La “primavera” dei cittadini e degli imprenditori contro le banche meno virtuose

 Una coppia di Finale Ligure “rovinata dagli interessi illegittimi”
La “primavera” dei cittadini e degli imprenditori contro le banche meno virtuose 

La “primavera” dei cittadini e degli imprenditori

contro le banche meno virtuose

(già pubblicato sul Corriere del Mezzogiorno)

Uno degli effetti più evidenti di questa disastrosa crisi economica è dato dalla pressante richiesta di aiuto contro i soprusi delle banche che, quotidianamente, i clienti rivolgono ai loro avvocati.

In questa situazione di generale impoverimento della società, i vari governi avrebbero dovuto porre in essere un’efficace azione di tutela degli interessi dei cittadini con l’emanazione di norme di contrasto all’usura. Nulla di tutto questo è avvenuto ma addirittura, con il cd “decreto sviluppo” DL70/2011,un provvedimento che,almeno dal nome faceva sperare in un più facile accesso al credito,l’allora governo Berlusconi ha introdotto un regime più favorevole agli istituti di credito per il reato di usura.

Questo decreto legge ha disposto la modifica del precedente metodo di calcolo del “tasso di usura stabilendo che la soglia di usura deve essere calcolata aumentando il tasso medio (TEGM) di un quarto,cui si aggiunge un margine fisso di ulteriori quattro punti percentuali.

 

Quindi per ottenere la soglia di usura con il nuovo calcolo sono stati avvantaggiati gli istituti di credito e le società finanziarie che hanno potuto usufruire di margini più ampi nella determinazione degli interessi passivi da applicare ai prestiti.In concreto con un TEGM rilevato dalla Banca d’Italia del 6%, se prima il tasso di usura era al 9% con la nuova legge può essere spinto all’11,5% senza incorrere nel reato di usura.

C’è a questo punto da chiedersi come tutto questo sia potuto accadere nel silenzio generale dell’opinione pubblica?

Se è vero che quel decreto reca le firme del Presidente Berlusconi e del ministro Tremonti né il Pd né l’IDV hanno alzato barricate contro un decreto che favoriva l’usura delle banche ai danni dei cittadini. Un silenzio complice, carico di mille sospetti.

E’ toccato, come sempre agli avvocati e alle associazioni di difesa dei cittadini intraprendere, con migliaia di contenziosi, una dura battaglia contro le banche, e in contrasto con la stessa circolare della Banca d’Italia, che ha interpretato in maniera scorretta la legge.

Con la sentenza sull’usura bancaria, n. 46669/11, che ha affermato l’irretroattività della legge 106 che convertiva il DL 70 la Cassazione ha aperto la strada alle azioni civili nei confronti di quelle banche che dovranno risarcire i danni per aver applicato tassi usurari ritenendo erroneamente che la loro condotta fosse stata sanata dalla nuova normativa.


 Se a questo si aggiunge che per la determinazione del tasso usurario si deve tener conto delle commissioni, delle remunerazioni a qualsiasi titolo e delle spese, escluse quelle per imposte e bolli, collegate all’erogazione del credito, è facile immaginare che, ancora oggi, su diversi conti correnti bancari sia semplice individuare fenomeni di superamento del tasso soglia.

Oggi, pertanto, è possibile ottenere la restituzione di quanto indebitamente versato agli istituti di crediti per il calcolo errato di tassi, per  interessi anatocistici, commissioni di massimo scoperto, per le spese addebitate illegittimamente e i costi occulti, spesso esosi, che per anni le banche hanno fatto gravare su tutti noi.

I cittadini potranno farsi quantificare gli eventuali errori delle banche con perizie tecniche commissionate dai loro legali che potranno citare le banche in giudizio per la restituzione del plus addebitato relativo agli ultimi dieci anni.

Ormai il re è nudo ed è chiaro a tutti che, in molti casi, le banche continuano ad applicare interessi usurari ai loro clienti in rosso, grazie alla scarsa trasparenza del sistema bancario.

Sarà, pertanto necessario continuare a condurre una pressante azione in difesa dei cittadini, senza alcun indugio, perché sono forti i timori di nuovi interventi legislativi a favore delle banche.

Un pericolo sempre più attuale se non sarà affrontato e risolto il tema dell’autonomia della politica rispetto ai poteri finanziari.

Marcello Pastrengo [1]



[1]Avvocato del Foro di Savona, membro del “Conseil des Barreaux Européens” di Bruxelles e del Colegio de Abogados de Madrid, master in Diritto Immpobiliare, Master in Diritto Bancario e Finanziario, autore di pubblicazioni di Diritto Bancario e Finanziario sulla rivista giuridica Diritto&Giustizia ed. Giuffrè e sulle riviste giuridiche telematiche Diritto Bancario, Altalex, Magistra-BancaeFinanza

 


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