Non è questione di mancanza di carta e penna, né di carenza di tempo e di
spazio, preferisco sorvolare, in modo da conferire una traiettoria di luce
piena, fornendo solamente alcune citazioni e spunti per ispirare successivi
approfondimenti da parte di chi legge, nella prospettiva di un approccio
individuale quanto più possibile adeguato ad una realtà da vivere in pienezza
spirituale e, per chi si spinge oltre, sotto forma di in impegno concreto di
carità.
La costante e cortese disponibilità dei volontari e del personale in genere,
nonché l’organizzazione delle strutture ricettive ed assistenziali gestite, che
rendono l’UNITALSI non solo una macchina ben oliata ma anche un esempio di cristianesimo militante, assai raro nei tempi odierni, ha dunque destato la
curiosità, ma anche il sincero interesse nelle persone coinvolte nel pellegrinaggio.
Nello spirito migliore un simile viaggio, oltre che spostamento fisico, è
anche processo di cambiamento interiore: l’avvicinamento a Dio, raggiungibile
esclusivamente tramite un lungo percorso di crescita. Sono in verità strade
percorse da una moltitudine di genti con intenti diversi: tra i pellegrini
(tutti in attesa di qualcosa) ci sono malati e persone sane, le quali
intraprendono questo itinerario nella speranza di trovare un conforto nell’ anima o perché sono alla ricerca di una guarigione corporale. La conoscenza,
oltre alla purificazione, al semplice diletto od all’esigenza di distaccarsi
dalla quotidianità, diviene un grande motivo di mobilità.
"Statua di N.S.di Loudes"presso Villa Gavotti,di V.Nizza.Savona
L’umanità incontrata ha lasciato in me indelebile una traccia: il pellegrinaggio crea condivisione, sostegno reciproco, unità, in due eloquenti
espressioni che sono il confronto e la preghiera. Un aspetto davvero stimolante
sono le straordinarie possibilità di dialogo che in questi frangenti si creano
fra persone che sanno uscire da se stesse e svestirsi del senso
dell'assolutezza: può dialogare solo chi non si sente padrone della verità.
Pena il disagio nel ridurre il dialogo a mera discussione.
Entrare in relazione con il prossimo rappresenta un anelito legittimo, il
quale può giustificare qualsiasi tipo di ricerca (umana e soprannaturale) ma
che quasi sempre si risolve in un’aspirazione egoistica.
Per istituire un vero rapporto, e comprendere tutta la persona, il dialogo
deve partire dal cuore, raggiungendo quei livelli di empatia e di sintonia, una
sorta di amicizia spirituale, che inducono a superare le sollecitazioni di un
mondo livellato da una visione piatta e materialistica della vita. Si possono
intrecciare legami di conoscenza, di stima, di affetto che per sempre rimangono
intatti. Così si tracciano le basi per una credibile speranza di pace fra gli
uomini.
Tutto dunque è andato bene con l'aiuto della Divina Provvidenza. Al termine di
questo faticoso, ma entusiasmante, pellegrinaggio è risultato un bilancio
ampiamente positivo, che mi consente insomma di testimoniare un grande rispetto verso il luogo, Lourdes, e verso tutte le persone che vi giungono. Aldilà di certi fenomeni esteriori, che purtroppo marginalmente sussistono come il
mercimonio delle boutique religiose (i tanti negozi che costeggiano la strada
verso il santuario mariano), prestando il fianco ad un, seppur esiguo, stuolo
di detrattori e maldicenti, bramosi di fatti da ascrivere al livello di folklore.
Concludo questo mio scritto al pensiero dei chilometri fatti e dei momenti
trascorsi, che si sono ravvivati in questi giorni grazie alle celebrazioni
della Madonna di Lourdes, avvenute a Savona con un triduo nella cappella
Gavotti di via Nizza (ove è presente di una pietra prelevata dalla grotta di
Massabielle), in ossequio ad un rito che si tiene ininterrottamente dal 1893,
tranne alcune eccezioni come durante l’ultima guerra mondiale.
Settembre 2012
Antonio Rossello
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