Lega Nord

SIMUL STABUNT
SIMUL CADENT

SIMUL STABUNT SIMUL CADENT

Il tentativo della Lega Nord di smarcarsi dalla batosta  affermando, ridicolmente, che si tratta di un risultato dipendente dalla  “errata campagna elettorale” (condotta in prima persona, penosamente, dal Cavaliere senza cavallo), per scaricare così sul battistrada tutto il peso della sconfitta, dimostra, se ve ne fosse ancor bisogno, l’insipiente  arroganza  politica di cotale dirigenza sedicente padanica.

Certo, una buona campagna elettorale può far guadagnare  qualche punto, chissà uno, forse due punti percentuali, agendo, all’ultimo minuto, sulle fasce degli indecisi, ma il tracollo subito dal centrodestra non sorge, come un fungo, dalla campagna elettorale, scaturisce dal profondo, è il risultato di tutte le carenze della coalizione, della sua intrinseca inadeguatezza, della sua costituzionale incapacità di affrontare seriamente i problemi di tutto il Paese che sono sul tappeto e che l’inazione dello  stesso centrodestra ha aggravato.

 

Bisogna essere ciechi, sordi e, per usare lo stesso linguaggio del Cavaliere, anche senza cervello, per credere che il silenzio del Governo, se non la sua acquiescenza, sulle opzioni  della Fiat e delle altre industrie dominate dal capitale finanziario, che le responsabilità dell’esecutivo berleghista in materia di economia, con la  crescita della disoccupazione soprattutto giovanile, che quelle relative agli investimenti, che l’azzeramento dei fondi pubblici  nei  grandi settori trainanti della scuola (pubblica) e della ricerca connesso al  tentativo della loro privatizzazione, che le  scelte relative all’ormai obsoleto nucleare, alla privatizzazione dell’acqua e  del demanio e via svendendo il patrimonio della collettività, che tutti questi fatti ( e il resto che si omette per ragioni di spazio), insomma, possano essere accettati dalla maggioranza dei cittadini italiani come se si trattasse di una nuvoletta innocua e rinfrescante  basculante  all’orizzonte dei patri destini.

    Non v’è dubbio che il corredo di porcherie, di corruzione, di collusioni, di speculazioni, di maggioranze parlamentari comprate,  nelle quali affonda con costante continuità la dirigenza raffazzonata della squadra di governo, nonché la volgarità propagandistica  del centrodestra, abbiano giocato il loro ruolo.

 E però l’entità della sconfitta trova le sue radici nel NO pronunciato ad alta voce dall’elettorato alla cosiddetta politica della cosiddetta attuale maggioranza parlamentare (solo parlamentare- e malamente-, essendo palese che nel Paese maggioranza non è più) e va molto al di là degli sboccati e fallimentari tatticismi della campagna elettorale.

    La “Lega Nord” è pertanto castigata insieme a tutto il resto della coalizione, come – e non poteva essere diversamente- risulta da una lettura corretta dei risultati, per la sua “politica” e non solo  per una questione di propaganda elettorale, nella quale si sono privilegiati i temi cari al Cavaliere anziché quelli che riguardano il Popolo italiano.

    La sbandierata “panzana” del cosiddetto- impropriamente-  Federalismo non la può certo salvare nel momento stesso in cui si avverte il peso di un pasticciaccio che finirà per  costare al Paese  un prezzo insostenibile, squilibrando tutto il sistema tributario.

 Legata a filo doppio al Partito del predellino e al suo Capo supremo,  la Lega ne segue simultaneamente  le sorti , e non può essere altrimenti.

 Caduta libera, dunque e, speriamo, rapida.

 

 Naturalmente assistiamo disgustati alla scomposta reazione del Capoccia che, incapace della pur minima autocritica,  se la prende con “Annozero” (trasmissione che abbiamo spesso evitato per non assistere alle sgradevoli sparate di suoi sodali: La Russa, Belpietro, Santanché ecc.)  e col Ministro delle Finanze.

Come se costui potesse, a suo piacere, aprire o chiudere il sacco della cuccagna, prescindendo dalle scelte, a monte, del Parlamento e del Governo. Egli è un esecutore.

Ma, nel solco del patetico volteggiare  del nostro Presidente del Consiglio in sede  internazionale, abbiamo un episodio che dobbiamo evidenziare perché ha lasciato in una situazione di totale imbarazzo il Presidente USA. Noi crediamo, senza tema di smentite, che la conoscenza della  storia e della Costituzione statunitense da parte del Cavaliere sia pari a zero.  Ci spieghiamo riportando il seguente brano tratto da  “Stati Uniti d’Europa” di M.A.  Rollier Ed. Domus 1950- p.49:

“Il modo brillante con cui gli Americani hanno risolto il problema di dare la necessaria stabilità e durata all’edificio federale consiste nella supremazia del potere giudiziario su quello legislativo, che si concreta nel diritto di veto e di revisione legislativa della Corte Suprema di giustizia, i cui membri  sono nominati, fra elementi della magistratura  aventi i requisiti necessari, a vita dal Presidente degli Stati Uniti. Sono in numero di nove e le decisioni prese dalla maggioranza di essi sono inappellabili. La pietra miliare in cui si concreta questa supremazia del giudiziario che tanto ha contribuito a fare della Costituzione, alla lettera, la LEX SUPREMA AC INTANGIBILIS dell’Unione federale è contenuta in questo semplice verdetto della Corte Suprema, che risale agli inizi dell’800: “UN ATTO LEGISLATIVO  CONTRARIO ALLA COSTITUZIONE NON E’ LEGGE…UNA LEGGE CHE RIPUGNI ALLA COSTITUZIONE E’ NULLA”.

   Ora, i  nostri  quattro lettori comprendono che ad un Presidente degli Stati Uniti, che ha  giurato e si è formato su questi principi, non si può sparlare del “Potere Giudiziario”, perno della sostanziale democrazia americana con il suo sistema di garanzia e di prevalenza sullo stesso esecutivo, perché si permette di perseguire in Italia chiunque, anche un Presidente del Consiglio; quasi che lo scandalo non fossero i fatti che il Potere Giudiziario deve accertare e perseguire, e che risultano ampiamente denunciati e arricchiti da elementi di riscontro, ma fosse il fatto in sé dell’azione giudiziaria contro il Capo del Governo.

Il Nostro va a lamentarsi  proprio col  Presidente degli Stati Uniti dove sono stati messi sotto processo Presidenti e uomini di alto prestigio, senza guardare in faccia a nessuno, come deve fare il Potere Giudiziario in uno Stato democratico, a garanzia dei cittadini e sulla base del principio di uguaglianza di tutti  dinanzi alla legge !

    Se mai avverrà che il sogno di Altiero Spinelli , Eugenio Colorni, Guglielmo Usellini, Ursula Hirshmann, Mario Alberto Rollier, Giorgio Peyronel  e degli altri intellettuali resistenti che, nella primavera 1943, costituirono, in Roma, il primo Comitato direttivo del Movimento Federalista Europeo e che pubblicarono il primo numero del periodico “L’Unità Europea” per la diffusione delle tesi federaliste  negli ambienti dell’antifascismo, sia rilanciato e, partendo dalle attuali istituzioni europee, si ricominci a parlare degli “Stati Uniti d’Europa”( l’unico vero “Federalismo” per il quale  è giusto lottare per dare respiro, autorità e sviluppo al nostro continente ), il potere di massima garanzia della Magistratura dovrà assumere, così come negli USA, un’indiscussa prevalenza, dipendendo da esso la sopravvivenza stessa  della Democrazia . Altro che legittimo impedimento!

    Andiamo intanto a votare  SI  per i referendum, confermando l’esito delle Idi di maggio e risollevando la testa dal pantano nel quale questi ultimi anni di malgoverno ci hanno cacciati.

         Auguri ITALIA !

                           E. Stefano Carrara Sutour

                           Per copia conforme

                           BELLAMIGO      

5 giugno 2011

 

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