INGORGO ISTITUZIONALE AL COMUNE DI SAVONA

Lo stile perfetto del manuale “Cencelli” e clientelare. Brutto segnale 
INGORGO ISTITUZIONALE
AL COMUNE DI SAVONA
Urge anche rendere pubblici i compiti dei componenti lo staff

 Lo stile perfetto del manuale “Cencelli” e clientelare. Brutto segnale 

INGORGO ISTITUZIONALE
AL COMUNE DI SAVONA
Urge anche rendere pubblici i compiti dei componenti lo staff

 

Il riconfermato Sindaco di Savona, Federico Berruti (centrosinistra) ha sviluppato , in questi giorni, una spericolata operazione di spartizione di incarichi e deleghe che merita, principalmente dal punto di vista istituzionale, una adeguata riflessione.

Spieghiamo i fatti: prima di tutto la coalizione “allargata” che ha consentito l’elezione al primo turno ovviamente richiedeva, dal suo interno, un adeguato meccanismo di riconoscimenti e incarichi (elemento non semplice da risolvere, considerata anche una forte litigiosità personalistica presente in quasi tutti i soggetti).

Una situazione complessa che si è cercato di affrontare seguendo la strada degli strumenti di compensazione “esterni” all’esecutivo: dallo staff del Sindaco alle aziende partecipate, in uno stile da perfetto manuale “Cencelli” usato anche per soddisfare i desiderata di chi non era risultato particolarmente gradito alle elettrici e agli elettori.

 

In questo modo si è allargato lo “staff” del Sindaco a cinque persone (per amministrare una città di 60.000 abitanti) usando criteri evidentemente clientelari (promosso nello staff del Sindaco il responsabile della sua campagna elettorale), trattenendo allo stesso Sindaco la delega alla cultura, con otto assessori anziché nove, e la presidenza dell’Azienda per i rifiuti usata per compensare una capolista eletta rimasta senza assessorato (sulla precedente presidenza dell’azienda si era, tra l’altro, sviluppato un caso classico di “familismo amorale“secondo la teoria di Banfield, che non descriviamo nel dettaglio per ragioni di economia del discorso).

Non intendiamo, comunque, entrare nel merito al riguardo del tema delle spartizioni, né tanto meno discettare sulle caratteristiche specifiche degli incaricati rispetto ai compiti da svolgere e sul tema (molto delicato) dei costi di un tale apparato, quanto piuttosto sollevare un tema, a nostro giudizio molto delicato, sul piano istituzionale.

Tanto per cominciare: quali sono i compiti definiti dei componenti di questo maxi-staff ? Considerato il numero dei componenti ed il fatto che, come già riferito, il Sindaco abbia trattenuto per sé una delega importante come quella della cultura (inserendo nello stesso staff l’ex-assessore in materia, risultato  non eletto in consiglio comunale), emerge sicuramente un problema di rapporto tra lo staff stesso e la giunta, rispetto a competenze ed attribuzioni.

LO STAFF DEL SINDACO
Elisa Scarcella, Fabio Musso, Il sindaco Berruti,
Ivonne De luca, Ferdinado Molteni, Roberto Giannotti

Sarebbe bene, infatti, che fossero resi pubblici i compiti di ciascun componente questo organismo surrettizio, in modo che i cittadini abbiano  ben chiaro chi fa e che cosa, in modo da non lasciare nulla all’arbitrio ed evitando sovrapposizioni (chi si occupa di determinati eventi, che in passato, erano organizzati dall’assessorato alla cultura? Tanto per fare un esempio. Quali sono spazi e limiti della delega al turismo? Tanto per farne un altro).

 

Egualmente sorgono problemi di ingorgo istituzionale con la Commissione Consiliare apposita: quali sono i suoi referenti? politici o tecnici?

 

D’altra parte, nello svilimento complessivo del ruolo del Consiglio Comunale (processo generalizzato ma che a Savona ha raggiunto aspetti particolarmente vistosi), l’uso dell’intervento dei tecnici per rispondere addirittura sulla normalità delle pratiche è stato, nella passata tornata amministrativa, molto frequente : un fenomeno che andrebbe, anch’esso sottoposto ad una analisi particolarmente approfondita.

Tenuto conto che, per la seconda volta, un assessorato-chiave come quello dell’Urbanistica è stato assegnato ad un tecnico, sicuramente molto valido, ma che non si è mai sottoposto personalmente al giudizio del voto.

Come si vede emergono,da questo assetto interno dell’amministrazione del Comunale di Savona problemi istituzionali non secondari: un esempio di “aggiustamento” in corsa di una somma di questioni politiche e personali, avvenuto a nostro giudizio in un contesto dove il riferimento della realtà politico-amministrativo dell’Ente è stato tenuto in secondaria considerazione.

Un brutto segnale  di degenerazione del personalismo in politica e di una concezione “proprietaria” delle istituzioni (che alberga anche in parti molto consistenti dell’intero mondo politico savonese), all’interno di un modesto contesto provinciale che non può, però, essere sottovalutato anche come segnale di un ulteriore avvilimento delle nostre istituzioni.

Savona,  10 Giugno 2011                                           Franco Astengo

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