Intervista al sindaco di Mioglia

 
Intervista al sindaco di Mioglia
sulla manovra economica

Intervista al sindaco di Mioglia
sulla manovra economica

 

Secondo il testo della Manovra Economica a partire dalle prossime elezioni amministrative i Comuni sotto i 1000 abitanti dovranno unirsi tra di loro in Unioni di Comuni. Queste avranno un proprio consiglio, composto dai sindaci dei Comuni che ne fanno parte e due consiglieri per ciascuno, un presidente eletto tra i sindaci ed una giunta. L’Unione sopperirà alle funzioni dei Comuni che include, compresa la gestione del bilancio e della spesa pubblica.

Abbiamo chiesto al Sindaco di Mioglia, Livio Gandoglia, il suo parere sui cambiamenti che interesseranno anche il Comune che amministra.

Sindaco Gandoglia, è questa l’unica strada percorribile dal Comune di Mioglia?

La nostra idea, d’accordo con i Comuni limitrofi, sarebbe quella di attuare l’alternativa dei “servizi associati”: ovvero il nostro Comune si assocerebbe con gli altri per fornire i sei servizi essenziali. Per ogni servizio un Comune farà da capofila, in modo che ciascuno abbia un servizio da gestire, mantenendo così maggiore autonomia. In questo modo non si perderebbe la propria identità perché si sarebbe semplicemente associati ad altri e non inglobati forzatamente in un’Unione di Comuni nella quale il Presidente potrebbe avere la tentazione di privilegiare il proprio Comune d’origine. Infatti i Consigli Comunali avranno solo un potere fittizio, visto che il controllo economico sarà demandato al Consiglio dell’Unione. Con la nostra soluzione inoltre non saremmo  soggetti al patto di stabilità, il quale impone dei parametri di spesa portando alla situazione paradossale di avere molti soldi nelle casse comunali e di non poterli spendere per fare i lavori più importanti e costosi. Attualmente i nostri piccoli Comuni non sono limitati da esso, ma con le Unioni dei Comuni ci verrebbe imposto.  Siamo già al lavoro con gli altri sindaci per attuare questa soluzione, che impone dei tempi ristretti: entro il 30 settembre 2012 dovremo avere operativi tutti e sei i servizi essenziali.

La nuova normativa ci porterà grossi vantaggi economici o solo delle complicazioni burocratiche?

Sicuramente solo moltissime complicazioni che non portano ad un reale vantaggio economico. Infatti in più del 50% dei Comuni sotto i mille abitanti i sindaci e gli assessori hanno deciso di rinunciare alla propria indennità. Sia Mioglia che i paesi limitrofi hanno un costo della politica nullo. Io ritengo che nelle nostre piccole realtà questo sia un servizio da rendere in maniera gratuita alla comunità come una forma di volontariato. Il nostro Comune ha due impiegate, un operario, un geometra, un segretario comunale, un consulente finanziario e riusciamo a dare tutti i servizi necessari: gli uffici comunali sono sempre aperti, abbiamo una scuola primaria ed una secondaria, una farmacia, l’ufficio postale, i servizi bancari una volta alla settimana e ci occupiamo degli anziani tramite il distretto sociale. Il nostro paese ha i servizi che si possono trovare in una cittadina pur essendo un Comune piccolo. Probabilmente un’Unione di Comuni non riuscirebbe a fare il lavoro che attualmente svolgono tutti i nostri piccoli Comuni se non con una maggiore spesa per il personale. Attualmente molti si basano su consulenze esterne, risparmiando, mentre con la nuova normativa non sarebbero più possibili. A mio parere gli svantaggi, anche economici, sarebbero superiori ai vantaggi. Se proprio si fosse voluto risparmiare si sarebbe potuta togliere l’indennità agli amministratori dei piccoli Comuni, anche se si tratterebbe comunque di cifre irrisorie rispetto al risparmio che si avrebbe, per esempio, dimezzando il numero dei deputati. Trovo assurdo che si debba rinunciare a tutto ciò che riusciamo ad offrire: bisognerebbe guardare dove sono realmente gli sprechi invece che fare dei tagli lineari equiparandoci ad altri comuni ben più piccoli che non riescono ad erogare i nostri stessi servizi.

Roberto Palermo

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