L’America esporta la democrazia

L’America esporta la democrazia.
Prima lezione: pena di morte

L’America esporta la democrazia.
Prima lezione: pena di morte

Fuori dalla prigione dove è stato giust.. no scusate, ucciso, Ronnie Lee Gardner una donna aveva questo cartello “Why do we kill people who kill people to teach that killing is wrong?”

Già; quale logica nella scelta di uccide chi uccide per insegnare che uccidere è sbagliato?

Quanto è sana e autorevole una società che ha bisogno di un atto di forza bruta per correggere il crimine?

Che tipo di società vige in uno stato in cui si ha una visione così riduttiva da scindere gli uomini in buoni e cattivi, santi e demoni?

Dove ci sono cittadini “modello” che si offrono volontari per uccidere un altro uomo?

Esseri umani che per usurpare il diritto divino di decidere della vita e della morte creano un alibi lasciando una carica a salve su cinque.

Non avendo l’assoluta certezza di aver ucciso ogni boia si può appellare a quel 20% di dubbio per proclamare la propria innocenza.

Poche certezze: nessun colpevole non è un precetto assoluto. Nei tribunali americani spesso questa regola non vale per ottenere la revisione del processo o la commutazione della pena in ergastolo.

Se davvero si ritiene che la delinquenza si possa arginare eliminando fisicamente i delinquenti, che senso ha lo stato sociale? il così detto welfare?

Se l’assioma pena capitale uguale deterrente per la delinquenza è vero allora la scuola, le agenzie educative, l’impegno per diminuire le diseguaglianze sociali, il recupero dei tossicodipendenti, le politiche per la ridistribuzione del reddito, tutte le scelte che fanno di un paese qualunque una società civile allora, nulla di ciò ha un senso.

“Non potendo fortificare la giustizia essi hanno giustificato la forza” diceva Pascal.

Così, in definitiva, che la più grande nazione democratica abbia usato la guerra come unico mezzo per diffondere la democrazia e la pace non deve stupirci più di tanto.

L’unica speranza è di non far nostro questo principio come tante altre americanate che già abbiamo ereditato.

Cristina Ricci

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