Dicono che tutto lo spazio
in origine fosse compreso
in un punto. Come e perché
a un certo punto,
da quell’infinitesimo ente
invisibile a occhio nudo
(ma allora non c’era nessun
occhio umano che potesse
vedere alcunché)
sia deflagrato tutto
quello che esiste, non ci è
dato sapere. Inutile
anche chiedersi come
tutto l’universo potesse stare
chiuso in quella macchiolina
vagante nel nulla,
dato che in origine
al di fuori di quel punto
non c’era niente d’altro.
Dicono che la deflagrazione
o Big Bang che dir si voglia,
sia avvenuta circa
quattordici miliardi di anni fa,
stando alle radiazioni cosmiche
che ancora irraggiano da quel punto.
Dunque possiamo dire
che il tempo è nato insieme
allo spazio e che, prima
di allora, non ci fosse né l’uno
né l’altro? Ma se così fosse,
né il tempo né lo spazio
sarebbero infiniti
( e questo lo dice anche
Sant’ Agostino) e quindi
l’uno non potrebbe stare
senza l’altro (come ci ha
spiegato Albert Einstein)
e tutti e due, come insieme
sono nati, insieme periranno.
Già, ma alla fine,
quando tutto sarà estinto,
non ci sarà nessuno
che possa chiedersi se
è valsa la pena che nascesse
quattordici circa miliardi
di anni fa, da quel punto
vagante nel nulla,
lo spaziotempo in cui anche
noi, come effimeri insetti,
siamo passati dalla luce
al buio eterno, sperando invano
che ci fosse un punto e a capo.