La solitudine di Salvini

LA SOLITUDINE DI SALVINI

LA SOLITUDINE DI SALVINI

 Dagli amici mi guardi Dio, che dai nemici mi guardo io”.

La posizione di Salvini, considerato che siamo (forse) in una democrazia, è quanto mai singolare: deve combattere coi trafficanti di uomini a viso aperto, e insieme difendersi, con dichiarazioni forzatamente politically correct, dai tanti, troppi critici dal mondo dell’establishment. 

È l’emblema dell’eroe moderno, il nuovo Cid, osannato dalla gente, ma inviso ai potenti. 

E tra questi ultimi spicca il capo dello Stato, che, già tranquillo ed appartato funzionario tra commemorazioni e tagli di nastri, ha cambiato da poco pelle, sulla scia delle “esondazioni”, come le chiama la Meloni, del suo predecessore: in sul nascere del nuovo governo, bloccando un ministro dell’Economia a lui sgradito; ed oggi intervenendo al di fuori delle sue competenze, per far sbarcare un altro carico di immigrati clandestini, provenienti da un ampio ventaglio di nazioni, nessuna delle quali lacerata da guerre. Se col governo precedente rispettava puntigliosamente il suo ruolo, anche di fronte a pressanti richieste di intervenire per bloccare una legge (“sono solo arbitro”), col governo “del cambiamento”, voluto dalla stragrande maggioranza degli italiani, getta la veste di arbitro ed entra improvvidamente in campo. 

 


 Sempre più solo in mezzo a un branco di “agnelli”

 

Avere per nemico costante un presidente della Repubblica non lascia dormire sonni tranquilli. Ne sa qualcosa Berlusconi, che Napolitano non esitò a defenestrare, in ossequio alla “legge dello spread”, pur essendo evidente che era una legge punitiva per quegli Stati che non volevano riconoscere la supremazia dell’UE e quindi dei “mercati”.

A rendere sempre più in salita il suo lavoro, annunciato in campagna elettorale e votato da un’ampia maggioranza di italiani, Salvini deve affrontare schermaglie quotidiane, coi moderni negrieri su un fronte; e, sul fronte interno, con i rigurgiti “buonisti” dei suoi colleghi di governo, ultima la ministra della Difesa a proposito del ruolo delle ONG, tutti spalleggiati da quel Fico, che dal suo importante scranno, rema contro ogni decisione di Salvini, cercando di fare “qualcosa di sinistra”, per dirla con Moretti, ma fuori tempo massimo: il 1968 ha ormai compiuto mezzo secolo!

L’ultimo episodio, della nave italiana Thalassa, che raccoglie clandestini in acque libiche, è particolarmente significativo. Nel timore di venire consegnati alla Guardia Costiera libica (che naviga su mezzi forniti dall’Italia, con equipaggi addestrati da noi, proprio allo scopo di bloccare i barconi) alcuni violenti si ribellano e costringono con la violenza il capitano a invertire la rotta e puntare verso l’Italia. Questo si chiama ammutinamento (sia pure non ad opera dell’equipaggio) e dirottamento forzato: un crimine gravissimo sia per le leggi del mare che dell’aria.

Salvini dà le giuste disposizioni, di proibire lo sbarco e la probabile fuga dei delinquenti, ma viene frenato dal suo collega pentastellato Toninelli e poi, con pugno fermo, da Mattarella, tra grida di giubilo di PD & Co; per non parlare dei magistrati, che gli tolgono di mano gli autori del reato con supponenza. E finirà nel solito modo: verranno lasciati liberi nel giro di pochi giorni. Con ciò calpestando minacciosamente le prerogative di ogni ministro dell’Interno: vigilare per la sicurezza degli italiani. E, beffa delle beffe, grazie ai dirottatori, tutti gli occupanti del barcone d’origine sbarcano in Italia, riuscendo alla fine vincitori!

 

 

Eppure tornano. Tra il giubilo delle sinistre

 

 Salvini se li ritrova contro tutti, alleati di governo, capo dello Stato, magistrati, ex alleati, come Forza Italia, oltre naturalmente alla banda delle sinistre, dal PD a Leu, Boldrini in testa, che continua ad inveire nonostante l’inequivocabile bocciatura elettorale delle sue estremistiche convinzioni. 

Salvini deve insomma impersonare la parte del lupo in un mondo di docili agnelli. Tutta manna per negrieri e scafisti, che infatti subito mettono in acqua un nuovo barcone con oltre 400 migranti a mo’ di sfida: “Vedi, Salvini, sei isolato, sei debole, non ce la fai. Lascia perdere, getta la spugna. A noi arrivano un sacco di soldi, a te solo torte (per non dir peggio) in faccia. Chi te la fa fare?”

Avevamo finalmente trovato un ministro dell’Interno che curava gli interessi di noi italiani. Le ultime elezioni hanno detto chiaramente quale politica sull’immigrazione vogliono gli italiani. Risultato: il popolo da una parte, la nomenclatura dall’altra, per fare che tutto resti come negli anni di Renzi, con sbarchi quotidiani e commenti mielosi dei TG.

Fermano chi vuole fermare l’invasione, che così continuerà a ritmo esponenziale. Con 7-8 figli per donna e il Mediterraneo aperto, avremo presto l’Eurafrica. La storia condannerà questa follia suicida, questo cupio dissolvi dell’establishment. Quando sarà solo storia, appunto. E non saranno i nostri figli e nipoti a leggerla

    Marco Giacinto Pellifroni    15 luglio 2018

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