Invidia e occupazione

INVIDIA E OCCUPAZIONE
Se vi è un sentimento che esiste
da quando esiste l’uomo, questo è l’invidia

 

INVIDIA E OCCUPAZIONE

 Se vi è un sentimento che esiste da quando esiste l’uomo, questo è l’invidia. Essa può avere effetti devastanti e in Colombia si dice che ne ammazzi più della pistola. Il sostantivo invidia deriva dal latino in-videre cioè vedere contro, essere ostili a qualcuno, o considerare un bene altrui come lesivo del proprio.

“Fu il sangue mio d’ invidia sì riarso

che se veduto avesse uomo farsi lieto

visto m’avresti di livore sparso “ 

Dante Alighieri, Purgatorio)

Massimo D’Alema, che io considero uno dei non moltissimi personaggi intelligenti della sinistra, ebbe a dire, in un intervista, che non riusciva a capire come mai, mentre in Italia vi fossero migliaia di ricchi, proprietari di ville, tenute, castelli e collezioni d’arte, che venivano totalmente ignorati dalla massa degli invidiosi, per contro possedere una barca fosse quasi un peccato mortale e attirasse l’interesse morboso di così tanta gente. D’Alema non diceva niente di nuovo e forse lo diceva solo per giustificare il possesso di uno yacht, ma pur richiamando questo argomento all’attenzione dell’intervistatore, evitava di fornirne un’adeguata interpretazione del fenomeno, forse perché temeva di urtare la suscettibilità dei suoi alleati a sinistra.

  
 A sinistra: Vecchia darsena prima della Giunta Gervasio
A destra: vecchia darsena dopo Giunta Gervasio 

Ricordo che quando, vent’anni fa, la Giunta di Centrodestra guidata dal compianto Sindaco Gervasio decise di bonificare la vecchia darsena, con l’eliminazione tutti i relitti che giacevano nello specchio acqueo, lo spostamento dei pescherecci maggiori nella nuova darsena e la demolizione di quei capannoni in lamiera arrugginita, che contenevano  sedie, cucine e strumenti vari per le feste  dell’Unità, l’allora consigliera di Rifondazione  Comunista fece una battaglia feroce contro tale operazione: “ma perché dovremmo lasciare la darsena ai panfili dei ricchi milanesi?” tuonò in Consiglio.

Per fortuna dei savonesi, la giunta era di centro destra e le rimostranze di Rifondazione Comunista, al contrario di ciò che accadde sei anni fa per la Margonara, fecero un baffo al Sindaco e alla Giunta, e l’operazione fu realizzata. Oggi, al posto dei relitti vi sono delle barche bianche e ordinate  e al posto dei capannoni di lamiera arrugginita dei giardini aperti al pubblico; grazie a quella Giunta di centrodestra, che trasformò una zona degradata in un salotto a cielo aperto fruibile da tutti, la vecchia darsena e via Baglietto sono diventate il ritrovo di tutti i savonesi, ricchi e poveri. 

Voglio sottolineare che tale operazione, osteggiata duramente da Rifondazione Comunista, non apportava alcuna colata di cemento e alcuna volumetria residenziale aggiuntiva; qualora invece la Giunta fosse stata di sinistra, molto facilmente avremmo ancora i capannoni di lamiera al posto dei giardini, pur di non fare ormeggiare in darsena le fantomatiche barche da diporto dei “ricchi milanesi” (!).

 

A sinistra: Italsider 3 piani. A destra: Crescent 10 piani

 Certamente diversa è oggi l’operazione porticciolo Margonara e io non mi scandalizzo che vi sia  qualche forza politica che, specialmente ai tempi nostri, debba fare da alfiere alla difesa della natura, quella natura che in questi ultimi decenni l’uomo ha spesso violato con conseguenze talvolta catastrofiche; per cui non contesto che vi siano partiti che si dedicano principalmente a tale argomento, ma alla fine però è chiaro che l’insieme delle forze politiche deve dare la quadra finale, valutando gli interessi generali, inclusi certamente anche quelli ambientali.

Io stesso, in passato, ho votato qualche volta per i candidati dei Verdi, ma, una volta capito che il loro unico fine era quello di ottenere voti da chi, come me, credeva di contribuire ad un sano ambientalismo per poi usarli come stampella politica a chi dava loro poltrone, ho rimediato ai miei errori di elettore credulone togliendo il mio voto a quei signori, giacché, come si suol dire, solo i pazzi non cambiano mai idea.

Chi vuole realmente difendere la natura lo fa a 360 gradi e nello stesso tempo lo  fa con coerenza totale; non si  difendono centrali a carbone obsolete e inquinanti solo perché i relativi proprietari possiedono anche testate giornalistiche amiche, e non si chiudono gli occhi su enormi siti di bitume con la scusa di difendere dei posti di lavoro (ben 4 unità!); non si accetta supinamente o addirittura si favoriscono speculazioni edilizie selvagge realizzate solo  per rimpinguare le casse sempre vuote dei Comuni che si amministrano, rifiutandosi  di portare avanti delle politiche clientelari solo per permettere, come recentemente emerso, a certi personaggi di avere un “mestiere”.


Capannoni in lamiera prima la Giunta Gervasio

La difesa della natura la si fa difendendo il territorio dal degrado, che spesso é causato dalla mancanza di fondi necessari per tenerlo pulito e ordinato, mancanza che deriva tanto dalla stagnazione economica quanto dalla cattiva politica amministrativa, ormai non più un fenomeno solo meridionale, che sempre più spesso preferisce tenere il personale negli uffici a passarsi le carte , anziché  a lavorare con falci e badili per combattere tale degrado.

La difesa della natura la si fa rispettando un territorio che può sopportare una certa densità di popolazione e non oltre, non favorendo invasioni di popolazioni che non hanno una minima educazione ambientale e probabilmente non l’avranno mai.

La difesa della natura la si fa soprattutto nel fare rispettare le regole del buon senso, cosa che spesso non avviene, perché suscettibile di urtare il serbatoio di voti di chi deve mantenere il proprio “mestiere”.

La prova di quanto sto affermando, i cittadini la possono trovare nella nostra città, dove abbiamo assistito ad atteggiamenti diversi da parte dei talebani dell’ambientalismo, a seconda di quale cemento si trattasse.

In questi ultimi anni a Savona, a fronte di una popolazione in continua discesa si e’ assistito a una continua costruzione di palazzi, anzi, a ben vedere, di palazzoni e contemporaneamente di supermercati; insomma cemento su cemento, e nessun partito o comitato di sinistra ha accennato a una piccola opposizione.


Darsena dopo la Giunta Gervasio

Di fronte ad un decremento demografico allarmante, costruire case e supermercati significa rendere sfitte le abitazioni dei centri storici, con la conseguente incuria e l’abbandono dei relativi edifici, mentre la costruzione di supermercati porta alla chiusura dei piccoli negozi, per cui i nostri cari e vecchi centri storici sono sempre di più abbandonati al degrado.

Il Crescent è il simbolo di una politica fatta nel completo sfregio della natura e anche del buon senso, perché non solo si è trasformato un sito industriale in sito di edilizia privata, e non certamente di edilizia produttiva, ma addirittura sono stati aumentati i volumi esistenti dello stesso sito industriale traformandoli in volumi di edilizia privata  – l’attuale giunta ha pure permesso di aumentare ulteriormente tali volumi in corso d’opera.

Nella attuale giunta sono presenti gli stessi personaggi che, mentre chiudevano gli occhi su tali misfatti, per contro bloccavano arbitrariamente e illegalmente (come sancito dal Consiglio di Stato) un opera che, oltre a creare posti di lavoro e bonificare una zona degradata, avrebbe attirato turismo qualificato nella nostra città, con ripercussioni positive in termini occupazionali a cascata in tutti i settori.

I  politici dei variegati cespugli rossi, che paiono nuovamente mobilitati a  bloccare un’opera come il porticciolo della Margonara,  non hanno mosso un dito per fermare le speculazioni fatte nella nostra città come l’ecomostro del Crescent, anzi le hanno favorite.

Tra Crescent e Crescentino, i cui volumi non hanno portato un solo posto di lavoro, le  residenze abitative realizzate sono almeno dieci volte quelle che si vorrebbero costruire nel porto turistico della Margonara; al contrario, in un porto turistico i volumi abitativi sono per lo più di supporto alle attività del porto, quindi suscettibili di portare ulteriori posti di lavoro legati alla nautica e al turismo qualificato, nel rispetto dell’interesse generale.


La Margonara

 I quattro comitati nati per opporsi al porto della Margonara sono invece motivati da meri interessi personali, anche risibili, quali le baracche, la spiaggetta vicino casa, la vista dello scoglio ”incontaminato” dal balcone. Sono tutti interessi legittimi e ognuno ha diritto di difenderli, anche chiedendo aiuto al Papa (!!!), specialmente se personalmente sa come sbarcare il lunario e, ancora meglio, se tale lunario è garantito da un lavoro pubblico, che al momento è a prova di bomba. Ma i partiti, che invece dovrebbero fare gli interessi dell’intera comunità, dovrebbero discernere quale cemento favorisce l’intera comunità e quale no.

di vil ciliccio mi parean coperti

e l’un sofferia l’altro con la spalla

e tutti da la Ripa eran sofferti

Nel Purgatorio Dante incontra Sapia moglie di messer Viviano de’Ghininbaldi da Siena.

 

Madonna Sapia durante la battaglia di Colle Val S’Elsa pregava per la vittoria dei non suoi concittadini ma dei nemici fiorentini come qui vi sono savonesi che pur di castigare i “ricchi” favoriscono tutti gli altri porti, che di marine ne hanno anche 5 come Genova e pur di castigare i “ricchi” castigano parte dei nostri giovani alla disoccupazione.

Quello degli invidiosi evidentemente é un bel pacchetto di voti da coltivare, e rappresentare questa categoria di elettori può valere una poltrona  e dare un “mestiere” a certi personaggi che altrimenti non avrebbero null’altro da fare per mancanza d’arte.

I cittadini accorti invece dovrebbero pensare che è veramente stupido invidiare chi sta meglio, in quanto porta solo vantaggio a chi riesce attraverso loro ottenere un “mestiere” seduto sugli scranni del Consiglio Comunale; e allora perché non cominciare a pensare che bisogna combattere la povertà anziché la ricchezza……….. solo i matti non cambiano mai opinione!

 Silvio Rossi

Lega Nord

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