La nuova guerra: il terrore di essere travolti!!

LA NUOVA GUERRA:
IL TERRORE DI ESSERE TRAVOLTI!!

      LA NUOVA GUERRA:

IL TERRORE DI ESSERE TRAVOLTI!!

 Sono da sempre collocata a sinistra, è sempre stato così fin da ragazza e da lì non mi muoverò mai. E’ sempre stata una mia profonda convinzione di valori e d’ideali e non è un segreto per chi mi conosce o mi ha conosciuto bene e con buona pace di chi polemizza sui miei articoli.

 Sono anche una sostenitrice convinta della decrescita felice che, non ritengo in contraddizione con i valori della sinistra, perché mentre critica le dinamiche del capitalismo forzato, compreso quello delle banche, che allarga le distanze fra chi riesce a mantenere il potere economico e chi ne viene escluso, sostiene anche un progetto fortemente  finalizzato a portare pace.


 

Un progetto di pace dove la vera “guerra” contro l’economia, significa soprattutto imparare un nuovo modo di vivere e convivere con gli altri e che non può conciliarsi con chi usa forme di aggressività verbale e politica e d’incancrenito individualismo.

Se così non fosse, non avrebbe bisogno di 8000 poliziotti perché gli sia permesso di parlare nelle piazze italiane.

Un solo dato è certo comunque: il capitalismo mondiale è fallito e in Italia i partiti della sinistra hanno fallito proprio quando hanno inseguito le mire del liberismo, appiattendosi sugli obiettivi che erano della destra.

Io sono convinta, come sostiene Latouche, che “considerare il Pil non ha molto senso perché è funzionale solo alla logica capitalista, l’ossessione della misura fa parte dell’economicizzazione.  Il nostro obiettivo deve essere vivere bene, non meglio”.

Non m’interessa pensare alla crescita del PIL, non m’interessa fare la guerra agli altri uomini per conservare il mio benessere.

Non posso pensare di stare meglio se un solo uomo, in questo momento, sta morendo chiuso nella stiva di un barcone e non m’interessano soprattutto i linguaggi di una destra leghista che s’improvvisa salvatrice del popolo, antieuropeista, quando in Italia ha diviso Governi con Berlusconi e non è certo stata esempio di etica.


Inorridisco nel pensare come personaggi, di cui mi vergogno, possano essere stati seduti nel Parlamento europeo per rappresentarmi come italiana, mi sento però, paradossalmente, sollevata nel sapere che un “provvidenziale” assenteismo abbia risparmiato, a tale consesso, illuminate disquisizioni.

Anche se rispetto chi non la pensa come me, la contrapposizione proposta ancora una volta dalle forze della destra come la Lega sostenuta  da Casa Pound non mi interessa, perché io non sono disposta a salire su un autobus, sapendo che tre o quattro passeggeri non arriveranno vivi a fine corsa.

Volenti o nolenti ricordiamoci che l’Africa settentrionale conta più di mezzo miliardo di abitanti dove i due quindi sono bambini o ragazzi, mentre l’Europa conta cinquecento milioni di persone con età media sempre più elevata e invecchiata, irrigidita per il terrore di venire travolta da questo immenso flusso di giovani africani in movimento perché colpiti da conflitti micidiali.

Le invettive xenofobe sempre più rabbiose, sinonimo di nuovo fascismo  e la finta e inadeguata retorica della compassione, rivolgono al Mediterraneo la speranza che faccia da filtro in un modo o nell’altro ai flussi in arrivo.


Una nuova guerra?

Sì, un conflitto che ci vede contrapposti gli uni agli altri per accumulare il più possibile o difendere ciò che abbiamo accumulato, il più rapidamente possibile a costo di distruggere tutti rapporti sociali.

 Non li vogliamo, eppure milioni e milioni di persone diventano un’anomala forza lavoro, sono spesso sfruttati ferocemente. In Italia esiste da tempo un esempio di tutte le forme di schiavitù: la raccolta di pomodori. Proprio mentre la società cosiddetta civile si fa schiava del marketing e della pubblicità, pronta a gettare nella spazzatura il 40% del cibo.

Dobbiamo decolonizzare, una volta per tutte, la nostra mente dall’invenzione dell’economia, ma è anche vero che ci sono voluti secoli per cancellare la società pre- economica e ci vorranno secoli per tornare indietro.

Io nel frattempo non voglio rassegnarmi a questa società di barbarie “civilizzata.”

   ANTONIA BRIUGLIA

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