LA DOTTA IGNORANZA

Uso questo ossimoro, coniato nel ‘400 dal filosofo Niccolò Cusano, perché, scendendo dal livello divino a quello terreno, mi sembra che, con le opportune varianti, ben si adatti al confronto tra la saggezza pratica del contadino e quella dei presunti dotti. In altri termini, questi ultimi sono così cresciuti nella loro autoreferenziale sapienza che oggi tocca a chi ha “scarpe grosse e cervello fino” dimostrare l’ABC del sapere.
I dotti non sono solo i filosofi al docile servizio dei potenti, ma tutta la risma dei saccenti di un’economia convertita alla finanza e dei loro lacchè della politica.

Carlo Bonomi, presidente Confindustria: “Dobbiamo fare crescita, altrimenti non ripagheremo il debito”. Peccato che questa crescita avvenga sempre a scapito dell’ambiente, il cui degrado non ha come misuratore soltanto la CO2, ma cumulativamente un altro parametro: l’entropia, il grande assente in ogni discorso e calcolo di politica, finanza, industria

Uso parole forti perché non credo ai miei occhi e alle mie orecchie quando sfoglio un giornale o ascolto la radio (la mia TV è spenta da anni) e apprendo che il mantra della crescita continua a riempire le bocche di tutti questi novelli soloni. Sembra incredibile che l’uomo della strada, “il popolino”, ne sappia più di loro, nel ricordargli i rudimenti dei meccanismi naturali, in sostanza l’inclemente presenza del concetto di limite, tanto caro agli antichi greci, fondatori di una filosofia che, nel suo ultimo tratto, ha invece preteso di superarli, ignorando le conseguenze atroci di cui stiamo sperimentando soltanto le prime avvisaglie.
I difensori dei limiti e dei diritti della gente anziché dei “mercati”, ossia i sovranisti senza cedimenti all’opportunismo, come si sono dimostrati quei partiti che hanno rinunciato a professarsi tali, vengono quotidianamente sbeffeggiati e tacciati di vivere nella “bolla antiscientifica del pensiero magico”, [VEDI] come il filosofo Fulvio Sguerso ammonisce chi la pensa come me [VEDI], con scambio di commenti a fondo articolo]. (L’essermi sudato una laurea a pieni voti alla Facoltà di Scienze di Milano nel 1960, ben prima delle lauree di gruppo sessantottine, e sentirmi oggi qualificato come “antiscientifico”, perché oso criticare, dal 1969, uno stile di vita suicida, non può che lasciarmi amareggiato, oltre che sinceramente stupito, specie se tacciato come tale da un filosofo, quando la filosofia è una forma di pensiero che guarda il mondo fuori dagli schemi convenzionali).

Il filosofo Umberto Galimberti, ammiratore di Heidegger, dal quale mutua in questi podcast [VEDI e VEDI] il concetto di nichilismo, che impronta la cultura corrente, avvitata sul presente, per la paura del futuro. Un concetto ben presente anche in Gianni Vattimo e Giorgio Girard

Eppure, il novero di filosofi che si sono staccati dalla comoda e remunerativa posizione di difensori del pensiero unico, sta lievitando, arrivando ad includere non solo il giovane Diego Fusaro, Giorgio Agamben e il “vecchio saggio” Umberto Galimberti, ma persino l’ex filo-PD Massimo Cacciari. Mentre le prime, tempestive profezie dell’avvocato e psicologo Marco Della Luna (uno dei miei maestri), si sono tutte avverate, a partire dal fatidico 2005, anno in cui la nostra schiavitù monetaria, inopinatamente, uscì dalla secolare segretezza dei libri contabili dei banchieri privati, e qualcuno cominciò a capire come mai siamo tutti eterni debitori verso le banche; in altri termini, perché l’economia è diventata  ancella della finanza, ovvero perché il mondo del lavoro è succube del mondo parassitario.
Ma niente, affermare che la moneta a debito è un cappio al collo che le banche possono tirare e allentare a loro discrezione, affermare che la Terra di quasi 8 miliardi di abitanti non è comparabile con quella di appena un secolo, e figurarsi di due millenni fa, con gli umani  passati dall’ordine dei milioni a quello dei miliardi attuali e incomparabilmente più voraci, tutti questi ed altri sarebbero pensieri anti-scientifici, insomma pensieri magici, paragonabili a quelli dei terrapiattisti o dei negazionisti dell’uomo sulla Luna.

Il 6 gennaio è passato un anno dall’assalto al Congresso USA dei fanatici di Trump. La politica sovranista di Trump è giusta per la sua metà che riporta in patria la produzione delocalizzata, ma vi riporta anche l’inquinamento, frutto del suo negazionismo climatico/ambientale, pur di conservare agli americani il loro folle stile di vita

Ad esacerbare ancor più la già caotica compresenza di pensieri dissonanti, sia in Italia che a livello europeo (si pensi all’inaudita riproposizione del nucleare, solo “perché non produce CO2”, quasi fosse l’unico problema ambientale), oltre Atlantico assistiamo alla rimonta del trumpismo, ossia del negazionismo climatico e ambientalista, significando ciò la sconfessione della limitatezza delle risorse e la limitata capacità rigenerativa di quelle rinnovabili.

L’immagine più eclatante dell’attuale schizofrenia è data dalle Borse, tutte in effervescenza per l’intero 2021, in previsione della crescita post Covid: in Italia siamo ai massimi da 13 anni. [VEDI] Un’effervescenza incurante della variante Omicron, che galoppa a velocità ben maggiore del Covid originario, facendoci riprecipitare nell’incubo dei lockdown; con un’interminabile sequela di varianti/mutazioni in paziente attesa di far crescere il Pil grazie alla frenetica produzione dei relativi antidoti [VEDI]. Ma chissenefrega, i soldi che vengono lesinati a chi ha pagato con la perdita del proprio reddito la chiusura dell’attività, sono invece rigurgitanti per gonfiare le quotazioni di altre società, che con la pandemia hanno brindato. Altro che “lotta alle disuguaglianze”! E, a completare l’opera, è intervenuto anche un insostenibile aumento delle materie prime, energetiche e non, per renderci ancora più poveri, con i soldi sgretolati da un’inflazione che marcia a colpi di +50-60% su alcune componenti di base come gas e petrolio. [VEDI]
In uno scenario simile suona dissonante la voce di papa Francesco, che non perde giorno per invitarci ad accogliere schiere di migranti economici e a fare figli, considerando una tragedia la presente denatalità italiana. [VEDI] Chi ha accesso alle sacre stanze potrebbe invitarlo a mettersi nei panni di una giovane coppia, che già fa i salti mortali per convivere o sposarsi, ma non se la sente di mettere al mondo un altro futuro disoccupato/precario, mentre loro stessi vivono una situazione di emarginazione reddituale, spesso solo alleviata dalla pensione dei genitori/nonni, che cesseranno con la loro scomparsa. Concordo con lui nella sua amara conclusione sui troppi cani che sembrano aver preso il posto dei figli. 

Se, come lo stesso papa dice, siamo in guerra, vorrei ricordargli che negli anni 1940-45 di figli ne nascevano pochini; e la natalità, il baby boom ci fu solo dopo la fine delle ostilità, quando si guardava ad un futuro ricco di promesse. Oggi il futuro è ricco solo di debiti.

Del resto, basta parlare con qualche negoziante o titolare di piccole partite Iva, per rendersi conto della decrescita infelice che stanno subendo. Tanto per stare nell’immediato, le vendite sono crollate del 30%, in confronto ad un anno già gramo come il 2020. Serrande chiuse ce ne sono a profusione, e gli stessi supermercati non è che se la passino tanto meglio. Ma questi sono solo drammi individuali e senza eco, che non riescono a sfociare in un coro così forte da superare le pareti insonorizzate dei piani alti, dove tutte le energie sono da mesi assorbite da faccende molto più serie, come la successione di Mattarella, che i giornali dipingono come “discreto arbitro” e silenzioso custode della Costituzione e del CSM. Eppure, il suo settennato ha assistito alla Costituzione sistematicamente ignorata e al CSM preda di correnti che tutto avevano a cuore tranne la giustizia. Un uomo tanto discreto e silenzioso (a parte i discorsi di circostanza) da farlo oggi invocare, da molte parti politiche, come naturale successore di se stesso!
Se il mio giudizio sulla sedicente sinistra attuale è evidente da tanti miei passati articoli, sulla “nuova destra” ho più sopra espresso il mio pensiero: il suo peccato capitale sta nell’abbraccio dei fautori del fare, del crescere ad ogni costo, anche a quello della vita nostra e del pianeta. L’importante è che gli agi presenti possano perpetuarsi, magari grazie al vero “pensiero magico”, che spera nei miracoli della tecnologia.

Budapest, Ungheria 1958

Praga, Cecoslovacchia 1968

Ogni popolo reagisce agli ostacoli che minano la propria dignitosa esistenza in modo diverso: in Kazakistan l’aumento del prezzo del gas ha scatenato una rivoluzione cruenta, con le dimissioni del suo premier. In Italia, la parola “dimissioni” è sconosciuta alla politica, e le attività incapaci di reggere l’urto degli aumenti moriranno in un rassegnato silenzio. Quanti nuovi poveri si aggiungeranno all’elenco dei 5 milioni esistenti?

Ultim’ora. Si apprende che il nuovo presidente kazako Tokayev ha ordinato di sparare sui rivoltosi senza preavviso. Se oggi è l’aumento del prezzo del gas a generare le sommosse, non dimentichiamo che nel 1898 un ordine identico fu impartito dal generale Bava Beccaris per sedare i tumulti milanesi contro l’aumento del prezzo del pane: un eccidio con centinaia di morti e feriti. Aumenti vertiginosi dei prezzi dei beni primari e delle tasse sono quasi sempre all’origine di moti popolari sanguinosi.

Il bieco ordine di sparare sulla folla ha parecchi precedenti storici, tra cui quello del 7 maggio 1898, a Milano, a firma gen. Bava Beccaris. La rivolta fu causata dall’aumento del prezzo del pane

Come mai proprio in Kazakistan, quando l’aumento delle materie prime energetiche colpisce tutte le nazioni? Per quanto possa suonare sorprendente, il pomo della discordia sono i Bitcoin. [VEDI]  “Il Kazakistan è il secondo Paese al mondo per estrazione di Bitcoin e dietro questo dato ci sono due motivi: perché non ci sono restrizioni, perché il costo dell’elettricità è basso. Nel Paese sono approdate 88 mila società di criptomining, cioè di estrazione di Bitcoin o che trattano ethereum. Il Governo ha cercato di tassare queste attività, ma alcune continuano a lavorare clandestinamente. […] Servono circa 121 terawattora l’anno per alimentare l’universo dei bitcoin. Un fabbisogno energetico pari a quello di nazioni come Polonia e Argentina.” Un impatto ambientale estremo, che aveva già scoraggiato Elon Musk dal possedere parte dei suoi miliardi di dollari in Bitcoin; e che potrebbe essere un colpo alla nuca per la galassia delle criptovalute.

Marco Giacinto Pellifroni                9 gennaio  2021

Condividi

3 thoughts on “LA DOTTA IGNORANZA”

  1. Dieci domande a Marco Giacinto Pellifroni: Caro Marco, prima di tutto ti ringrazio (sempre che lo tua non sia una definizione ironica) per avermi definito “filosofo”, definizione che, tuttavia, fa tremare le vene e i polsi se presa sul serio, e che pochi meritano veramente, come ben sapeva il Socrate del “Simposio” istruito da Diotima. Ma veniamo a noi: la bolla in cui secondo me ti trovi non riguarda (si vede che non sono stato chiaro) la tua critica radicale del sistema capitalistico-finanziario che governa questo mondo ridotto a mercato globale, con le nefaste conseguenze sull’ambiente naturale e sulla nostra stessa sopravvivenza come specie, ma la tua posizione sulla politica sanitaria e sulla vaccinazione di massa. Ragione per cui, se vogliamo sgombrare il campo dagli equivoci ed evitare l’aria fritta, ti chiedo di rispendere alle seguenti dieci domande: 1) hai fatto le tre dosi di vaccini anti Covid-19? 2) ti pare un Paese civile quello in cui medici infettivologi e virologi siano sotto scorta (ultimo caso quello della virologa Antonella Viola) a causa delle minacce di morte ricevuta da anonimi no-vax? 3) Qual è la tua opinione su personaggi come Stefano Puzzer, Fabio Tuiac, Enrico Momtesano, Giuseppe Povia et similia? 4) che cosa ne pensi dell’obbligo vaccinale esteso a tutti, bambini compresi? 5) qual è la tua valutazione del caso Djakovic? 5) su quali basi hai annesso il filosofo Umberto Galimberti nel novero dei dubbiosi e dei contrari all’obbligo vaccinale? 6) mi sapresti fare almeno cinque nomi di filosofi importanti che hanno preso le distanza da Agamben, Cacciari e dal massmediologo Carlo Freccero? 7) Che cosa ne pensi del Grande Reset? Che cosa non ti convince nell’analisi che fa Massimo Recalcati del fenomeno no-vax? 8) Secondo te Draghi dovrebbe restare a capo del governo o traslocare al Quirinale? 9) nel caso lasciasse il governo ma nemmeno salisse al Colle, Berlusconi Presidente della Repubblica sarebbe una soluzione? 10) in caso di elezioni anticipate, tu per chi voteresti? A presto (spero). Fulvio

  2. Ciao Fulvio, ti ho già chiarito nella nostra lunga telefonata odierna, ma visto che mi hai posto delle domande su queste pagine, è bene che confermi almeno qualcosa di ciò che ti ho chiarito a voce. Il malinteso è proprio dovuto al fatto che io non pongo al vertioce dei miei interessi il discorso sui vaccini. Ti basti dire che ho fatto le 3 dosi raccomandate e che a qualche amico no vax dico di non farne un’ossessione, in quanto ci sono ben altri temi sui quali scaldarsi. La mia distanza da tutte le polemiche sui vacini è dovuta alla mia ignoranza su questo campo; e quando di un argomento sono digiuno o quasi, preferisco praticare l’atarassia. Per questo non comprendo come mai tu abbia basato il tuo dissenso proprio sul tema di cui meno mi occupo; mentre sugli altri grandi temi di cui qualcosa mi picco di sapere: ambiente e finanza e loro sotterranei (ma neanche tanto) legami, non credo che siano divergenze. In altri termini, credo che siano più le idee che ci uniscono di quelle che ci dividono, queste ultime in campo politico (e migratorio!). Mi chiedi chi voterei; beh, qui siamo distanti, non ne ho fatto mistero: mi sento di sinistra, ma non mi riconosco in quella che oggi continua a chiamarsi tale. Come ti ho detto, mi piacerebbe fare un incontro a Domenica Est, magari con anche Fulvio Baldoino, per uno scambio di opinioni su temi vari (non sui vaccini, per carità). A presto.

  3. Grazie Marco per la tua risposta e per i tuoi chiarimenti. Tuttavia noto che non hai nemmeno sfiorato la polemica filosofica che, come ben sai, infuria nei media e non solo tra “color che sanno”. . Ma su questa polemica mi soffermerò nel mio prossimo articolo. Mi pare che anche qui ci siano molti equivoci da chiarire. D’altra parte, guai se non ci fosse discussione su temi così rilevanti come la libertà di pensiero e la salute pubblica e personale.. Quindi d’accordo sull’incontro a tre con Fulvio Baldoino. A presto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.