Le primarie del centrosinistra

Le primarie del centrosinistra.
Argomento del mese

Le primarie del centrosinistra. Argomento del mese

Renzi, Bersani, Puppato, Vendola, Tabacci. PD, SEL, API. Il vincitore verrà indicato come “Capo politico”, anzi “Capo della coalizione” in questo caso, come previsto dalla legge 270/2005, ossia la legge Calderoli, meglio nota come Porcellum. Ma cos’è il “Capo della coalizione”? Perché fare le primarie per sceglierlo? Cos’è il Porcellum? Vediamolo subito!
 Legge elettorale
Il Porcellum è la nostra attuale legge che regola la trasformazione del voto in seggi elettorali. Escludendo tutto il processo del procedimento preparatorio, analizziamo velocemente cosa prevede questa legge. Deposito simboli e l’indicazione del “capo politico” della coalizione (in caso più liste si presentino insieme) o semplicemente “capo politico” se la lista concorre in solitario, presentazione del programma politico. La ripartizione dei seggi avviene in maniera proporzionale (Camera dei Deputati) per 618 seggi, a cui si sommeranno, a parte, i 12 della circoscrizione estero. Per i 618 (uno spetta al più votato della Valle d’Aosta) seggi si calcolano i voti validi (Metodo Hare del quoziente dei più alti resti, che fotografa perfettamente la distribuzione proporzionale del voto) e si assegnano. Se la lista (o coalizione) con il maggior numero di voti ha raggiunto almeno il 55% si procede normalmente con il calcolo. Altrimenti le si assegna il premio di maggioranza (340 seggi) e si procede nuovamente al calcolo dei restanti 277 seggi, sempre proporzionalmente alle liste rimaste. Il Senato ha all’incirca lo stesso procedimento, solo che la Costituzione prevede che sia eletto a base regionale, quindi, in ciascuna regione, chi prende più voti, prende il 55% dei seggi spettanti a quella regione. I problemi di questo sistema sono due:

 

– liste bloccate, il voto di preferenza non esiste, si procede infatti all’elezione in base all’ordine di lista, scelte dalle forze politiche;

– rischio instabilità, perché come successo nell’ultimo Governo Prodi, la maggioranza potrebbe essere forte alla Camera (grazie al premio) e debole al Senato (per via della votazione su base regionale);

 

A questo punto il Parlamento è fatto, ma come si procede a formare il Governo?

La nomina

Secondo l’idea delle primarie e del Porcellum, il “capo politico” è quella persona proposta per ricoprire la carica di Presidente del Consiglio. Questa nomina però è un potere esclusivo (potere politico?) del Presidente della Repubblica (art. 92 Costituzione). In sostanza la decisione, pur influenzata dalle elezioni, è a puro appannaggio del Capo dello Stato. La consuetudine ha visto però l’utilizzo del processo della consultazione.

Infatti il Governo ha bisogno dell fiducia iniziale per esercitare i suoi poteri, per cui il Capo dello Stato sente i pareri dei presidenti delle Camere e dei gruppi parlamentari, da capire chi sia la personalità gradita a questi, in grado di ottenere quindi la fiducia. Nulla vieta l’inquilino del Quirinale di nominare chi ritenga più adatto, visto che si tratta di un potere (anche) politico. Anche perché poi è il Presidente del Consiglio incaricato ad “indagare” presso le forze politiche, se la sua agenda sia compatibile con i programmi portati avanti dai gruppi parlamentari. In caso negativo rinuncia e il Capo dello Stato procede con una nuova nomina. Inoltre se le forze politiche che appoggiano il Governo si ritengono insoddisfatte, possono sfiduciarlo, portando il Colle a nominare un altro premier. La sfiducia non comporta lo scioglimento delle Camere, anche se un cambiamento di equilibri dei gruppi parlamentari, potrebbe essere sintomo di necessità di nuove elezioni. Quindi le primarie del centro-sinistra non è che siano chissà quale prova di democrazia, visto che la nomina del Capo del Governo è frutto di intrecci tra poteri costituzionali e “compromessi” tra le forze politiche che lo potrebbero sostenere. Abbiamo già visto ai tempi di Prodi quanto siano state inutili, visto che dopo due anni l’UDEUR ha salutato tutti, causandone la caduta. Lo scopo dei costituenti era quello di bilanciare i poteri e portare le forze politiche a collaborare per la realizzazione degli obiettivi comuni e del benessere dello Stato. Purtroppo, in Italia, i politici hanno sempre “piegato” la Costituzione e le leggi ai loro piedi.

 Elezione diretta?

Si è sentito parlare spesso di elezione diretta del primo Ministro. Questo però implica un cambiamento radicale della forma di Governo. Infatti, se eleggessimo direttamente il Capo di Governo, questo non deve poter essere sfiduciato dalle Camere, per via dei principi democratici.

Ci sarebbe un grosso bivio quindi: mantenere la Repubblica Parlamentare, dove il Parlamento, legittimato democraticamente dal corpo elettorale ha poteri sovrani, oppure una forma di Governo semi-presidenziale o presidenziale, dove il Capo dello Stato è anche Capo di Governo e ha poteri molto più ampi, forse troppo accentrati in un’unica persona (vedi Francia e USA). Una scelta del genere sarebbe logica sottoporla alla popolazione.

 

Le vere primarie

Allo stato attuale delle cose, è palese quindi che le primarie del centro-sinistra servono solo per illudere l’elettorato di voler dare un esempio di vera democrazia. In realtà, abbiamo visto che il Governo è legittimato dai poteri parlamentari e presidenziali e pare non avere alcun senso avere una proposta come premier, prima ancora di sapere come sarà formato il Parlamento. Le uniche vere primarie da fare, sarebbero quelle per scegliere i candidati, quella sì che sarebbe una prova di democrazia. Dire all’elettorato: “queste sono le persone che vogliono candidarsi, votate voi per scegliere l’ordine di lista” (visto che non c’è la preferenza diretta). Questo tipo di primarie sono invece una mera illusione. Pensate solo ad un piccolo problema: se Renzi vincesse le primarie, ma la lista dei candidati alle camere è prevalentemente bersaniana ed il PD vincesse le elezioni, come potrebbe essere affidato l’incarico al fiorentino, osteggiato dalla sua stessa maggioranza?

 

PS: primarie e Savona, c’è una paralisi amministrativa; è corretto che i politici locali, invece di impegnarsi a risolvere i problemi cittadini (gravosi), si dedichino anima e corpo alla competizione interna del loro partito? Soprattutto, uno staff assunto con determinati compiti, visto che pesa sulle casse cittadine, perché invece di occuparsi dei suoi compiti, si occupa di Renzi? Fateci sapere! 

Manuel Meles

Il cittadino frustrato

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