittadini dal comprare moto, scafi, televisioni, vini e orologi stranieri

Dopo le proteste tedesche il nostro Giulio Andreotti, quando nel 1979 formò il suo quarto governo (!&sob), lo esautorò. Ecco qui cosa scrisse il giornale la Repubblica alla sua morte, avvenuta l’ 8 dicembre 1990:

E’ in questa veste che, nel luglio del ‘ 76, Andreotti lo chiama al dicastero del Commercio estero (che anche Carli aveva ricoperto). E’ uno di quei rari momenti in cui la classe politica sembra indotta ad aprirsi alle migliori competenze tecniche, tanto che entra al governo anche Prodi, come ministro dell’ Industria. Anche in un successivo governo, Andreotti li riconferma nell’ incarico. Poi, con il quarto governo Andreotti, il premier preferisce tecnici di diversa tempra, e nel ’79 ad Ossola subentra Stammati.

Già allora la Germania cominciava a influenzare la politica e la sovranità italiana…

La lezione elementare e fondamentale per l’Italia

Se per la grande e “liberale” Germania è valso e vale ancora oggi il principio che:

Il risanamento della propria economia sta nell’evitare il consumo di prodotti stranieri!

perché ciò non dovrebbe valere anche per l’Italia e per gli italiani in questo critico momento economico nazionale? Pensate come suonerebbe tanto bene, ma quale coro di scandalizzate proteste tedesche ci sarebbero se l’onorevole Renato Brunetta proclamasse:

– “ Oggi chi guida una macchina tedesca tradisce di fatto il paese Italia” –

E Vi immaginate Renato Brunetta tra pochi anni nominato in un ruolo chiave come commissario europeo a Bruxelles??? Credo proprio che ciò sia assolutamente immaginario ed inverosimile…

Oggi di fatto la Germania comanda e controlla l’Europa! Perfino la Commissione Europea chiede sempre il “permesso”, e se la Germania dice di no, non se ne fa niente!

In particolare Italia, Spagna, Portogallo, Irlanda e Grecia non contano politicamente più niente devono sottostare alle “coercitive disposizioni di risanamento tedesche”… e chiedere, pregare ed implorare per un cambiamento.

Un cambiamento che la Germania non concederà poiché le persistenti crisi economiche nazionali rendono i paesi interessato ancor più succubi e remissivi.

Che si avveri così il grande sogno politico di mezzo secolo fa?

– La Germania, dominatrice dell’Europa –

Il paradosso più perverso è che questo strapotere tedesco viene proprio generato da coloro i quali… poi lo devono anche subire…  

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