Intitolata a Borsellino un’aula del Ferraris-Pancaldo

Intitolata a Paolo Borsellino un’aula
del Ferraris-Pancaldo di Savona

Intitolata a Paolo Borsellino un’aula

del Ferraris-Pancaldo di Savona

 E’ stata intitolata, alla presenza del sindaco Ilaria Caprioglio, del presidente della provincia Pierangelo Olivieri, dei rappresentanti delle istituzioni e delle forze dell’ordine del territorio, dei docenti e dei ragazzi dell’istituto e della figlia Fiammetta Borsellino, un’aula dell’Istituto Ferraris-Pancaldo di Savona a Paolo Borsellino, giudice antimafia ucciso dalle cosche il 19 luglio 1992.

 


 

“Ringrazio i presenti dicendo che intitolare un’aula della nostra scuola a Borsellino è un richiamo per tutti noi”, ha dichiarato il preside dell’istituto, “e abbiamo deciso di dipingerla di rosso in onore dell’agenda rossa di sangue del giudice. Un sincero grazie all’architetto, a tutti coloro che vi hanno lavorato, alle forze dell’ordine presenti, al sindaco Caprioglio, al presidente della provincia Olivieri e al rappresentante dell’Unione Industriali”.

Stessa commozione da parte del presidente della provincia :”Saluto e ringrazio tutti dicendo che questo è un giorno bello e importante per la provincia; questa scuola è un’eccellenza del territorio e la scelta di intitolare un’aula a Borsellino è importante per tenere fermi i valori e gli esempi giusti. Nel 1992 mi sono iscritto a giurisprudenza e questo giudice è stato per me un esempio da seguire”.

 


 

“Rivolgo un sincero grazie ai presenti dicendo che mi colpì molto una frase di Caponnetto dell’estate 1992 che diceva “è tutto finito”, afferma il primo cittadino savonese, “ma eventi di questo genere dimostrano che tutto prosegue. Borsellino era ottimista perchè non vedeva nei giovani la colpevole indifferenza e sono convinta che l’indifferenza spaventa e preoccupa”.

“La memoria è un tema importante per sentirsi parte di una comunità”, sottolinea il viceprefetto, “e le persone normali possono diventare eccezionali poichè il bene comune è importante ed ognuno di noi può fare qualcosa”.

 


 

“Sono diventata un magistrato nel 1992 con l’idea di fare qualcosa”, evidenzia il sostituto procuratore Chiara Venturi, “e mi sento di dire che la percezione della mafia che si aveva allora era più diretta che ora. Occorre impegnarsi tutti i giorni affinchè l’Italia sia la casa di tutti e sono orgogliosa di essere qui”.

“Sono contento di essere qui”, ricorda il presidente dell’Unione Industriali, “e cosa si fa in questa scuola è importante perchè i ragazzi sono il nostro futuro; sono molto soddisfatto ed orgoglioso di aver contribuito alla realizzazione di quest’aula”.

 


 

“A Savona ho trovato molto affetto”, ribadisce Fiammetta Borsellino, “e questa scuola è un esempio di lavoro onesto fatto con passione. Le istituzioni devono dare esempio di onestà e dai politici dobbiamo pretendere risultati; cosa hanno fatto mio padre e gli altri deve camminare sulle gambe di altre persone ed il diritto alla verità, sancito dalla Costituzione, riguarda ciascuno di noi. Mio padre nel 1988 ha denunciato lo smantellamento del pool ed è stato messo alla gogna; la denuncia pubblica ha un valore importante poichè fa prendere coscienza della gravità e anche se troppo spesso c’è isolamento da parte delle istituzioni non bisogna mai avere la sfiducia verso lo Stato. Mio padre scrisse la sua ultima lettera, indirizzata ai giovani, alle 5 del mattino del 19 luglio, giorno in cui venne ucciso e ricordo che dalla strage di Capaci, avvenuta il 23 maggio, a quella in cui morì mio papà passarono 57 giorni e lui lavorò senza sosta in una corsa contro il tempo per capire cosa fosse successo; chiese di essere ascoltato ma non verrà mai sentito ed in quei giorni mio padre si staccò da noi con enorme sofferenza per tutti. Uno dei suoi punti cardine fu quello di togliere alla mafia il consenso giovanile e sono convinta che si diventa collaboratori di giustizia dando un contributo alla ricerca della verità, vera prova di essersi dissociati da quel mondo. Mio padre ha fatto il suo lavoro per rendere più bella la nostra terra e sono convinta che lo studio ci dia coscienza di diritti e doveri; amava molto la cultura e sono sicura che se ci fosse ancora sarebbe preoccupato dalla mancanza della cultura”. 

 


 

“Dopo il 1992 sono nate associazioni come Libera per dare nuova vita ai beni confiscati ai mafiosi e sono convinta che non bisogna mai abbassare la guardia perchè la mafia si adatta bene ai nuovi contesti. Ho trovato a Savona tanta attenzione e partecipazione verso questo tema e mio padre nutriva tanta speranza verso i ragazzi dicendo che quando i giovani negheranno il consenso alla mafia questa svanirà”, conclude la figlia di Paolo Borsellino.

 SELENA BORGNA     

 

 

 

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