La saldatura del governo gialloverde

La saldatura del governo gialloverde

La saldatura del governo gialloverde

Notiziona. Le elezioni anticipate saranno in autunno. Dovevano essere questo mese ma poi è saltato tutto. I chiaroveggenti della stampa nostrana non ne azzeccano più una nemmeno per sbaglio. Non solo sono orbi ma pure sfigati. Erano certi che il governo sarebbe saltato in aria per la TAV o per la grana della Diciotti o per qualche altra supercazzola come fosse antani. Avevano già le bottiglie in fresco da stappare. Ed invece se lo sono presi in quel posto. Come sempre. Roba da scappare all’estero dalla vergogna ma si sa, la facciaculaggine dei chiaroveggenti nostrani è davvero indistruttibile. Collezionano bufale a tonnellate eppure persistono come nulla fosse, pavoneggiandosi in televisione, sprecando carta e inchiostro più altezzosi che mai.


 

Oggi profetizzano una crisi di governo dopo le europee ed elezioni anticipate in autunno insieme alla manovra correttiva perché ovviamente danno per scontato che l’economia peggiorerà e che le misure della Manovra del Popolo non solo non funzioneranno ma ci spingeranno finalmente in quel baratro che Lorsignori auspicano da mesi. Più che indovini, dei porta rogna della malora. Da quando è nato questo governo non hanno scritto o detto una sola parola positiva. Solo merda. Al punto che oggi alcuni chiaroveggenti nostrani cominciano a dare segni di stanchezza e perfino ad intuire che stanno ottenendo l’effetto opposto e cioè rafforzare la saldatura tra gialli e verdi. Cosa che ovviamente loro condannano come gravissimo pericolo per chissà quale deriva in salsa autoritaria.

 

 

Ma che in realtà è una saldatura sacrosanta in questa fase. Per capirlo basta alzare leggermente la testa dalle beghe quotidiane. Movimento e Lega hanno una missione in comune che va oltre questo governo. Una missione storica. In Italia devono completare il passaggio al nuovo paradigma populista. Devono cioè seppellire per sempre il vecchio regime partitocratico. Battaglia da combattere anche in Europa – seppur su fronti diversi – insieme alle altre forze populiste che stanno emergendo ovunque.

Solo quando si sarà passati al nuovo paradigma populista, Movimento e Lega potranno dividersi di nuovo e contendersi il potere sfogando le loro endemiche differenze. Movimento e Lega hanno in comune uno storico obiettivo che è il domani populista. Ed hanno in comune uno storico nemico che è il passato partitocratico. Basta ed avanza per tener duro e continuare a cooperare. Oggi stiamo attraversando una fase intermedia, una fase di passaggio da un paradigma ad un altro.

 


 

Una fase che se Movimento e Lega conducessero separati avrebbero meno possibilità di portare a compimento. Divisi offrirebbero il fianco agli zombi e alle cariatidi del vecchio regime che stanno facendo di tutto per sabotare il cambiamento e che ancora controllano postazioni chiave. Per passare al nuovo paradigma populista potrebbe volerci anche meno di quello che sembra. Aiuterebbe se in Italia gli ultimi moicani cominciassero a ridere in faccia ai chiaroveggenti rosicanti rompendo del tutto col passato.

Aiuterebbe se il populismo vincesse anche in altri paesi facendo sorgere un’altra Europa. Di certo, per ora, Movimento e Lega devono saldarsi al governo seppellendo le malelingue e i porta rogna sotto una montagna di fatti.

Ogni giorno in più che passano al governo, ogni provvedimento in più che riescono a sfornare, il populismo si radica sempre più nella nostra società e si afferma per quello che è. Un passo in avanti della nostra democrazia.

 

  Tommaso Merlo da Infosannio

 

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.