Due anni e tre mesi erano passati da quel giorno primaverile del 2012. Sir Reginald James Wicked e signora trascorrevano le ferie estive in Italia e, dopo le classiche soste turistiche obbligate, erano andati a trovare l’amico Fabris Di Bartolo, ospiti del suo prestigioso appartamento a Portofino. Dal terrazzino all’ultimo piano si godeva l’incomparabile panorama della piazzetta, con la chiesa e la fila di case a schiera che circondava l’insenatura col porticciolo, dinanzi alla chiostra verdeggiante delle colline. Sir Reginald, che non si stancava mai di contemplarlo, se ne stava affacciato in piedi, le mani poggiate alla balaustra. Il padrone di casa invece sedeva su una sdraio in un angolo.
Udendo la sigla del telegiornale, i due rientrarono nel salone dell’appartamento, giusto in tempo per ascoltare lo speaker annunciare i titoli principali, tutti dedicati a un unico argomento:
“S’aggrava l’epidemia nel terzo mondo, umanità nel panico. Benché molte nazioni non forniscano dati ufficiali, si parla ormai di decine, forse addirittura centinaia di milioni di morti.
Un prestigioso scienziato ha lanciato un clamoroso allarme: una sostanza sintetica di origine sconosciuta è stata isolata in alcune persone infettate dal virus misterioso.
L’Unione Europea, finora esente dall’inspiegabile contagio, chiude i confini col resto del mondo.”
Gian Enrico Fabris De Bartolo rise allegramente. Sapeva fin troppo bene che l’U.E. non correva rischi. Moriva soltanto chi ingeriva direttamente le vivande contaminate e nell’Europa ancora relativamente opulenta i loro prodotti non giungevano.
“Ormai abbiamo vinto, Reginald. Non riusciranno a fermarlo più.”
“Però hanno scoperto l’esistenza della sostanza, l’hai sentito, no? Presto capiranno di non avere a che fare con dei virus biologici ma solo con questo killer prodotto dall’uomo.”
“E allora? I nostri laboratori chimici han fatto un ottimo lavoro. Il nostro cibo è già stato consumato da miliardi di abitanti del terzo mondo e chissà quanti altri ancora lo mangeranno, prima di capire che il veleno sintetico, che agisce mesi dopo essere stato introdotto nell’organismo, proviene da lì.”
“E nel frattempo la popolazione mondiale si sarà più che dimezzata, hai ragione.”
“Così nessuno, uomo o animale, soffrirà più la fame, Reggie. Non vedremo più bambini pelle e ossa, perché ci sarà da mangiare per tutti e il futuro dei nostri figli e nipoti sarà assicurato. Tra un po’ di giorni forse potremmo addirittura provvedere noi stessi a inviare una segnalazione anonima, giusto per far distruggere gli alimenti prima che varchino accidentalmente i confini europei.”
I due imprenditori chiacchieravano tranquilli, felici dei risultati conseguiti, mentre in tv scorrevano le sconvolgenti immagini dei cadaveri gettati a mucchi nelle fosse comuni. Non percepivano alcuna follia in quanto avevano commesso. Dal loro punto di vista, chi veniva colpito dal morbo sarebbe stato destinato a morire comunque di fame, prima o poi. Da autentici samaritani, gli facevano quindi un favore, perché regalandogli una rapida morte, gli evitavano lunghe e atroci sofferenze. E presto, pensava Fabris Di Bartolo, dottore in ingegneria chimica, sarebbero state le grandi nazioni industrializzate a far emigrare in quelle terre ormai disabitate le proprie popolazioni in eccesso.
“Non troveremo però più mano d’opera a basso costo. Per chissà quanti anni l’azienda avrà seri problemi, proprio ora che è così indebitata.” Puntualizzò Wicked con un pizzico di apprensione.
“È un ben piccolo scotto da pagare per la sopravvivenza della civiltà occidentale, questo, non credi? Resisterà. Piuttosto mi domando quanti capiranno il valore del nostro gesto. Riterranno mostri sia noi sia i due chimici coinvolti e consapevoli. Lo giudicheranno un crimine contro l’umanità.”
Sir Reginald si riaffacciò sul terrazzo e abbracciò Portofino con uno sguardo.
“Un male inevitabile, purtroppo. Finiremo i nostri giorni in galera, ma a parte uno, abbiamo tutti più di sessanta anni e la vita ce le siam goduta. Mi spiacerà non poter più ammirare questo meraviglioso panorama, ma ho agito per preservarlo dalle invasioni barbariche. Mi basterà sapere che c’è.”
Fine Massimo Bianco
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