L’auto ad idrogeno

IL VOLTO DELLA MEMORIA
Cinquantanovesima parte
L’AUTO AD IDROGENO

IL VOLTO DELLA MEMORIA
Cinquantanovesima parte

IN DATA 2 FEBBRAIO 2016, IL QUOTIDIANO “LA STAMPA” HA PUBBLICATO UN ECCELLENTE ARTICOLO, A FIRMA DI BENIAMINO PAGLIARO, COSI’ INTITOLATO:   

“INNOVATION FOR CHANGE”

CERCA IDEE PER L’AMBIENTE

A TORINO LA SFIDA DI CINQUANTA RICERCATORI”

 Domandiamoci: Quale sarà il compito di questi ricercatori con formazione scientifico -ingegneristica?

La risposta la troviamo nella Parte Iniziale dell’Articolo sopra citato:

“HANNO CINQUE MESI PER SFIDARE UN PROBLEMA EPOCALE, COME PER ESEMPIO RIDURRE LE EMISSIONI DI GAS SERRA O UTILIZZARE MEGLIO LE RISORSE IDRICHE, TROVARE UNA SOLUZIONE E PRESENTARLA A UNA PLATEA DI PROTAGONISTI DELLA RICERCA SCIENTIFICA E DELLE AZIENDE”

QUASI CONTEMPORANEAMENTE (E PRECISAMENTE IN DATA 3 FEBBRAIO 2016) SEMPRE SUL  QUOTIDIANO “LA STAMPA” È STATO PUBBLICATO UN ARTICOLO, A FIRMA DI STEFANO RIZZATO, DAL  SEGUENTE TITOLO:

“MOTORI A IDROGENO NEL CARRELLO

LA SVOLTA ECOLOGICA DI EASYJET”

 Leggiamo assieme due brevi tratti di questo Articolo:

“PER LE COMPAGNIE AEREE È IL MOMENTO DI RENDERE I LORO MOSTRI DEL CIELO UN PO’ PIÙ GENTILI CON L’AMBIENTE. OGGI GLI AEREI SONO RESPONSABILI DEL 3 PER CENTO DI TUTTE LE EMISSIONI PRODOTTE IN EUROPA. E UN SINGOLO VOLO TRA LONDRA E NEW YORK NE PRODUCE TANTE QUANTE UN ANNO DI RISCALDAMENTO IN UN APPARTAMENTO MEDIO.”

 Alcuni nostri amici, dopo aver letto questi due Articoli si sono istintivamente chiesti:

PERCHÉ SUI QUOTIDIANI NAZIONALI NON SI FA ALCUN CENNO ALL’ARGOMENTO DEI MOTORI AD IDROGENO SULLE NOSTRE AUTOMOBILI?

Ed allora con il VOLTO DELLA MEMORIA, si sono rivolti ad ALDO PASTORE, Autore, nel passato, di alcuni Articoli Giornalistici su quest’Argomento.

 Aldo ci ha così risposto:

 LA MEMORIA È UNA NOSTRA PARTICOLARE CAPACITÀ PSICOLOGICA, CHE CI CONSENTE DI RIEVOCARE E DI RIVEDERE IMMAGINI RIFERENTESI  AL PASSATO, DI RICONOSCERE PERSONE, CHE ABBIAMO INCONTRATO NELLA VOSTRA VITA ( E CON LE QUALI ABBIAMO DIALOGATO E DISCUSSO) O, SEMPLICEMENTE, DI RITORNARE A RILEGGERE I LIBRI O SCRITTI DEL PASSATO, CHE SONO RIMASTI IMPRESSI, NELLA NOSTRA MENTE, IN RAGIONE DELL’IMPORTANZA DELLE IDEE E DEI  CONCETTI, IVI ESPRESSI.


 NEL CASO DELL’UTILIZZO DELL’IDROGENO COME ELEMENTO PROPULSORE DEI MEZZI AUTOMOBILISTICI, MI LIMITERÒ, PER OVVIE RAGIONI DI SPAZIO, A RICORDARE GLI SCRITTI DI DUE GRANDI AUTORI; IL PRIMO E’:

L’ISOLA MISTERIOSA DI JULES VERNE (ANNO 1874):

II romanzo narra le avventure di cinque nordisti che, durante la guerra civile americana, fuggono da un campo di prigionia sudista a bordo di un pallone aerostatico. Spinti fuori rotta da una tempesta, atterrano su una piccola isola, dopo un viaggio di 7.000 miglia.

Un giorno, mentre cercano di immaginare il futuro dell’Unione, uno dei membri del gruppo, un marinaio di nome Pencroff, domanda all’ingegnere Cyrus Smith, cosa potrebbe accadere al commercio ed all’industria americana, se finisse il carbone.

“Che cosa si brucerà al posto del carbone?” domanda Pencroff “L’acqua” risponde Cyrus Smith, sorprendendo tutti. E prosegue spiegando:

“L’acqua scomposta nei suoi elementi costitutivi…. e scomposta, senza dubbio, dall’elettricità che sarà diventata allora una forza possente e maneggevole.

Si, amici, io credo che l’acqua sarà un giorno impiegata come combustibile, che /’idrogeno e l’ossigeno, di cui è costituita, utilizzati isolatamente o simultaneamente, offriranno una sorgente di calore e di luce inesauribili e di un’intensità, che il carbone fossile non può dare.

L’acqua è il carbone dell’avvenire.”

Di fronte a queste parole, nasce, in noi, spontanea una riflessione sulla straordinaria statura culturale di Jules Verne, scrittore che, da ragazzi, ci affascinava per le sue avventure fantastiche, ma sempre possibili; oggi, ci rendiamo conto che all’interesse ed alla vivacità delle vicende da lui narrate, si associava non soltanto un genuino desiderio di diffondere la verità scientifica, ma, anche, una geniale intuizione dei traguardi che sarebbero stati raggiunti dalla scienza e dalla tecnologia del futuro.

 IL SECONDO È UNA MAGISTRALE DICHIARAZIONE DI JEREMY RIFKIN, INSERITA IN UNA INTERVISTA, RILASCIATA A BRUNO GRAVAGNUOLO IN DATA 12 SETTEMBRE 2002:

“L’idrogeno si trova ovunque.

Le stelle sono fatte di idrogeno e, quando l’universo brucia, nelle sue trasformazioni, si ha emissione di acqua distillata e calore. Oggi, bisogna estrarlo dai gas combustibili, come il metano, ma, tra dieci anni, il metano scarseggerà.

Quindi, sarebbe follia impiantare un’intera infrastruttura sul metano. Perciò la via è un’altra. E, cioè, catturare energia pulita (geotermica, eolica, solare) per generare elettricità, che elettrolizzi l’acqua. Poi, si separa l’idrogeno, lo si conserva e lo si inserisce in cellule combustibili da usare. Il problema è la conservazione, perché l’energia si disperde facilmente e va messa al riparo dalla penuria delle stesse energie rinnovabili, incluse quelle idroelettriche.

L’idrogeno si presta a meraviglia ad essere conservato ed allora occorre muoversi in tempo in questa direzione.

 

Fatte queste doverose PREMESSE STORICHE, vediamo di rispondere alla DOMANDA DEI NOSTRI AMICI LETTORI e, cioè:

È POSSIBILE COSTRUIRE ED UTILIZZARE LE AUTO AD IDROGENO?

ALDO ci ha risposto con questo suo ARTICOLO (datato 14 giugno 2012)

L’AUTO AD IDROGENO

Allorquando si affronta questo tema, occorre precisare, sin dall’inizio, che la disponibilità di IDROGENO LIBERO sulla crosta terrestre è estremamente bassa ed, in ogni caso, insufficiente per il suo utilizzo  a scopo energetico.

Occorre, quindi, crearlo artificialmente, utilizzando i suoi composti, esistenti in natura. Ma, occorre altresì, prendere atto che L’UNICA VERA FONTE, FORNITRICE DI IDROGENO, E’ L’ACQUA (H2O), perché la produzione da altre fonti (ed in particolare dal METANO) è, di fatto, pericolosa per l’ambiente, perché il metano, sottoposto ad un trattamento di ossidazione parziale o a gassificazione in un convertitore catalitico, viene a liberare effettivamente Idrogeno, ma, come sottoprodotto, viene a generare anche anidride carbonica con conseguente, ulteriore danno per l’intero ecosistema che ci circonda.

Dobbiamo, dunque, ricorrere unicamente all’ elettrolisi dell’acqua, effettuata attraverso l’utilizzo delle energie rinnovabili.

Attraverso questo semplice tecnica, L’ACQUA VIENE SEPARATA NELLE SUE COMPONENTI ORIGINARIE, L’IDROGENO E OSSIGENO.

L’idrogeno deve, quindi, essere immagazzinato, per, poi, essere trasferito, al momento dell’utilizzo dell’auto, nel suo serbatoio e, da qui, alla linea di alimentazione e, successivamente ancora, alle cellule  di alimentazione dell’auto, le quali consumano l’idrogeno ricevuto e generano elettricità, la quale, finalmente, mette in funzione il motore elettrico (vedi in proposito lo schema sottostante):

Esistono, tuttavia, delle OGGETTIVE DIFFICOLTÀ per raggiungere l’obiettivo del pieno funzionamento della MACCHINA A IDROGENO.

Possiamo, così, elencarle:

A) LA PENURIA DELLA RISORSA ACQUA: esiste, infatti, nel mondo, un notevole “gap” tra “disponibilità idrica in natura” e “disponibilità idrica reale”; occorre, in altri termini, UNA NUOVA POLITICA IDRICA DEL FUTURO per venire incontro alle esigenze dell’intera umanità.

B) LE ENERGIE RINNOVABILI, ALLO STATO ATTUALE, SONO QUANTITATIVAMENTE INSUFFICIENTI PER RAGGIUNGERE OBIETTIVI CREDIBILI NELLA PRODUZIONE DI IDROGENO.

Secondo la maggioranza degli esperti del settore, sarà necessario, a livello planetario, elevare al 40% la soglia di elettricità, basato su energie rinnovabili, entro il 2020.

C) ESISTE, TUTTORA, UNA TECNOLOGIA INADEGUATA PER IMMAGAZZINARE L’ IDROGENO.


I fautori del COMPLESSO ENERGIA RINNOVABILE – IDROGENO ripongono, in proposito, le loro speranze su innovazioni che portino alla produzione ed alla diffusione, su vasta scala, delle cosiddette “CELLE A COMBUSTIBILE”, dotate di una tecnologia relativamente semplice e dai costi contenuti.

Non a caso, dunque, Massimo Prastaro (Presidente dell’H2It), nel settembre dello scorso anno, intervenendo al Festival dell’Energia di Firenze e giunto a dichiarare:

“in Italia ed in Europa, non vedremo vetture a idrogeno nei prossimi anni, se se non in fase di test, ma dal 2020 in poi ci saranno, perché inizieranno ad essere competitivi, mentre, in Germania, Mercedes sta lavorando per arrivare ad una produzione di massa dal 2015.“

Ma, agli sfiduciati e, soprattutto, agli scettici SULLE PROSPETTIVE FUTURE DELLE AUTO AD IDROGENO, consiglio caldamente di andare a leggere il magistrale reportage giornalistico di Marco Marelli (riportato dal quotidiano La Stampa in data 15 maggio 2011 ed intitolato UN GIRO DEL MONDO PER SCOPRIRE CHE SI PUÒ VIAGGIARE AD IDR0GENO); riporto un breve stralcio di questo reportage, riferito su una esperienza turistica cinese:

“La classe B a idrogeno non è stata fermata da nulla. Nella tappa più faticosa, ad esempio, che conduceva nella città di Wuwei, si sono percorsi più di 300 km, su sterrati tormentati da una fitta coltre di sabbia, che si insinuava ovunque e che limitava la visibilità a meno di 50 metri.
Ma il sofisticato sistema di alimentazione ha perfettamente tenuto, non risentendo nemmeno dell’alta quota.“

Ed, in ultimo, consentitemi ancora, carissimi amici Lettori di citare una breve considerazione di Gerhard Ertl (premio Nobel della chimica nel 2007), riportato dal quotidiano  IL SECOLOXIX, in data 3/11/2010:

“Le marmitte catalitiche sono state molto utili per ridurre l’inquinamento; le nostre città sono molto più pulite ora che in passato. Il Comune di Los Angeles è stato il primo  ad obbligare i suoi cittadini ad utilizzarle negli anni 70.
Però, non sono sufficienti per fermare l’inquinamento.
C’è bisogno di ben altro.
Le macchine dovrebbero andare ad elettricità o a idrogeno: anche processi che servono a creare idrogeno sono catalitici.”

 

14 Giugno 2012         Aldo Pastore

 

 

 

 

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