La chiusura di Cima Montà

E’ un capitolo oscuro del ruolo di alcuni personaggi trasversali
La chiusura di Cima Montà costa a Savona 3 milioni ogni anno
Ma la mala (?) politica non ha mai chiarito chi furono gli sponsor
Aumentano per i cittadini spese e tassa. Trucioli il 22 marzo 2009 scrisse
di un “affaire” che puzzava, con molti silenzi persino imbarazzanti

E’ un capitolo oscuro del ruolo di alcuni personaggi trasversali
La chiusura di Cima Montà costa a Savona 3 milioni ogni anno
Ma la mala (?) politica non ha mai chiarito chi furono gli sponsor
Aumentano per i cittadini spese e tassa. Trucioli il 22 marzo 2009 scrisse
di un “affaire” (vedi…)che puzzava, con molti silenzi persino imbarazzanti
 

Savona – La Stampa dell’11 giugno 2010 (vedi sotto) è tornata sul tema della chiusura e delle conseguenze della discarica di Cima Montà.

Nell’archivio di Trucioli, ad iniziare dal n.44 in avanti,  sono stati raccolti molti spunti  e notizie. Quali le ragioni che portarono alla chiusura dell’unica discarica su cui poteva contare la città di Savona? Le contrastanti prese di posizione di amministratori pubblici sollevarono solo un polverone. Ma non si è mai approfondito come si arrivò a certe decisioni. Chi finirono per favorire. Chi furono i mattatori.

Uno stop che ha lasciato spazio a parecchie ombre sull’operato di alcuni esponenti sia della maggioranza, sia dell’opposizione. Dalla sinistra a Forza Italia. Quella discarica, insomma, dopo ingenti investimenti e le previsioni originarie (con il beneplacito della Regione) non andava chiusa. Perlomeno con quella tempestica. E oggi il bilancio comunale (oltre ad un prevedibile aumento costante della tassazione a danno dei savonesi) continua a confermare le disastrose conseguenze. Chissà se a qualcuno interessa far luce. Fare finalmente chiarezza. Il vice sindaco Paolo Caviglia, ad esempio, potrebbe togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Quel tipo di “diplomazia” strisciante potrebbe riservargli altri dispiaceri proprio sul fronte degli “alleati di ferro”.

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