LA SALUTE TRA COMUNICAZIONE E INDAGINI.

LA SALUTE
  TRA COMUNICAZIONE E INDAGINI.

LA SALUTE TRA COMUNICAZIONE E INDAGINI.

 Vado e Italcoke di Bragno sono inquinate.”

Una conferma a ciò che da anni i movimenti contro la combustione da carbone denunciano, frutto di una ricerca affidata dalla Procura di Savona ai consulenti incaricati di eseguire uno studio ambientale ed epidemiologico su emissioni e decessi nel comprensorio savonese.

 Sofferenze pesanti“. E’ ciò che trapela sui valori che presto saranno pubblici e mentre i periti lavorano per stabilire un concreto collegamento tra le numerose morti e le malattie avvenute negli ultimi decenni e l’inquinamento, la Tirreno Power che fa?

Riferendosi agli articoli comparsi sui quotidiani, “Sta valutando le opportune iniziative di tutela legale da avviare nei confronti di chi afferma o diffonde notizie false”.

Non intende commentare i possibili risultati di relazioni peritali che farebbero riferimento anche alla centrale a carbone di Vado Ligure, ma denuncia una coincidenza sulla pubblicazione della notizia con le importanti scadenze che dovrebbero portare alla conclusione dell’iter riguardante l’approvazione dell’ampliamento della centrale stessa .

Proprio mentre l’azienda sta lavorando alacremente con i Ministeri preposti alla tutela ambientale e sanitaria, con la Regione e con la Provincia ” Alcune sortite mediatiche vengono proposte all’attenzione della stampa locale con funzioni di mera strumentalità e con il rischio di danneggiare gravemente lo sviluppo industriale ed occupazionale dell’area” denunciano i dirigenti.

Il solito attacco all’informazione, quella che i quotidiani sarebbero preposti a fare: libera, inattaccabile, utile ma spesso disattesa o condizionata.

Eppure questa volta: nessuna sortita mediatica, nessuna campagna pubblicitaria, nessuna paginata di pubblicità su giornali o manifesti per strada, dove si dice che nel comprensorio di Vado e nei Comuni che stanno in un raggio di quaranta chilometri, tutto non va bene e che l’improponibile ”ammodernamento” di un impianto a carbone, che risale al 1971, non deve essere posto come il solito “ ricatto-contentino” realizzabile solo se si farà l’ampliamento.

Nessuna paginata pubblicitaria per affermare che a poco o a nulla potranno ancora servire le strategie comunicative costruite dall’azienda con visite guidate alla centrale, con sponsorizzazioni alle rassegne culturali dei Comune di Savona  e dintorni o il sostegno economico alla squadra di pallacanestro di Vado e a quella del nuoto sincronizzato per le olimpiadi, tanto meno la poco credibile  promozione del cosiddetto “carbone pulito”.

Già nel bilancio 2008 la Tirreno Power alla voce “Comunicazione” scriveva che «le attività realizzate nel corso dell’anno hanno riguardato principalmente il supporto al progetto industriale di Tirreno Power sulla costruzione di una nuova unità a carbone a Vado Ligure.

Il progetto ha avuto quale scopo quello di creare sul territorio un’opinione pubblica positiva nei confronti dell’azienda.

Sono stati effettuati vari interventi su Enti ed Associazioni al fine di consolidare la posizione di Tirreno Power in campo sociale. È stato sviluppato un piano di comunicazione specifico con l’obiettivo di valorizzare i contributi che TP svolge sulle base di richieste provenienti dal territorio…È stata ampliata la collaborazione con media partner in particolare giornali, siti web e televisioni locali».

Insomma: il solito “campo da calcio” regalo, in cambio della salute e della vita.

Nessuna sortita mediatica propagandistica, oggi, ma un’inchiesta della Procura della Repubblica di Savona che con l’aiuto di consulenti esperti, intende stabilire un eventuale nesso di causalità tra decessi e inquinamento nell’area in prossimità della centrale, per quanto riguarda gli ultimi sei anni.

Proprio mentre Tirreno Power, che possiede tre centrali termoelettriche in tutta Italia, Torrevaldaliga, Napoli e Vado Ligure, che con Sorgenia si fregia di promuovere campagne sulle energie rinnovabili con l’obiettivo di non impattare con l’ambiente di cui dichiara di essere difensore strenuo, solo a Vado Ligure produce energia da carbone.

Solo a Vado Ligure dove cittadini, movimenti, amministratori hanno smesso di essere utenti passivi o semplici spettatori di una tragedia ambientale che si consuma da più di quarant’anni, Tirreno Power  continua ad insistere perché si porti a termine  il lungo processo autorizzativo per l’ampliamento della centrale con altro carbone.

Solo a Vado sponsorizza altro carbone, mentre altrove converte a gas.

Solo per Vado, inspiegabilmente l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale sembra aprire la strada dell’AIA ai due gruppi esistenti, mentre l’amministrazione regionale dichiara che i gruppi 3 e 4  sono obsoleti e pericolosi e  le emissioni dovranno necessariamente essere inferiori alle attuali del 70%,  vincolando l’operazione di ampliamento alla realizzazione di una rete di monitoraggio ambientale con la partecipazione di Arpal, e mentre, indisturbata,  Arpal continua a monitorare con lo stesso esiguo numero di centraline che non misurano in tutto il comprensorio le polveri ultrasottili e tutti i parametri utili a capire se  e dove è il maggiore inquinamento e  il conseguente rischio sanitario.

Solo a Vado Ligure, Tirreno Power  produce 1455 MW,  di cui 660 a carbone e continua a sostenere, contro tutte le convinzioni a livello mondiale che individuano il carbone come il peggior combustibile fossile, che è necessario per lo sviluppo e l’occupazione del territorio costruire un altro gruppo a carbone da 460 MW .

Forse perché a Vado più che altrove, con la connivenza di alcuni partiti e dei sindacati, il bilancio ambientale continua a essere il ritorno economico , la dinamica di un mercato  malato che continua ad avere una visione ottocentesca del lavoro e della qualità della vita delle persone e dove sembra essere difficile attuare un’etica dei comportamenti dove legalità e compatibilità ambientale, diventino risorsa economica a vantaggio di quel capitale umano-sociale  i cui valori umani sono stati spesso soppressi dal fallimentare  sviluppo economico incontrollato del passato.

 

ANTONIA BRIUGLIA

 

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