LA RAGION DI STATO

Mercoledì 14 settembre la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, nell’annuale discorso sullo Stato dell’Unione, ha declamato con toni vibranti che le sanzioni dell’UE contro la Russia per la sua invasione dell’Ucraina non saranno rimosse (“sanctions against Russia are here to stay”) e anzi un’ondata di sanzioni aggiuntive sono in programma.

Ursula von der Leyen mentre pronuncia il discorso sullo Stato dell’Unione, nel quale ha riaffermato con forza la posizione intransigente dell’UE nei confronti della Russia

Per secoli, anzi millenni, la ragion di Stato è sempre stata il metro di valutazione dei comportamenti dello Stato, sia a livello interno che estero. Azioni che l’etica comune avrebbe condannato se effettuate da singoli cittadini sono state sempre giustificate e “assolte” sulla base degli interessi superiori della comunità nazionale.
Se l’omicidio è un crimine perseguibile a livello personale, esso viene auspicato e incoraggiato se svolto contro il “nemico”. E questo solo esempio basti a meglio esplicitare cosa significhi la ragion di Stato. La stessa dichiarazione di guerra contro una nazione in base alla sua pericolosità, o più pragmaticamente, in base alle sue ricchezze come futuro bottino, è comparabile ad un omicidio premeditato, e quindi sarebbe, secondo l’etica privata, condannabile, al contrario di un altro, se non premeditato o compiuto per legittima difesa.

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Le guerre sono state in passato giustificate sotto vari pretesti, mascherati come differenze religiose, etichettando gli aggrediti come “infedeli”, o in base a reali o presunti conflitti di interessi economici e/o territoriali. Solo nel secolo corrente abbiamo assistito a guerre ammantate di ideologia, come lo sono state quelle degli USA contro l’Afghanistan, l’Iraq e la Libia: l’ideologia democratica in Paesi che ne erano e tuttora ne sono totalmente refrattari. Una scusa “umanitaria” che le precedenti nazioni colonialiste non si preoccupavano affatto di mascherare nell’invadere, saccheggiare e occupare per secoli le popolazioni “selvagge”, viste come meri serbatoi di materie prime e schiavi.

La battaglia di Lepanto (1571, qui nel dipinto di Andrea Vicentino), una delle tante guerre di ispirazione religiosa, in realtà di conquista, ammantate dalla ragion di Stato

Tutto ciò che in passato veniva fatto sotto l’egida della ragion di Stato, nell’attuale millennio, dominato in Occidente dal politicamente corretto, è stato sostituito da ragioni “umanitarie”, per aiutare popoli più deboli militarmente, economicamente e/o tecnologicamente, in realtà per soggiogarli. Ma, maschera buonista a parte, dietro i pretesti di varia natura, permaneva pur sempre la ragion di Stato.
È forse cambiato qualcosa nell’anno di grazia 2022, dopo la “operazione militare speciale” della Russia contro l’Ucraina? La risposta è NO per quanto riguarda la stessa Russia, in decennale fase di minaccioso accerchiamento da parte dei Paesi NATO, cui Putin ha deciso di porre termine secondo schemi che pensavamo ormai desueti. Ed è ancora NO se prendiamo in esame gli USA, che hanno trovato il modo di combattere contro l’antico nemico senza impegnare un soldato, con l’aggiunta di un enorme vantaggio economico nella fornitura all’Europa del proprio gas a prezzi molto vantaggiosi (per gli USA), e last but not least, avendo l’opportunità di testare sul campo (e lontano da casa, come prassi consolidata) tutto il suo arsenale militare più avanzato, troppo a lungo tenuto a riposo. L’arretrata Ucraina è stata così dotata, in tempi stretti, di un armamentario di tale livello (e istruttori relativi gentilmente prestati dagli USA e non solo), che la guerra è oggi arrivata dove mai gli stessi ucraini avrebbero osato sperare, con i russi in ritirata su vari fronti. A conferma che è la superiorità tecnologica, più che numerica, a decidere le sorti delle guerre.

“Gli USA hanno mandato in Ucraina la loro più letale artiglieria” [VEDI]

“Il Pentagono aggiunge in sordina bombe Excalibur in aiuto all’Ucraina”. Così facendo, questa guerra subirà una continua escalation. E nel caso la Russia la perdesse, si invaderebbe la Russia, realizzando il sogni di Napoleone e Hitler? Ma la Russia è realmente una nazione invadibile?

Sia la Russia che gli USA, dunque, hanno agito, secondo schemi diversi, in base alla ragion di Stato. Può dirsi altrettanto dell’UE e in particolare dell’Italia?
Nessuno, in possesso delle facoltà mentali di base, oserebbe rispondere di SI’. Specialmente se italiano. Per l’UE, che tanto brilla per buonismo ideologico, sia pure a seconda delle convenienze dei suoi membri, è ormai evidente il danno unilaterale subito, pur di assecondare le linee guida degli eterni “alleati”, sin dal 1945. E tanto vale, a maggior ragione, per la navicella italiana, che in questo frangente è la più danneggiata di tutte le altre nazioni europee.

10 maggio 2022: Crisi Ucraina, Camera Usa approva nuovi aiuti per 40 miliardi. Draghi da Biden: uniti per cessate il fuoco. [Mandando armi?] [VEDI]

Se l’uscente “governo dei migliori”, capeggiato da Mario Draghi (santo subito!), avesse agito, anziché per sudditanza o ideologia umanitaria, in base ai propri interessi, ossia in base alla ragion di Stato, si sarebbe dissociato dal gregge europeo, come ha fatto la tanto osteggiata Ungheria, dicendo, come avrebbe fatto in qualunque altro momento della sua storia: non posso permettermi di privarmi delle materie prime di cui la mia economia ha assoluto bisogno; motivo per cui mi dissocio da questa posizione oltranzista e auto-lesionista e non voglio immischiarmi in un conflitto locale sulle cui origini e motivazioni non ho elementi sufficienti per giudicare da che parte stiano la ragione e il torto, ammesso che siano nettamente separabili. Punto.

Biden e Draghi, da che parte sta la ragion di Stato, mentre l’Italia arranca, entrando in recessione?

Un altro capolavoro della foga ideologica governativa a livello di equilibri internazionali, dietro la spinta aggiuntiva del nostro baby-ministro degli Esteri Di Maio, è stata la spinta della Russia nelle braccia di Pechino, con la formazione di un enorme polo asiatico, sancito nella Conferenza di Samarcanda [VEDI], che ha visto coalizzarsi contro l’Occidente una nutrita lista di nazioni asiatiche, tra cui persino l’Iran: tutti firmatari di un ideale messaggio agli USA e all’UE: non siete più soli a comandare il mondo e le vostre sanzioni sono ormai armi spuntate.

Faccia a faccia tra Xi-Jinping e Vladimir Putin a Samarcanda, presenti tutti i capi di Stato dello SCO (Shangai Cooperation Organization), ormai apertamente in funzione antioccidentale. Un vallo profondo divide ormai Oriente ed Occidente, con un de profundis alle mire globaliste americane

Tornando ai nostri affari interni, vedremo se le destre, presumibilmente al governo dopo il voto del 25 settembre, continueranno a recitare la litania europeista ed atlantista, che sino alle elezioni hanno ritenuto più prudente professare, o imboccheranno invece una politica nuovamente improntata alla ragion di Stato.

Marco Giacinto Pellifroni   18 settembre 2022

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