Il volto della memoria (Trentaquattresima parte)

IL VOLTO DELLA MEMORIA
 (Trentaquattresima parte)
MA… CHE COS’È L’ AIR GUN?

IL VOLTO DELLA MEMORIA
(Trentaquattresima parte)

 Non sono certamente sfuggiti all’attenzione dei nostri Amici Lettori

DUE ARTICOLI GIORNALISTICI (COSÌ INTITOLATI):

LA STAMPA 10 GIUGNO 2015:

AIR GUN MINACCIA I CETACEI DEL SANTUARIO

LA TECNICA DI RICERCA DEL PETROLIO NEI FONDALI MARINI È STATA ESCLUSA DAGLI ECO-REATI

 

IL SECOLOXIX  10 GIUGNO 2015:

 SANTUARIO DELLE BALENE SOTTO ATTACCO

AMBIENTALISTI CONTRO “I SIGNORI DEL PETROLIO”

 AIR – GUN MINACCIA MORTALE PER I NOSTRI CETACEI

Molti lettori, rivolgendosi anche a noi, si sono correttamente chiesti:

MA… CHE COS’È L’ AIR – GUN?

 

Per  ottenere una RISPOSTA CREDIBILE e, soprattutto,  SCIENTIFICAMENTE CORRETTA, ci siamo avvalsi delle PAROLE DI FRANCO FLORIS (ex sindaco di ANDORA ed attualmente PRESIDENTE NAZIONALE DELL’ACCADEMIA KRONOS):

“AIR GUN”,  E’ UNA TECNOLOGIA CHE SFRUTTA DELLE BOMBE AD ARIA COMPRESSA CHE VENGONO ESPLOSE IN SEQUENZA SUL MARE.

QUESTE BOMBE PRODUCONO ONDE SONORE DI 260 DECIBEL CHE VANNO A RIMBALZARE SUL FONDALE E INDICANO SE IN QUEL PUNTO C’È PETROLIO OPPURE NO.”

Ma, a questo punto, è sorta spontanea una SECONDA DOMANDA:

MA… QUALI CONSEGUENZE DERIVANO AI PESCI ED AGLI ALTRI ANIMALI MARINI DA QUESTE TREMENDE ESPLOSIONI?

LA RISPOSTA ci viene, ancora una volta, da FRANCO FLORIS:

“QUANDO VENGONO SPARATE QUESTE BOMBE AD ARIACOMPRESSA I PICCOLI PESCI SUBISCONO FERITE IRREVERSIBILI CHE LI FANNO MORIRE, COMPORTANDO DANNI ALLA PICCOLA PESCA, QUELLA ATTENTA E RISPETTOSA, CHE CONSENTE AL MARE DI RIPRODURSI.

 E I CETACEI, INVECE, VENGONO COLPITI ALL’UDITO: STORDITI, PERDONO L’ORIENTAMENTO E O SI SPIAGGIANO, MORENDO, OPPURE ABBANDONANO IL LORO HABITAT NATURALE, CHE PROPRIO A LARGO DI SAVONA VEDE UNA CONCENTRAZIONE SIGNIFICATIVA, MODIFICANDO L’ECOSISTEMA MARINO.”

Ma. alle parole di FRANCO FLORIS, si sono aggiunte spontaneamente quelle di ALESSANDRA SOMA’, BIOLOGA DI VARAZZE E COLLABORATRICE DEL CONSORZIO LIGURIA VIA MARE:

“CONSIDERANDO CHE LE PROFONDITÀ MARINE SONO BUIE, I CETACEI SONO ANIMALI CHE UTILIZZANO L’UDITO PER TUTTO: ORIENTARSI, MANGIARE, INCONTRARSI TRA LORO E RIPRODURSI. DI CONSEGUENZA UN CETACEO CON DANNI ALL’UDITO È DESTINATO, NEL MIGLIORE DEI CASI, AD ALLONTANARSI DALLA ZONA. NEL PEGGIORE A MORIRE DI FAME O, UNA VOLTA DISORIENTATO, A SPIAGGIARSI SULLE COSTE.”

Alcuni  nostri Amici Lettori, vivamente impressionati dalle DICHIARAZIONI DEI DUE ESPERTI CITATI, ci  fatto notare CHE L’UTILIZZO DELL’AIR GUN VERRÀ AD INCIDERE NEGATIVAMENTE NON SOLTANTO SULLA VITA DEGLI ANIMALI MARINI, MA ANCHE (ED ASSAI GRAVEMENTE) SULLA NATURA DEL NOSTRO MARE E SUL SUO EQUILIBRIO BIOLOGICO, TENENDO CONTO, IN PARTICOLARE, CHE I SANTUARI DEI CETACEI SI TROVANO, QUASI ESCLUSIVAMENTE, NEL BACINO MARINO LIGURE – PROVENZALE.

PER DI PIÙ, AI DISASTRI BIOLOGICI ANDRANNO AGGIUNTI I GRAVI DANNI ECONOMICI, AI QUALI ANDRANNO INCONTRO IL SETTORE DELLA PESCA E, SOPRATTUTTO, L’INTERO SETTORE TURISTICO.


 

– Giunti a questo punto, ci siamo rivolti, ancora una volta, ad ALDO PASTORE, al fine di poter riprodurre e rileggere un Suo Articolo, scritto, su questo argomento nel settembre 2006; Aldo, con grande piacere ha accettato l’invito, riservandosi, tuttavia, UN BREVISSIMO COMMENTO FINALE

 

Ecco L’ARTICOLO:

L’EQUILIBRIO BIOLOGICO DEL MARE LIGURE

Giuseppe Notarbartolo di Sciara (uno tra i massimi esperti italiani  in eco-biologia marina) alla pagina 8 del volume “Operazione Pelagos” (edito a cura dell’ Associazione Europea Rotary per l’ Ambiente, dalla Grafica Valdambro New Press di Milano) così scriveva:

“A differenza dell’ intero Mare Mediterraneo, notoriamente poco produttivo, il Bacino Ligure-Provenzale risalta come una localizzata oasi di abbondanza.

Qui, una serie di fenomeni concomitanti (insolazione, mescolamento verticale operato dal vento, immissione di nutrienti) concorrono a creare condizioni ambientali favorevoli al rigoglio del Plancton e, quindi, di tutta la categoria trofica.”

Alla pagina 11 dello stesso volume, l’ Autore così proseguiva:

“recenti ricerche, compiute dall’ Istituto Tethys di Milano hanno determinato che la frequenza di avvistamento di  cetacei nel bacino Ligure- Provenzale è quattro volte superiore a quella del Mar Tirreno.

Nel Mar Ligure, si incontrano ancor oggi, con facilità, i grandi colossi del mare, come le balenottere comuni ed i capodogli, gruppi abbondantissimi di delfini, grampi, globicefali ed una grande abbondanza di diverse specie di pesci pelagici.

I motivi di questa superiorità del Mar Ligure, in fatto di diversità biologica, sono, in parte, naturali (maggiore produttività delle acque  per motivi oceanografici) ed, in parte, antropici (minor pressione della  pesca, gestione più oculata, soprattutto per quanto riguarda la porzione francese).”


 Giuseppe Notarbartolo di Sciara

E’ doveroso precisare che le osservazioni di Giuseppe Notarbartolo di Sciara risalgono ai primi Anni Novanta; oggi, noi possiamo constatare che la situazione è notevolmente mutata in tutto il Bacino Ligure-Provenzale, soprattutto nei tratti marini situati in prossimità delle coste o, addirittura, ad esse geologicamente collegati.

L’ attuale  situazione è sintetizzabile nei seguenti termini:

1) E’ in serio pericolo la TUTELA DEI CETACEI; occorre precisare, in proposito, che nel Mar Ligure vivono ventuno specie di cetacei, dei quali otto sono specie residenti e di osservazione regolare, mentre le altre tredici (come l’ORCA) sono di comparsa occasionale.

Esistono, attualmente, quattro fondamentali cause di pericolo per la loro sopravvivenza e cioè:

a) le collisioni con le navi in transito;

b) le catture accidentali o, addirittura, programmate; desidero ricordare, in proposito, che molti pescatori abusivi continuano ad usare le ” reti vaganti”, anche oltre le misure stabilite dall’ Unione Europea; si tratta di strumenti fatali per i cetacei;

c) la contaminazione marina da sostanze tossiche (DDT e PCB, in particolare);

d) l’inquinamento acustico; su questo argomento è intervenuto, più volte, Maurizio Wurtz (Docente di biologia dei cetacei all’ Università  di Genova), il quale ha osservato che:

 “il rumore generato dai diversi tipi di motori (in particolare, durante le manifestazioni  Off-Shore)  provoca interferenze di varia intensità con il sistema di eco localizzazione e di comunicazione dei cetacei e, quindi, incide sull’ equilibrio biologico di questi animali.”

In questo contesto, va rilevato che sono in costante aumento gli  episodi di ” spiaggiamento” e, quindi, di morte di balene e delfini a causa dell’ impiego dei sonar, da parte delle flotte navali e dei pescherecci.

Personalmente, voglio ancora aggiungere che l’alterazione della condizione esistenziale di questi animali è destinata ad avere molteplici ripercussioni anche sulle altre componenti dell’ intero eco-sistema, venendo, quindi, ad incidere negativamente sulla complessiva armonia biologica marina.

2) E’ in atto un notevole cambiamento della BIODIVERSITA’ ITTICA.


Nell’ intero Mediterraneo, negli ultimi quindici anni, sono comparse centodieci nuove specie ittiche (ad esempio: il Pesce Flauto, il pesce Pappagallo, il pesce Palla, le Ricciole, le Donzelle, il Siganus Luridus etc…), che stanno avendo il sopravvento sulle specie locali e tradizionali; in sintesi: si è verificato un cambiamento del 20% nella biodiversità ittica.

Per quanto concerne la loro provenienza, possiamo affermare che, delle centodieci nuove specie , sessantacinque sono penetrate da Suez, quarantacinque da Gibilterra.

Dunque: tutte le nuove  varietà ittiche che sono penetrate nel Mediterraneo e, quindi, nel mar Ligure, sono di origine sub-tropicale o tropicale.

La causa di questo fenomeno va ricondotta  al SURRISCALDAMENTO MARINO. Cito, ancora una volta, Maurizio Wurtz:

 “Il Mare Mediterraneo ha la febbre; il termometro segna 28 gradi, dove, fino  a dieci anni fa, non si superavano i 25.” 

Ad analoghe conclusioni è pervenuto  Gian Antonio Orighi ( quotidiano ” LA STAMPA” di Torino del 27 marzo 2005):

“Nel decennio 1993-2003, la temperatura del Mediterraneo è aumentata cinque volte in più rispetto agli altri mari e oceani del Pianeta: esattamente di 0,75 gradi in superficie, mentre il calore degli altri mari è cresciuto ” solo di 0,15 gradi, vale a dire dell’ 80% in meno.

Tale aumento di temperatura è attribuibile all’ Uomo e, più precisamente, al riscaldamento terrestre, prodotto dalla emissione di biossido di carbonio, il cosiddetto ” Effetto Serra”.

Si tratta di un problema nuovo nella storia dell’ umanità, che non deve essere preso sotto gamba.”

Più controversa, a giudizio degli esperti, è l’incidenza della elevazione dei livelli del mare sulle modificazioni della Biodiversità Ittica.

Mario Di Martino (INAF – Osservatorio di Torino) ha fatto notare che:

“Nell’ ultimo mezzo Secolo, il livello dei mari è aumentato di un valore che è stato stimato, in media, di 1,8 millimetri all’anno, ma da dodici anni a questa parte, questo incremento è  quasi raddoppiato, portandosi a circa 3 millimetri all’ anno”

Debbo, tuttavia, evidenziare che altri Autori (Gian Antonio Orighi, in particolare) sono abbastanza scettici su questo argomento, evidenziando il fatto che, a differenza di altri mari, è in atto un arresto nella crescita del livello del  Mediterraneo.

Non esistono, invece, dubbi sul fatto  che l’ elevazione della temperatura marina ha determinato notevoli modificazioni  delle correnti marine e questo ulteriore elemento ha sicuramente inciso sulla Biodiversità ittica.

Tutti gli scienziati concordano, infine, sull’ esistenza di un altro fenomeno e cioè  che le specie ittiche forestiere sono state favorite nel loro insediamento da una condizione di stress che le specie autoctone hanno subito ( a causa delle alterazioni ambientali) rendendole meno competitive; su questo stress hanno pesantemente influito anche gli inquinamenti urbani ed industriali (mai apparsi nei decenni precedenti).

Stiamo assistendo, da alcuni anni, nei nostri litorali marini, all’ invasione da parte di ALGHE E MUCILLAGINI.


Non voglio scriver molte parole su questo argomento e, tanto meno, riportare dati statistici, perché questo fenomeno è sotto gli occhi di tutti i cittadini; peraltro i quotidiani nazionali e locali hanno ampiamente dissertato su di esso.

Mi limito, quindi, a precisare che le specie di alghe (cosiddette straniere)  che popolano ormai le coste liguri sono di diverso tipo; le più diffuse sono la  Caulerpa Taxifolia, la Caulerpa Racemosa e la Ostreopsis Ovata; tutte queste alghe sono di origine tropicale ed hanno trovato nell’ attuale Mar Ligure un ambiente a loro eccezionalmente favorevole, perchè, per proliferare rapidamente, necessitano dei seguenti fattori climatici:

– alta temperatura marina

– alta pressione atmosferica

–  mare calmo

– luminosità prolungata

Ma questi elementi, forniti dalla natura, non sarebbero stati  di per sé sufficienti se le alghe  non avessero trovato uno straordinario ausilio fornito dalla mano dell’ uomo e, cioè, il Fattore Antropico; la condizione decisiva per la fioritura algale consiste, infatti, nella disponibilità di un’ alta  concentrazione di sali di AZOTO e di FOSFORO; a sua volta, questa disponibilità è legata o all’ assoluta mancanza di impianti di depurazione o alla carenza funzionale di questi impianti; in conseguenza di queste gravissime carenze, le acque di fogna e le acque  di irrigazione agricola ( ricche di fertilizzanti)  scaricano direttamente in mare e forniscono le alte quote di azoto e di fosforo richieste dalle alghe e dalle mucillagini.

Desidero precisare che non si tratta di conoscenze scientifiche nuove; consiglio a tutti coloro che sono interessati al problema di leggere ( o rileggere) l’ illuminante pubblicazione di Giorgio Nebbia, che porta il titolo “Gli equilibri del mare”, oppure la lettera inviata da Jacques-Yves Cousteau, il 21 gennaio 1994 all’ ora Ministro francese dell’ Ambiente, Michel Barnier, il quale, peraltro, ha fatto tesoro dei  consigli dello Scienziato.

 Termino, dunque, questo mio articolo, rivolgendo agli Amministratori Locali due interrogativi:

– La Liguria vuole fondare l’economia del suo futuro sul turismo?

– Quale turismo può nascere senza il rispetto delle leggi naturali del mare e dell’eco sistema costiero?

Consiglio, infine, agli stessi Amministratori di abbandonare l’attuale metodo empirico, fondato sull’ impiego delle grigliature degli scarichi e delle ” scope a mare”, e di abbracciare invece le regole dettate dalla razionalità scientifica.

Solo così potremo, ancora una volta, esclamare:

“Ecco il grande e vasto mare

ove scivolano innumerevoli creature.

Là si muovono le navi:

là si trova pure il leviathan,

che tu hai creato per giocare nel grembo delle acque.”

(Bibbia – salmo 104)

 

 Aldo Pastore   26 agosto 2006

 

COMMENTO FINALE

 

– NEL MAGGIO 2015, IL PARLAMENTO ITALIANO HA APPROVATO DEFINITIVAMENTE LA LEGGE PUNITIVA DEI REATI, COMMESSI CONTRO L’AMBIENTE.

– NELLA LEGGE IN OGGETTO, NON VIENE FATTO ALCUN CENNO AI REATI, COLLEGATI ALL’IMPIEGO DELL’ AIR GUN

– POSSO AVANZARE, IN PROPOSITO, TRE IPOTESI.

1) L’ARGOMENTO NON È CONOSCIUTO IN SEDE PARLAMENTARE

2) IL PROBLEMA DEI DANNI INDOTTI E SOTTOVALUTATO

3) GLI ECO REATI COMMESSI, ATTRAVERSO L’IMPIEGO DELL’ AIR GUN, SONO CONOSCIUTI, MA, ANCORA UNA VOLTA, È PREVALSA L’IMPORTANZA DEL PROFITTO O, PEGGIO, DEL VIL – DENARO (PALESE O OCCULTO)

ATTENDO (FORSE VANAMENTE) UNA RISPOSTA.

 

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