LE MADRI CINESI

LE MADRI CINESI SONO SUPERIORI?

LE MADRI CINESI SONO SUPERIORI?

La notizia è particolarmente interessante. Sabato otto gennaio è stato pubblicato uno scritto sul quotidiano statunitense Wall Street Journal, intitolato “Perché le madri cinesi sono superiori.”, che sostanzialmente descrive i metodi educativi dell’Autrice Amy Chua.
La tesi proposta nell’articolo è già esposta nel titolo: le madri cinesi sono superiori alle altre perché crescono figli che eccelgono nello studio, nella musica, nella vita. Il tutto, secondo la Signora Chua, si ottiene imponendo una rigida disciplina, orari centellinati al secondo, imponendo aspettative altissime in tutto ciò che impegna i piccoli, dallo studio alla vita domestica. Banditi i capricci, le scelte individuali, i pomeriggi in compagnia di amici. In pratica, il controllo pressoché totale della vita dei figli. C’è chi plaude e chi si indigna, specialmente leggendo gli estremi cui giunge questa mamma per obbligare la figlia ad imparare, ad esempio, a suonare un pezzo per pianoforte. In Italia si potrebbero ravvisare gli estremi di maltrattamento di minore. Che dire? Parlare di superiorità in un contesto così delicato quale è l’essere madre, mi sembra davvero eccessivo. Ogni madre lo sa bene, i figli non nascono col libretto delle istruzioni per l’uso allegato. La maternità è un’esperienza che cambia l’esistenza, ma non certo solo in rosa come siamo condizionati a pensare dalla televisione. L’istinto, che esiste e si annuncia prepotente sin dai primi giorni di gestazione, è il miglior consigliere per ogni mamma. Per me è stato ed è tutt’ora così. I figli sono Persone dotate di propria personalità e temperamento, che si evidenzia sin dai primi istanti di vita, ed, ovviamente, sono unici. Vanno rispettati e guidati passo passo, vegliati e sorvegliati con infinita pazienza. Qualche volta si vorrebbe che pensassero come noi, come se noi fossimo la perfezione, altre volte siamo noi che cerchiamo di pensare come loro. Si vorrebbe spianargli la strada sempre e comunque, ma per fortuna ogni tanto la ragione subentra e ricorda che la vita è dei figli e che noi dobbiamo affiancarli, non sempre precederli lungo la strada.

Chiarito che io posso essere tranquillamente incarnare il poco produttivo stereotipo della madre italiana, agli antipodi del modello cinese, è evidente che dissento totalmente dai metodi della Signora Chua.

Credo che ascoltare i propri figli sia fondamentale, per mia esperienza un bimbo che riceve attenzione non ha poi questo gran bisogno di far capricci, persino quando è piccolissimo. Responsabilizzarlo il prima possibile, certamente, ma non per diventare “il migliore”, ma semplicemente per imparare sin da piccini il valore di ciò che si è e poi di ciò che si ha. Il massimo dei voti, ottima prospettiva.

Ma va conseguita perché “è inconcepibile il contrario” come sostiene la Signora Chua, o perché rappresenta il risultato di un impegno serio ed onesto? E ancora, l’autostima si conquista giorno per giorno o superando ad ogni costo un ostacolo secondo il metodo Chua? Se qualcuno avesse la risposta assoluta, non ci sarebbe da discutere. Il problema è che risposte assolute, temo, non ce ne siano. Il metodo cinese assomiglia molto ad un ammaestramento vero e proprio, sicuramente produrrà risultati, il punto è: a che prezzo? La Signora Chua non lo dice, nel suo libro “L’inno di battaglia della madre tigre” parla dei risultati tangibili, ma poi, se i giovani tigrotti vivano felicemente o meno resta un mistero, resta un mistero anche se il problema l’Autrice se lo sia posto. Io me lo pongo. Da madre iperprotettiva, metto la felicità di mio figlio al primo posto, cercando di trasmettere il valore del tempo, che non va sprecato, delle cose materiali, che non vanno sciupate o sprecate, soprattutto delle persone, che vanno rispettate, dei sentimenti, che vanno rispettati. Sopra ogni cosa mi sono sforzata di trasmettergli che lui era unico e prezioso, che mancando di rispetto a se stesso, mancava di rispetto a chi gli vuole bene. Perché lui è amato per ciò che è, non per ciò che dovrebbe o potrebbe essere. Punto. Le madri cinesi saranno pure superiori, questione di punti di vista, io le tigri le vedo bene nella foresta, e credo che di gente ammaestrata in giro ce ne sia fin troppa, meglio crescere i figli con rispetto, anche se costa più tempo e tanta, tanta pazienza.

Giovanna Rezzoagli

Counselor Professionale con Specializzazione in Scienze Sociali

Iscritto al n°935b Registro Nazionale Counselors F.A.I.P.

http://www.foglidicounseling.org

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