La confusione sui concetti spesso non aiuta a comprendere gli argomenti, anzi!

Ancora una volta si confondono le idee con concetti fuorvianti e “luoghi comuni” che anzichè aiutare il cittadino comune a meglio comprendere gli argomenti lo spaventano e lo inducono a demonizzare aspetti ed argomenti che sono invece alla base del benessere e del progresso, come evidente analizzando con un attimo di attenzione cosa fanno i Paesi più sviluppati del mondo con la produzione elettrica a casa loro. Per semplicità ed omogeneità di argomenti, colgo l’occasione per postare qui sotto un mio precedente commento-replica di altri articoli apparsi proprio nella zona di Savona (leggibili su: SavonaNews.it): Q U O T E La confusione sui concetti spesso non aiuta a comprendere gli argomenti, anzi! Rinaldo Sorgenti 07.10.2013 Sono rimasto relativamente sorpreso nel leggere la replica di Marco Caviglione (che non ho il piacere di conoscere), ma leggendo le sue considerazioni non si fa fatica a constatare come ci si possa spesso confondere, tentando di interpretare questi temi, quando il giudizio è ispirato da valutazioni generiche e spesso fuorvianti. E’ nota la campagna di “demonizzazione” che certe lobby stanno da tempo facendo nei confronti di Tirreno Power e della Centrale di Vado Ligure, anche in relazione al Progetto in itinere da diversi anni e già approvato sia dal Ministero Ambiente e dal Ministero Sviluppo Economico, nonché dalla Regione Liguria, per la realizzazione di un modernissimo nuovo gruppo da 460 MW a “Carbone Pulito” in sostituzione di un vecchio gruppo già nel frattempo smantellato. Sorprendono quindi (anche se abituali) le considerazioni del pediatra dott. Giovanni Ghirga, che però sembrerebbe avere una conoscenza del mondo dell’energia ed in particolare della produzione termoelettrica alquanto generiche e superficiali. Infatti, non si capisce bene a cosa lui si riferisca quando arriva ad affermare che la produzione “energetica” rappresenta la fonte industriale maggiormente responsabile di effetti negativi (1). Non condividendo il suo pensiero e per evitare di allargare troppo il tema (con il rischio di creare confusione certo non utile ad una valutazione dell’argomento specifico: la produzione elettrica che è alla base di questa analisi), risulta alquanto facile osservare che studi autorevoli dimostrano che la produzione termoelettrica è, tra le diverse fonti emissive presenti nel contesto dei Paesi più avanzati, tra le meno impattanti in assoluto, essendo largamente superata da altre fonti notevolmente più incisive, quali: – il traffico veicolare; – i processi di combustione non industriale. Vedi recente Rapporto ISPRA. Tale realtà è certamente comune ed applicabile anche al contesto di Vado Ligure e relativa Centrale termoelettrica. Da medico e pediatra poi, ci si augurerebbe che il dott. Giovanni Ghirga ci aiutasse a meglio far emergere il grave fattore emissivo ed inquinante prodotto dal “FUMO DI SIGARETTE” che ha un impatto per tutti (bambini ed adulti), davvero notevole e certamente nocivo. Si tratta, ovviamente, non solo del fumo diretto dei fumatori e delle persone (spesso i congiunti, compresi i bambini) che con lui convivono, ma anche del particolato finissimo che. indubitabilmente, ritorna al suolo dopo essere stato rilasciato all’atmosfera, il cui contenuto nocivo è notoriamente conosciuto ancorchè ampiamente sottostimato dagli stessi professionisti della medicina. Nell’articolo di replica viene citato un significativo importo per danni alla salute che in Europa è stimato essere derivato dall’inquinamento, ma nessuno studio è in grado di attribuire tale danno individualmente ad ogni singola fonte. Tutto quello che abitualmente viene fatto è una estrapolazione matematica e teorica che lo stesso Istituto Superiore di Sanità (ISS) dichiara come del tutto inefficace. Ci si dovrà quindi regolare tenendo conto di quelle che sono le emissioni dimostrate e calcolate dai vari processi produttivi industriali e civili, ben noti e presenti nelle varie attività che rappresentano l’insieme nei paesi sviluppati, tra cui anche l’Italia, dove le fonti sopracitate sono indubbiamente prevalenti. E’ sempre opportuno leggere quanto ci ricorda il pediatra riguardo ai costi per la sanità in Italia e sulla stima di causalità che l’inquinamento in genere può avere sulla salute dei cittadini. Importante quindi farne un’analisi di merito più approfondita, per evitare di demonizzare una di queste (magari per un semplice “luogo comune” o per un preconcetto ampiamente cavalcato da certe lobby, anche se risulta molto ridotta e marginale rispetto a molteplici altre fonti presenti nel contesto in cui viviamo. Leggiamo poi dell’abituale “lapsus” in cui incorrono molti quando ci ricordano che la “POTENZA” elettrica installata in Italia è cumulativamente circa il doppio della potenza richiesta nella “punta”. Il problema, però, non è tanto la “potenza” ma l’effettiva “produzione elettrica” che, a seconda della fonte e della tipologia di impianti, risulta possibile sia dal punta di vista del costo (e quindi della convenienza), soprattutto per tutti i processi produttivi industriali che rappresentano poi il volano che consente alle moderne economie di competere e di creare benessere e progresso ai propri cittadini, che della effettiva disponibilità di quel fondamentale vettore che è appunto l’elettricità, quando effettivamente serve per il nostro vivere civile. Risulta quindi spesso fuorviante conteggiare a pieno in tale valore di “potenza” quella relativa ai moltissimi impianti Solari Fotovoltaici (i comuni pannelli) ed Eolici installati nel ns. paese che, purtroppo, non sono affatto programmabili e quindi non possono assicurarci la disponibilità dell’elettricità sempre e soprattutto quando serve. Analogamente, risulta alquanto fuorviante conteggiare in tale valutazione gli impianti (spesso vecchie centrali alimentate ad olio combustibile od a gas nei cicli a vapore) che sono ancora presenti ma per la maggior parte del tempo sono tenuti spenti e di riserva per casi particolari di emergenze varie (gelo improvviso, guasti imprevisti o problematica interruzione dei rifornimenti energetici dall’estero). La dimostrazione che tutta quella “potenza” è spesso di ben poca utilità al nostro sistema elettrico è data dal fatto che, cronicamente, l’Italia è il maggiore importatore d’elettricità d’Europa, causa la concreta “non opportunità” od impossibilità di utilizzare tale potenza quando serve. E così l’Italia è costretta ad importare mediamente circa il 15% (1/6 del totale) dell’elettricità che serve al nostro Paese e buona parte di tale import viene prodotto per noi Oltralpe prevalentemente dal nucleare che noi italiani avremmo bandito! Contrariamente quindi a quanto afferma il dott. Ghirga, l’Italia ha assoluto bisogno di energia elettrica e di diversificare il “Mix delle Fonti” con cui si produce normalmente nel mondo l’elettricità per creare le condizioni di sostenibilità e competitività del nostro sistema produttivo Paese, quindi benessere e progresso per tutti noi. E tale necessità è altresì giustificata dal fatto che i diversi Operatori elettrici devono disporre di un parco di generazione opportunamente diversificato. Tale condizione è quindi comune anche a Tirreno Power che dispone del solo sito di Vado Ligure per l’utilizzo del Carbone per la sua produzione elettrica. Un altro abituale “luogo comune” è quello di demonizzare le emissioni di CO2 (che non ha alcun effetto nocivo sulla salute) ed in particolare focalizzando l’attenzione solo sul Carbone, perchè questo, avendo un maggiore contenuto di carbonio, inevitabilmente produce maggiore CO2 in fase di combustione. Ma chissà perchè molti esperti ed attenti osservatori nulla dicano (ne approfondiscano) in merito all’emissione della stessa molecola CO2 e del suo parente stretto in termini di gas ad effetto serra che è il metano (CH4), rilasciati all’atmosfera in fase di estrazione degli idrocarburi. Suggeriamo al dott. Ghirga ed a tutti coloro che siano interessati ad approfondire l’argomento un interessante studio pubblicato dalla “Cornell University – Ithaca-NY/USA” dal titolo: “GHG footprint from shale formation” che contiene anche un’interessante diversa comparazione tra le due molecole in termini di “Global Warming Potential”, ben diversa da quella che molti “scienziati” ci hanno finora sempre indotto a considerare. Infine, davvero fuorviante l’ultima considerazione dove viene fatta un’ipotetica comparazione tra il numero di persone impiegate (lavoro) richieste dalle centrali termoelettriche a Carbone e quelle occupate (si cita l’esempio della Germania) per l’energia verde. Per rispondere basterebbe ricordare che la Germania, appunto, è il 1° produttore di elettricità da fonti rinnovabili (Solare FV ed Eolico) nel mondo, ma anche il 1° produttore di elettricità da Carbone in Europa: 47% (in termini quantitativi ben 7 volte di più di quanto facciamo noi furbi e ricchi italiani!). Evidentemente, le due cose sono del tutto “complementari”, giammai “alternative”, come invece taluni cercano di ingannevolmente lasciar intendere. Se si volesse poi considerare il semplice “lavoro”, potrebbe allora essere interessante ipotizzare un esercito di “lavoratori” che di giorno scavano delle grandi buche e, di notte, le riempiono e così all’infinito. Occupazione quasi inesauribile, ma forse ben poco utile ed opportuna! Ci sarà quindi una primaria e fondamentale ragione (che evidentemente sfugge anche ad attenti osservatori nostrani) se il Carbone è indubitabilmente la fonte più utilizzata al mondo e nei Paesi più sviluppati per produrre quel volano fondamentale che è l’elettricità e demonizzarla con valutazioni fuorvianti ed emotive non fa venir meno tale realtà. Rinaldo Sorgenti Vicepresidente Assocarboni

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.