L’alba della guerra sociale

L’alba della guerra sociale

 
L’alba della guerra sociale

 Scrissi questa nota nel 2008, oramai 10 anni fa, oggi non mi stupisco di quanto sia ancora attuale e direi molto premonitrice, si è passati dai movimenti Viola ai Forconi, alle piazze dei Grillini, fino ad ora col M5S che si è preso la fetta che gli spettava, al passato appena finito aggiungetevi i governi Monti, Renzi e l’attuale governo di Conte pupazzo, coi primi ministri Di Maio che sparla a vanvera senza conoscere nemmeno ciò che dice e Salvini che ha seminato per benino tutto ciò che raccoglieremo nel futuro.

Le opposizioni, gli altri, non esistono perchè sono complici, perchè continuano sparlare e a frignare, solo per cambiare le seggiole su cui sedersi, nessun politico fa qualcosa per gli altri, ricordatevelo bene…

Non ho altro da aggiungere in prefazione, siate meno pieni di voi e aprite bene occhi ed orecchie, soprattutto in città, basta parole e manifestazioni allegoriche inutili e folcloristiche, prima o poi verrà il tempo di agire, vedremo chi sarà disposto e chi sparirà…

 

Dopo le ultime vicissitudini nell’andamento dell’economia mondiale, secondo alcuni fantasiosi teorici dell’investimento facile ed a tutti i costi, la tendenza al collasso starebbe per invertirsi, cioè la stangata che il nostro ordinamento mondiale ha subito tra la fine dell’estate 2008 e questo inizio di 2009 starebbe per finire. Questi signori che evidentemente godono nel vedere piccoli risparmiatori alla fossa, sono totalmente fuori dalla realtà e purtroppo per noi il governo della nostra Nazione lo è altrettanto, per mano del suo esponente primario, il presidente del consiglio Silvio Berlusconi. Le sue infantilistiche dichiarazioni sono il riassunto di una totale inettitudine o di una spiccata forma di ipocrisia verso la stragrande maggioranza di connazionali e suoi attuali sudditi che rischiano di scottarsi. 

 


 

Come faccia un governante a proferire cotanta sicurezza, in un tale contesto così palesemente appurato, non è affatto un mistero, la sua cecità sarebbe indotta dal suo egocentrismo, che porterà nei prossimi anni ad evolvere in una nuova forma di dittatura a misura di mass-media. 

Di tale situazione al di fuori della realtà, siamo informati giornalmente dai principali media non solamente italiani, che descrivono ciò come uno scenario assolutamente negativo, destinato al calo per ancora molto tempo, tanto da non poter essere quantificabile. Gli stessi organi d’informazione si trincerano, in una velata positività bene augurale, sperando tuttavia in un’inversione di tendenza, che peraltro invece, non si è ancora avverata. Purtroppo per noi, siamo solo all’inizio di una involuzione che sta avvenendo nel mondo occidentale, finora non abbiamo visto nulla di quello che accadrà e nemmeno osiamo immaginarlo. 

Tutta l’Europa presto assisterà al tracollo della propria società, ma la crisi sarà invero mondiale e metterà in ginocchio soprattutto l’economia statunitense, e chi da essa ne dipende. 

Le aziende già arrancano lasciando a casa la metà dei loro dipendenti, oppure li mettono a mezzo servizio, dimezzando la produzione e il loro salario, grandi gruppi battono cassa allo stato per gli ammortizzatori sociali, con la complicità dei sindacati, che vogliono garantire i salari, ciò avviene non solo in Italia, ma in tutto il mondo. L’informazione dopo un roboante inizio, dove dettagliatamente ha descritto la crisi, ora tende a tenere all’oscuro le masse, ma oggi la crisi continua e non si è fermata. 

 

 Le banche per fare ripartire l’economia, fermata dall’enorme bolla, che ne ha determinato il crollo delle borse mondiali, mettono in circolo nuove risorse di denaro aprendo le casse delle banche centrali nelle rispettive nazioni. Il capitalismo si trova in forte difficoltà e non sa più come sanarsi, affidandosi ai soliti mezzi e ai soliti trucchi o belletti cui si è sempre affidato. La BCE come la FED abbassano i tassi d’interesse ed il costo del denaro che tendono ad aumentare poiché aumentano i debitori, cercando di mettere pezze alla falla, come il dito del bambino nella storiella della diga olandese. 

Gli speculatori per contro non si sono ancora accontentati e continuano a lavorare nell’ombra sul crollo di un impero con l’acqua alla gola. Nel mondo economico odierno è in atto un complotto internazionale per mettere in ginocchio il capitalismo tradizionalista di matrice euro-americano e legato storicamente alle famiglie della borghesia bianca. Il complotto parte come un cancro conclamato, dall’interno dell’Europa che cerca di distaccarsi dalla dipendenza politica, militare ed economica americana, per delinearsi indipendentemente e tornare ad un ruolo mondiale primario. 

 


 

Fanno parte del complotto, il mondo Arabo e nordafricano, nonché l’Asia con a capo la Cina ed il Giappone, che però possiede una dualità troppo forte, per il suo legame con l’economia americana, ma proprio per questo motivo è in costante ricerca di una rivalsa storica ed economica. Altre nazioni come Iran, India e Pakistan speculano fortemente contro l’occidente in attesa di schierarsi definitivamente. 

La politica di Bush che ha inscenato la guerra al terrorismo, per alimentare un’economia da tempo in crisi, ha fallito ed il proprio fallimento è sotto i nostri occhi oggi. Anni di colonialismo e sfruttamento hanno insegnato loro, a ragionare studiando la nostra economia per minarla dalle sue fondamenta, questo fa si che ciò sia l’atto più terroristico che possa essere architettato. 

Nell’ormai lontano 1997 l’allora commissario di turno dell’UE Mario Monti dichiarò a proposito della riforma delle pensioni, uno dei tanti argomenti che saranno il perno per l’evoluzione di questa crisi: “Bisogna agire subito o si rischia la guerra sociale”. 

Sono passati circa 12 anni, allora si discuteva ancora se partecipare alla moneta unica europea, oggi l’Euro è una moneta relativamente stabile e forte, è la moneta principale negli scambi tra l’Europa e l’Asia. 

 

 Essa viene usata dagli speculatori per fare crollare il dollaro e l’economia che su di esso finora aveva fondamento nel mondo occidentale analizzando la storia precedente ai fatti odierni si capisce il perché di questo crollo: “Un’ Economia di cartone non può altro che bruciare alla prima scintilla o dileguarsi alla prima intemperia”. 

Tra il 1989 e il 1991 il mondo assistette alla fine di un’era di grande equilibrio, nella quale si delineavano due grandi gruppi contrapposti fino dalla conferenza di Yalta, il mondo capitalista ed il mondo comunista, da quegli anni la cortina di ferro cadde inesorabilmente ed il mondo economico e politico si ritrovò senza più ideali da perseguire. In Italia ciò portò allo scoperto i legami politici con certe lobby, vicine alle politiche capitalistiche dell’espansionismo filo-americano, ed altri legami non meno saldi, con l’imperialismo sovietico. 

Tangentopoli fu solo una goccia d’acqua nell’oceano degli asservimenti al potere di questo o quell’altro gruppo politico e schieramento ben definito, derivante da 50 anni di governo ed opposizione nella politica italiana. Dopo quel periodo, la politica subì un rallentamento per consentire la ricerca di uno schieramento dove attestarsi, e soprattutto quello avverso da combattere. 

 


 

Con la nascita dell’UE l’Europa dichiara la sua volontà di marciare con le proprie gambe e quindi di staccare il suo cordone ombelicale dagli U.S.A, che determinano la loro potenza fino dopo il 1945, quando la seconda guerra mondiale terminò. Oggi la politica economica a livello europeo tende ad allargare lo stato unitario verso Est e forse in un futuro non molto lontano, anche verso i paesi del mediterraneo. 

Gli stati meno industrializzati, quelli derivati dall’eredità lasciata dall’imperialismo sovietico, quelli vicini a quell’area politica oggi scomparsa, e gli stati del Mediterraneo dal Nord Africa alla Turchia seppur appartengono ancora a dottrine profondamente lontane dalla nostra cultura, rappresenterebbero per l’UE il polmone per ammortizzare, i grandi costi che le aziende andrebbero a sostenere per la produzione. 

La borghesia industriale europea, investendo in quelle nazioni e spostando i propri interessi economici e le proprie aziende, realizza enormi guadagni che mai potrebbe accumulare nelle nazioni originarie dell’unione. 

Per contro le nazioni dove ora vengono impiantate le imprese, ricevono un mare di finanziamenti dall’unione che possono usufruire per i propri interessi nazionali. 

 

Gli equilibri mondiali, che si profileranno nei prossimi 30 anni cambieranno per sempre il volto di questi stati e dell’unione europea. Migliaia di migranti già adesso si riversano nelle nostre nazioni, alcuni stati facenti parte dell’unione, hanno una legiferazione in merito all’immigrazione, ben più dettagliata e mirata all’accoglienza di queste miriadi di rifugiati. L’Italia è ancora latente su questo argomento ed invece di accogliere chi vuole lavorare onestamente, si discute ancora come accogliere e soprattutto come fermare l’immigrazione. 

Siamo come sempre in ritardo sul resto d’Europa, come pretendiamo di guidare il carrozzone? 

La borghesia industriale europea ha bisogno di queste masse per giustificare, la sostanziale interruzione del processo democratico interno delle nazione, e per mantenere bassi gli equilibri economici del welfare. Se il benessere delle classi sociali più basse avanza troppo, la borghesia resta schiacciata dalle nuove classi emergenti degli arricchiti, e perde il suo carattere elitario per sempre. 

 

“Con quale mezzo riesce la borghesia a superare le crisi? Per un verso, distruggendo una grande quantità di forze produttive; per un altro verso, conquistando nuovi mercati e sfruttando più intensamente i mercati già esistenti. Con quale mezzo, dunque? Preparando crisi più estese e violente.” 

Marx, 1848. 

 


 

La mancanza di una legiferazione e di un’imposizione legislativa dell’UE sta portando l’Italia alla deriva, la società si sta lentamente sfaldando, se una nazione non ha più crescita morale essa non ha più nessuna crescita civile, e la civiltà è una funzione democratica vitale per una nazione. La stessa cosa sta avvenendo da tempo a livello mondiale per la latitanza dell’ONU, che non prende più decisioni importanti, delegandole agli U.S.A., sconfessando se stessa e relegandosi come semplice comprimario di ordinanza. Il capitalismo oggi è in crisi, la società consumista ispirata da valori di ipocrisia e finzione, sta arrancando, tra gli ostacoli lasciati da se stessa lungo il suo cammino. 

Ciò che scrisse Marx nel 1848 era una fulgida analisi della società che da quei decenni, si andava a profilare alle miriadi di popolazioni mondiali fino ad oggi. In Italia si vedono le prime avvisaglie di una dittatura del silenzio imposta mettendo il bavaglio all’informazione, il governo italiano che non informa dettagliatamente i propri connazionali su un’importante decisione riguardante la finanza privata. La Banca d’Italia ha usato l’espressione “economia di guerra” e, proprio in questi giorni lo Stato mette le mani nelle tasche degli italiani con trucchi miserabili come quello dei conti dormienti. 

Era successo anche con il governo Amato ed il prelievo forzoso sui conti correnti, dove si colpiscono sempre i più deboli, anziani e sottoproletari oppure gli emigrati italiani in Canada, Australia, Brasile ed Argentina o Uruguay che sono troppo lontani per essere a conoscenza di questo ennesimo decreto truffa. Ora si vuole portare a 30000 unità il numero di soldati impiegati per vigilare le strade italiane, con una sparata che solo il Premier Berlusconi poteva dichiarare: “Servirebbero tanti soldati quanto sono le belle donne, in Italia”. 

In realtà questa futura mossa, che sicuramente non sarà l’ultima, imposta agli italiani, non servirà per vigilare sugli stupri o sui camorristi, ma per palesi motivi di sicurezza, derivanti dalla congiuntura che la nostra società sta subendo, non sarà altro che la giustificazione per tenere a bada la rivolta che si prospetta sulla nostra nazione. Ciò sarà un pre-colpo di stato, della dittatura mediocratica che domina l’Italia, che così si preparerà al crack economico che la travolgerà. 

La gente esasperata non scenderà più in piazza per questo o quest’altro partito, ma per dimostrare il dissenso alla politica del qualunquismo e del populismo fazioso, imposta dal belusconismo imperante e che le finte opposizioni legate a certe lobby non sono state in grado di frenare finora. 

Le masse di italiani esasperate dagli eventi, prima se la prenderanno con le migliaia di immigrati irregolari, poi con quelli regolari che “rubano” il lavoro ed infine quando non ci sarà più nulla da fare, inizierà la caccia alle streghe, allora sarà il caos. L’esercito sarà la mossa, aggiunta al videocontrollo coatto di ogni angolo di ogni città che porterà la nostra nazione all’oblio della democrazia, se mai questa vi sia stata in Italia. 

Al popolo allora non resterà altro che la lotta senza quartiere. 

 

di Paolo Bongiovanni Pubblicato nel febbraio 2009 su http://www.lanternerosse.it/

 

 

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