L’altruismo: virtù in esclusiva agli umani?

L’altruismo:

virtù in esclusiva agli umani?

L’altruismo: virtù in esclusiva agli umani?

Intuitivamente, tutti sappiamo che cosa si intende per “altruismo”. Questo termine deriva dal francese altruisme (dal latino alter ed il francese autrui, altrui), fu coniato dal filosofo Auguste Comte nel lontano 1830 per indicare la tendenza opposta all’egoismo. L’altruismo venne inserito dallo psichiatra statunitense George Vaillant tra i meccanismi di difesa maturi, nella tabella di classificazione e di ripartizione di questi fondamentali agenti della vita intrapsichica che viene appunto chiamata “Tabella di Vaillant”.

La condotta di tipo altruistico può essere una sincera manifestazione di un reale interesse verso il benessere e la cura dell’Altro, sino a giungere al sacrificio o la subordinazione dei propri bisogni rispetto quelli altrui, ma può anche essere una modalità comportamentale finalizzata a soddisfare un bisogno narcisistico, una sorta di egoismo sublimato e mascherato: è in quest’ultima accezione che si classifica l’altruismo come meccanismo di difesa. Interessanti studi a cura di John Darley e di Bibb Latanè, psicologi sociali statunitensi, hanno permesso di evidenziare che i comportamenti altruistici sono molto più frequenti, da parte di un soggetto, in contesti in cui sono presenti più persone rispetto a quando egli è solo. Tale fenomenologia prende il nome di “effetto del passante”. In etologia si parla di altruismo finalizzato alla sopravvivenza della specie, in rapporto alle dinamiche genitori-figli.


Da oggi è corretto affermare che si parlava in questi termini in rapporto alla condotta altruistica nel regno animale. Uno studio recentissimo apparso su “Ecology Letters”, evidenzia come i primati siano capaci di gesti spinti dalla reciprocita’ e non solo dalla parentela. Questa era un caratteristica che si riteneva esclusiva dell’uomo. La ricerca si è sviluppata grazie alla collaborazione tra Istc-Cnr e universita’ di Liverpool. E’ opinione comune che l’atteggiamento altruistico fra animali e’ possibile solo tra ‘imparentati’, ma lo studio dimostra che certe dinamiche si attivano anche senza legami di parentela. Esattamente come avviene per l’animale uomo. Un ulteriore tassello che accorcia le distanze tra i cosiddetti esseri inferiori e il genere umano, un ulteriore avallo delle ormai universalmente accettate teorie Darwiniane, un ulteriore affondo a tutte quelle “teorie” o sedicenti tali sulla presunta superiorità dell’animale uomo, che pur dotato di capacità logico-analitiche più sviluppate rispetto alle altre creature viventi, sul piano dell’intelligenza emotiva ha ben poco di che gloriarsi rispetto alle altre specie ritenute “inferiori”.

Giovanna Rezzoagli Ganci

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