Il terremoto silenzioso

Il terremoto silenzioso

 
Il terremoto silenzioso
Non so se ve ne siete accorti. Se leggete solo i giornali e guardate la tv (con poche eccezioni), probabilmente no.  In tutti questi anni non hanno fatto che proporci la loro narrazione di comodo, completamente avulsa dalla realtà, e ci sono rimasti pure male, si sono offesi di essere stati sconfessati.

Prima col referendum sulle riforme costituzionali, poi, se ancora non si fosse capito bene, con queste elezioni. Hai voglia strillare di fake news, hacker russi e altre amenità che sconfinano nel mio campo, la fantascienza sociale. Il tutto condito con una spruzzata di “populismo” e ditini alzati, che fa fine e non impegna. Per non parlare degli inverecondi cortei antifascisti rispolverati alla bisogna, da coloro che ci hanno consegnato legati mani e piedi al nuovo “fascismo sociale” soft del liberismo finanziario.  E che pure lanciano allarmi e si meravigliano se, mentre continuano a umiliarci e impoverirci, quei brutti fantasmi del passato, alimentati dall’esasperazione, prendono piede di nuovo.

Politici da loro esaltati come Bonino, come prima era stato fatto per Monti, fanno un inelegante flop. Che mistero insondabile, il fatto che una che parla di privatizzare, tagliare servizi sociali e pensioni, aprirsi al capitalismo esasperato come un’ostrica, votarsi anima e corpo al suicidio collettivo, non raccolga entusiasti consensi.

I loro eroi ed eroine, Boldrini, Napolitano, Grasso, Gentiloni, che nelle intenzioni dovevano spopolare, si rivelano i meno amati dagli italiani.

Prima lanciano Salvini in tutte le salse, in ogni salotto, dappertutto, pensando furbescamente che le sue sparate aizzino le persone di sinistra e li ricompattino per reazione su quella che è tutto ormai tranne che sinistra, e che tolga voti ai 5 stelle. Nella loro narrazione semplificata, del resto, non vi sono differenze. Le statistiche sui voti ex PD ed ex sinistra confluiti nei 5 stelle non le guardano mai, gli elettori sono bestie scomode che di solito sbagliano.  Poi si meravigliano che più che altro Salvini cannibalizzi il centrodestra e gli complichi il loro bell’accordicchio trasversale Nazareno bis o tris o quater che sia, con quel patetico personaggio ormai senile ed estromesso dai pubblici uffici, che pure continua a essergli indispensabile, che pure giganteggia fra loro per statura politica, ancora adesso. Da riconoscerglielo, per quanto io lo abbia sempre avversato e sempre lo avverserò. Il tutto per continuare bellamente le politiche dei poteri forti europei e non, che ci hanno dissanguato senza ritorno.  Quell’accordicchio che avevano accuratamente preparato, mettendo in conto (Renzi) pure di perdere voti per propiziarlo.


Quella cosa brutta e scomoda, la realtà, prima o poi pretende sempre il suo tributo. Da anni non ci facevano votare, arrogandosi di interpretare il pensiero collettivo o quanto meno di fregarsene bellamente, e poi, quando lo fanno e i risultati sono quelli prevedibili, bocciatura e malcontento diffuso, si meravigliano pure.

E ci sclerano. Non voglio darmi delle arie, ma per una volta, visto che sono stata tante volte Cassandra, lasciatemi beare.  Se vado a rileggere i pezzi che ho scritto per Trucioli, anche dieci anni fa, ci trovo una lungimiranza che mi lusinga. E non, attenzione, perché io sia un genio misconosciuto della politica, ma perché certi aspetti, certe situazioni, certi inevitabili sviluppi insiti nelle premesse, erano talmente ovvi per chi non fosse in malafede o del tutto avulso dalla realtà dei fatti, dal semplice buon senso, che era impossibile non rimarcarli.

Dunque non sparerò sul PD, come tante volte ho fatto in passato, in tempi non sospetti quando sembrava vincente. Anche se sarebbero sempre 50 punti, come diceva Guzzanti.

  

Dico solo che l’han presa male, malissimo, e coi loro discorsi dimostrano (almeno chi è in buona fede) di averci capito un accidente.

E non sono neanche sportivi. Le loro intemerate sulle presunte code ai Caf per il reddito di cittadinanza hanno messo in risalto, in modo grottesco, una vena snob, antimeridionalista e razzista, che al confronto Salvini è Emergency. Il livore antigrillino, violento dei fan sfiora il patologico.

I nostri elettori e i nostri eletti sarebbero beceri, incompetenti, ignoranti. Peccato che le statistiche dicano come la più alta percentuale di laureati eletti sia fra i 5 stelle, e che i flussi di voto li indichino come i più votati fra laureati e diplomati. Se la realtà disturba la narrazione, si ignora.

Se continuano così, a non capirci niente, a ostinarsi a non ascoltare, posso solo dire, e questa volta altro che facile profeta, andranno a sbattere che levati, veleggiando verso il 10%.

Non lo dico con soddisfazione. No di certo. Che quel che resta, almeno pallidamente, della sinistra sia ridotto così non è positivo per nessuno. E che a parte i 5 stelle tutto il resto sia quel che sappiamo, neppure questo è da festeggiare.

Lasciatemi però pensare al famoso 40% delle europee, e alla nostra batosta di allora. Lasciatemi ricordare l’impressione che davano i volti degli attivisti PD all’uscita dei seggi, i loro musi lunghi e i mancati festeggiamenti. Qualcuno se ne rendeva conto, che questa vittoria di Pirro, non certo di sinistra, lanciando il borioso personaggetto Renzi nell’empireo era premessa di una sconfitta. E difatti. 

Potevano fermarlo comunque, prima o poi. Non lo hanno fatto. Ora restano le macerie prodotte dalle riforme, e un Paese reale opposto alla narrazione che ne viene fatta, confuso, impoverito, umiliato.

Dunque, ripeto, ben poco di cui essere lieti.

E Savona, in tutto questo? Fermenti e grandi manovre. Valzer di poltrone, gruppi, allungare di colli. Il solito spettacolo, l’unico collante che tiene unito il centrodestra.

E ansia. Accidenti, si attendevano le elezioni per la resa dei conti e il riposizionamento, ma la situazione è ancora troppo fluida, si rischia il passo falso. Solo i più audaci osano.

Nel frattempo, il disastro sempre più evidente di Savona può attendere.

Lasciatemi rimescolare le carte e passare dalla moderata soddisfazione a una punta di amarezza, per la mia città.  Savona, tante volte in passato usata come banco di prova, laboratorio politico di nuove maggioranze ed equilibri, ora è decaduta e in disarmo.

 Amarezza quando una trasmissione del birignao assembla confusamente dialoghi e personaggi, non dimenticando di sminuire, offendere ed insultare noi, i parvenu inguardabili, per bocca dei maitre a penser che ci hanno sempre snobbato, senza replica.

Laddove i commenti dei blogger, presunti esperti di politica e vari in rete, si inventano una realtà che non c’è, dal sillogismo: Freccero simpatizza per i 5 stelle, dunque ha parlato per loro (e che ci abbia offeso ai limiti della querela, non viene notato); allo scambiare il mancato intervento, tagliatissimo su frasi strumentali, del nostro Valente per una presunta posizione “soft” dei 5 stelle sui mali della città, facendo diventare l’ingiustizia commessa una nostra debolezza.  

Per fortuna, va detto, due autorevoli rappresentanti istituzionali in Comune si sono precipitati a manifestare solidarietà a voce a noi e al nostro Salvatore ingiustamente offeso. Anche qui, razzismo, snobismo e antimeridionalismo da vendere, vero?

(Nota dell’ultima ora: chissà se almeno come Presidente della Camera, un napoletano andrà bene.)

Per gli altri, niente da ridire, nessun minimo di lealtà dovuta od obiettività, come fosse una cosa normale liquidare la prima forza politica in città, in un documentario sulla città, con quattro giudizi sprezzanti. Questo la dice lunga su cosa abbia davvero causato il mancato ballottaggio alle comunali. Non eravamo parte della combriccola che si fiuta, si riconosce, si accetta. Non eravamo ammessi ai salotti buoni. Non eravamo creme intellettuale e ammiccanti ai soloni pensosi delle eterne sconfitte.

Un peccato originale incancellabile, intollerabile per alcuni. Da trovarsi tante ragioni a posteriori, pur di giustificarlo.

Freccero, poi, dovrebbe curare il suo sdoppiamento di personalità: prima vieni a mettere una firma per una lista alle comunali, sapendo benissimo chi è il candidato Sindaco, e poi a posteriori ti esprimi in questo modo indegno?

Questa città chiusa e provinciale paga il suo perbenismo di facciata con, appunto, una realtà dei fatti che non si può negare e che presenta il conto.

Da anni lamentavamo la situazione grave di Ata, la gestione vergognosa e il pericoloso intreccio debitorio con il Comune. Chiedevamo una Commissione di inchiesta: negata dal centro sinistra, insabbiata con pretesti strumentali dal centrodestra.

Ora vediamo dove stiamo.

Denunciavamo il problema del debito e dei derivati, enunciando le azioni che avremmo messo in atto una volta eletti.  Altri promettevano mari e monti, ci hanno vinto le elezioni, per poi giustificarsi: non si poteva prevedere. E difatti.

Dicevamo che non c’era discontinuità vera fra centro destra e centro sinistra, e per l’appunto, a parte una piacevole aggiunta di macelleria sociale e spinta alle privatizzazioni, i grandi progetti devastanti vanno avanti imperterriti, agli ordini dei veri registi e padroni della città.

Un corollario particolare di disfacimento, il degrado urbano evidente, il verde azzerato completano il quadro, cui si vorrebbe ovviare penalizzando in modo mirato e propagandistico i padroni dei cani.

E potrei continuare, ma mi fermo qui. Augurandomi che quel vento di cambiamento, comunque inarrestabile, quelle prime piccole soddisfazioni che cominciamo, con pieno e sacrosanto merito, devo dire, nonostante tutto, ad assaporare, prima o poi, speriamo presto, contagino anche questa città rassegnata e sonnolenta, a dispetto della propaganda sempre più frenetica di alcuni media, rovinando la digestione ai signori occulti che ben conosciamo, e ai soloni snob che per tanto tempo hanno assistito al degrado suonando compiaciuti le loro cetre.

Offenderci, umiliarci, boicottarci, ignorarci non serviranno più a niente. Continuiamo sereni per la nostra strada, e, come si dice con espressione stra-abusata, il tempo sarà galantuomo.

Ha già cominciato a esserlo.

  Milena Debenedetti  Consigliera del Movimento 5 stelle

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